Elezioni. Pace, la Rete disarmo: “L'Italia lavori a un mondo senza blocchi”

Il documento di proposte in vista delle elezioni. Secondo la Rete, "salvo poche eccezioni, il dibattito sul nostro futuro, su come costruire l'alternativa alle guerre, alle migrazioni forzate, al riscaldamento climatico, al lavoro con sempre meno diritti, al divario crescente tra ricchi e poveri, è schiacciato sulla ricerca del voto per il voto e la rincorsa ai sondaggi"

Elezioni. Pace, la Rete disarmo: “L'Italia lavori a un mondo senza blocchi”

"Sentiamo il bisogno di un'Europa diversa, non allineata. Di un'Europa politica, sociale, solidale, inclusiva, che difenda il modello di Stato sociale che qui è stato inventato, che guardi all'Africa, all'Asia e alle Americhe scrollandosi di dosso il passato coloniale e che sia promotrice del superamento dei blocchi e di quella 'sicurezza condivisa per un futuro comune' che deve essere alla base di una nuova politica europea e globale". Così si legge nella nota in cui la Rete italiana pace e disarmo presenta il documento con le proposte e i percorsi di azione per la prossima legislatura.

La scadenza elettorale del 25 settembre, si legge ancora, "dovrebbe far emergere tra i partiti e i candidati le idee su temi fondamentali come la pace, il disarmo, la difesa, le relazioni internazionali".

Secondo la Rete, "salvo poche eccezioni, il dibattito sul nostro futuro, su come costruire l'alternativa alle guerre, alle migrazioni forzate, al riscaldamento climatico, al lavoro con sempre meno diritti, al divario crescente tra ricchi e poveri, è schiacciato sulla ricerca del voto per il voto e la rincorsa ai sondaggi". Per i responsabili "l'idea di sconfiggere la crisi globale del sistema attraverso il riarmo dei singoli Paesi, alzando muri, chiudendo porti e frontiere, prelevando risorse energetiche e materie prime a basso costo dall'Africa o dagli oceani, firmando accordi con dittatori o autocrati, militarizzando i territori, difendendo i nostri interessi di privilegiati con armi e guerre è ciò a cui stiamo assistendo e purtroppo subendo, conducendoci ineluttabilmente verso la crisi permanente ed il rischio di un conflitto nucleare". 

Tuttavia, esistono anche "energie positive" e "controcorrente", di cui fanno parte "Sindacati, Organizzazioni non governative e della società civile, parrocchie, stampa alternativa, associazioni ambientaliste, iniziative dal basso auto organizzate" per "contrastare con pazienza e perseveranza, in nome di valori etici e politici di cui è maestro Papa Francesco, il degrado in corso della civile convivenza. Da queste considerazioni traggono motivazione le proposte, i temi, le campagne che secondo noi devono essere parte della 'politica di pace, disarmo, nonviolenza' ormai necessaria, con fondamentali connessioni con ambiente, lavoro, diritti civili".

Nella sua proposta, la Rete suggerisce tra le altre cose di intessere una nuova politica estera chiedendo di: farsi parte attiva di una iniziativa politica affinché l'Unione Europea promuova negoziati di pace nel quadro dell'Osce e delle Nazioni Unite basati sul concetto della sicurezza condivisa dall'Atlantico agli Urali e del riconoscimento dei diritti di tutti i popoli e i gruppi linguistici; promuovere la ripresa del processo di integrazione dell'area mediterranea che favorisca il co-sviluppo economico, anche attraverso la revisione equa dei trattati commerciali euro-mediterranei e i processi di democratizzazione, in particolare sostenendo la società civile mediterranea; riconoscere lo stato di Palestina sulla base delle risoluzioni delle Nazioni Unite e sospendere la collaborazione militare con Israele sino al raggiungimento di accordi di pace; sospendere la collaborazione sulla produzione di armamenti con la Turchia sino alla completa cessazione delle campagne militari contro le popolazioni curde; sviluppare iniziative diplomatiche finalizzate alla convocazione di una conferenza per la pace in Medio Oriente e la soluzione negoziata dei conflitti in Siria, Libia, Marocco e Sahara Occidentale, Yemen, Etiopia, Corno d'Africa, Nigeria, Congo, Sahel, Myanmar, tra gli altri. (DIRE)

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)