Dl Sostegni, il Forum Terzo settore: “Le associazioni rimangono al palo”
La portavoce, Claudia Fiaschi: “Nessuna garanzia pubblica al credito per gli enti non commerciali. Si è persa una buona occasione per riparare a una incongruenza. Senza aiuti concreti molte associazioni rischiano di non poter più riaprire”
Nel Decreto sostegni non c’è la garanzia pubblica per l’accesso al credito per gli enti di Terzo settore che non svolgono attività commerciale, la misura scaduta nel dicembre scorso non è stata prorogata.
“Si è persa una buona occasione per riparare ad una incongruenza ma soprattutto per dare un po’ di sostegno al mondo del volontariato e delle associazioni che stanno dando un grande aiuto in questa emergenza. – dichiara la portavoce del Forum Terzo Settore, Claudia Fiaschi –. Si continua ad ignorare che il Terzo settore, nelle sue diverse componenti, rappresenta anche un comparto importante dell’economia del Paese con un significativo impatto occupazionale e non riusciamo a capire il motivo di questa miopia. Senza aiuti concreti molte associazioni rischiano di non poter più riaprire. Ne faranno le spese le persone più fragili e le comunità più deboli. Non aiutare il Terzo settore significa indebolire la nostra capacità collettiva di solidarietà e la coesione sociale.”
“Non sono bastati gli emendamenti presentati da quasi tutte le forze politiche e non sono servite le assicurazioni di numerosi esponenti del Governo per ripristinare un provvedimento, peraltro già adottato, e solo per una svista – spiega Fiaschi – non prorogato nella legge di bilancio. Una beffa agli occhi degli enti perché, complici i passaggi burocratici, le associazioni ne hanno potuto godere per poco più di un mese. Certamente la proroga dei termini per le modifiche statutarie e l’aumento del Fondo straordinario per il sostegno al Terzo settore sono notizia positiva, ma le risorse sono decisamente insufficienti per gli oltre cento mila enti che potrebbero potenzialmente beneficiarne. Peraltro le risorse del fondo esistente restano ancora inutilizzate in attesa dei provvedimenti di attuazione.”
“Ci auguriamo – conclude Fiaschi – che Governo e Parlamento ci ripensino e vogliano porre rimedio ad una situazione che sta diventando ormai insostenibile”.