Da ex utente del Sert a “peer support specialist”, la testimonianza di Antonino
La storia di Antonino Napoli, con un passato di dipendenza dalle droghe e un presente fatto di impegno all’interno dell’associazione "Noi x la Trinacria" a Palermo. “La mia esperienza di vita è molto importante per instaurare una relazione proficua con chi chiede di essere aiutato”
Bisogna ancora impegnarsi tanto, a tutti i livelli, per aiutare tutti coloro che sono dipendenti dalle droghe a riprendere in mano la loro vita. A crederci fortemente è Antonino Napoli, 39 anni, che oggi come “peer support specialist” ascolta e aiuta i tossicodipendenti all'interno dell'associazione "Noi x la Trinacria". Proprio perché anche lui in passato era entrato nel tunnel spietato della droga, oggi pensa che sia molto importante fare tesoro della propria storia e delle altre competenze acquisite nel tempo, per aiutare tante persone ad uscire dalla condizione di dipendenza. Lo abbiamo incontrato.
Quando ha iniziato a fare uso di droga?
Sono stato per lungo tempo un attivista socio-politico, impegnato su vari temi sociali, che cercava di tenersi lontano da certi vizi. All'età di 25 anni, però, in un momento di particolare difficoltà della mia vita, frequentando un gruppo di amici che già ne faceva uso, ho provato anche io la droga pesante, facendo la cosa peggiore della mia vita. Avendo una patologia genetica che mi dava parecchi problemi e, avendo notato che la droga, in un certo modo, mi anestetizzava i sintomi, decisi di continuare a farne uso. Tutto ciò naturalmente fu un'arma distruttiva perché il consumo, presto, da mensile divenne settimanale e poi purtroppo giornaliero.
Come ha vissuto quel periodo?
Ricordo che è stato tremendo. Non riuscii più a studiare all'università, perdendo pure a poco a poco alcune amicizie. All'inizio lavoravo e potevo pagarmi il consumo. Non fui poi più presente a me stesso e lucido per capire come mi stessi facendo del male. Arrivai perfino a compiere dei microfurti e cose che in passato non avrei mai fatto.
Come ha cercato di uscire dalla dipendenza?
Mi stavo distruggendo con le overdosi e poi i ricoveri. Fortunatamente, però, non ero completamente solo perché ho avuto l'aiuto della famiglia. Frequentando il Sert, a poco a poco, mi furono fatte delle proposte di trattamento terapeutico che mi fecero ritornare a valorizzare la mia persona. Poi mi sono inserito in comunità terapeutiche in cui si praticava la meditazione. Il mio percorso terapeutico con esiti positivi è durato 5 anni.
E ha ripreso a poco a poco in mano la sua vita…
Sì, dopo i 30 anni, per me è stata una vera e propria rinascita. Il prezzo più alto che ho dovuto pagare è stato quello con la società: è dura perché all'inizio non ti ritiene una persona credibile ed affidabile. Purtroppo i forti pregiudizi e lo stigma sociale che esistono su tossicodipendenti ed ex tossicodipendenti sono ancora fortissimi. E' stato difficile e sofferto fronteggiare soprattutto questo aspetto.
Ha iniziato anche ad impegnarsi per gli altri…
Prima di tutto, ho ripreso gli studi specializzandomi in criminologia. Ho dovuto 'penare' molto più di altre persone per dimostrare agli altri le mie capacità. Ho lavorato con l'Asp, come operatore di strada da ex utente, al progetto 'In&out' che aveva una unità mobile in strada con una equipe multidisciplinare. Quella esperienza mi ha permesso di aiutare parecchie persone e di vincere, nello stesso tempo, anche il mio pregiudizio nei confronti di operatori, psicologi e psichiatri esperti sul tema. Ho anche frequentato il gruppo degli Alcolisti Anonimi per assimilare la loro metodologia. Successivamente, ho iniziato a frequentare il gruppo Awakening (risveglio) di auto-mutuo-aiuto. Infine, circa 5 mesi fa, per l'associazione 'Noi x la trinacria' sono diventato come ex utente esperto alla pari, cioè 'peer specialist'. Da tempo, ho inoltre preso degli attestati per poter praticare la meditazione e l'ascolto terapeutico. Nel periodo di lockdown sono stato pure scelto come tecnico informatico e peer specialist dall'organizzazione internazionale mad-in-america che in Italia si chiama mad-in-Italy.
Qual è il suo impegno dentro l'associazione?
Principalmente mi dedico all'ascolto delle persone per capire, in relazione al loro vissuto, come aiutarle. La mia esperienza di vita è molto importante per instaurare una relazione proficua con chi chiede di essere aiutato.
A Palermo come si stanno muovendo le istituzioni?
Intanto, da poco abbiamo costituito la Rete Riduzione del Danno Sicilia che avrà l'obiettivo di creare un coordinamento tra più realtà, pubbliche e private, per attivare le iniziative mirate a prevenire e agire in aiuto dei tossicodipendenti. Il consumo è purtroppo cresciuto, investendo tutte le fasce di età e perfino i più piccoli, già a partire dai 12 anni. A Palermo, in particolare, si è riunito un primo tavolo tecnico tematico tra l'associazione, l'Asp ed il comune. Presto al Borgo Vecchio, in alcuni spazi di una chiesa, verrà aperto un ambulatorio di ascolto. Considerato inoltre che il lavoro in strada è fondamentale, al più presto si attiverà un camper mobile itinerante nella città; poi ancora, si aprirà uno spazio 'Drop-in' a Ballarò, una struttura di bassa soglia con area ricreativa e altri servizi dedicata alle persone in percorso terapeutico di uscita dalla droga.
Quanto è significativo aiutare gli altri da ex utente del Sert?
Credo che questo sia un ruolo delicatissimo ed importantissimo per quello che si riesce a trasmettere agli altri. Considerato che la persona che riesce ad uscire dal dramma della droga sviluppa una sensibilità particolare, sarebbe bello se si potesse accrescere il numero degli ex utenti disposti a dedicarsi agli altri. Oggi la prima cosa è quella di accogliere pienamente la persona con un ascolto empatico, libero da pregiudizi e giudizi di ogni tipo. In alcuni casi siamo riusciti ad avere buoni risultati. L'augurio più grande è quello che molti di loro possano davvero dare una svolta significativa alla loro vita. Che potrebbe essere molto più complicata se vissuta in contesti sociali problematici.
Serena Termini