Damiano, che nei suoi versi racconta la natura: “La poesia è un modo positivo di vivere la mia disabilità”
Damiano Cabassi, 34 anni, ha una disabilità motoria dovuta a una paralisi cerebrale. Ha già pubblicato due libri, ricevendo i complimenti anche dal Papa. In occasione della Giornata mondiale della poesia, si racconta: “Anche se faccio fatica a muovermi, traggo l’ispirazione camminando a piedi nudi sulla terra”
Scout disabile e compositore di un canzoniere inventato, scrittore di poesie, racconti e autore scalzo di due libri. Si autodefinisce così Damiano Cabassi, 34 anni, originario di Cadelbosco di Sopra, a dieci minuti da Reggio Emilia. Damiano abita in campagna con i suoi genitori e i suoi due fratelli più piccoli, ha una disabilità motoria dovuta a una paralisi cerebrale con una emidistonia destra. Dopo una laurea in Scienze della comunicazione, oggi lavora per l’Università di Modena e Reggio Emilia, dove corregge i sottotitoli delle videolezioni in remoto. Ma la sua passione resta sempre la stessa: la scrittura. Oggi 21 marzo, in occasione della Giornata mondiale della poesia, Damiano si racconta: “Ho iniziato a scrivere poesie all’età di 13 anni, ero in seconda media e avevo voglia di fare qualcosa di diverso. Mi sono buttato nel mondo della scrittura creativa: ho trovato l’ispirazione in montagna, durante un campo scout. I temi centrali che tratto sono la natura, l’ecologia, l’ambiente”.
Per anni, Damiano ha raccolto le sue poesie in un grande quadernone, che oggi è tutto scritto in ogni angolo. “Ormai le pagine sono tutte strapiene”, ride. Nel 2013, finalmente, pubblica la sua prima raccolta, intitolata Sdèsdet: “La parola ‘Sdèsdet’ significa risveglio: vuole essere una sorta di diario dove comunico i miei sentimenti attraverso un modo positivo di vivere la mia disabilità – spiega Damiano –. Le poesie raccolte sono tutte legate a momenti della mia vita particolarmente emblematici, una sorta di diario in versi: parlo di natura, amore, passione, ma anche Natale, Pasqua…”
Nel 2016 Damiano è andato a Roma ad assistere alla messa papale. “Quando sono partito, ho deciso che volevo portargli la mia raccolta di poesie”. Quando il Papa è passato davanti a lui, Damiano è riuscito a dare il libro a una guardia svizzera pontificia: nella dedica c’era scritto il suo indirizzo. Dopo alcune settimane, ha ricevuto una lettera a casa: “All’inizio non capivo cos’era. Era una busta gialla, l’ho girata e c’era un francobollo con la scritta ‘Città del Vaticano’. Mi sono emozionato tantissimo. Dentro c’era una lettera, dove il Papa mi diceva che aveva letto il mio libro citando alcune frasi, un rosario e un santino. È stato un dono meraviglioso”.
Sempre nel 2016 Damiano ha pubblicato anche un altro libro, Scacciatori d'ingiustizia, un racconto in e-book.
Oggi sta cercando di incanalare la sua vena creativa nel trasformare in canzoni le vecchie poesie. “Ho comprato un rimario e sto lavorando sui testi. Quando compongo, mi metto in sottofondo le canzoni di Bruce Springsteen, Ben Harper o Zucchero”. Tutti i suoi testi sono raccolti sul suo sito, che è diventato un po’ la sua vetrina.
E oggi, per trarre ispirazione, Damiano ha trovato un nuovo metodo: camminare, “prendendo forza dalla terra”. Nonostante la sua fatica nella deambulazione, infatti, ha partecipato a vari pellegrinaggi e oggi si è avvicinato al movimento dello “scalzismo”, la scelta di non indossare le scarpe durante le attività quotidiane, camminando solo a piedi nudi. “Nel 2017 ho conosciuto il club dei Natiscalzi e mi sono innamorato di questo modo di vivere – conclude –. Spesso cammino scalzo nei campi dietro casa, con i piedi a contatto con la terra, e scrivo. Sto anche costruendo un percorso sensoriale per camminare scalzi sulla terra, attraversando vasche con diversi tipi di terreni: dovrebbe essere pronto l’anno prossimo”.
Alice Facchini