Covid, crescono povertà e esclusione sociale: Biagio Conte digiuna
Ha scelto di dormire fuori dalla cattedrale di Palermo per dare visibilità alla condizione di tante persone rimaste escluse dall'accoglienza nell'emergenza sanitaria. Riccardo Rossi: "Urgente trovare soluzioni. In strada rimangono i casi più gravi"
I poveri che a causa della pandemia sono cresciuti, i senza dimora che non trovano posto nelle strutture che hanno limitato gli accessi, i migranti invisibili perché irregolari, i disoccupati a causa del Covid. Sono coloro che mette al centro il missionario Biagio Conte che ha iniziato il suo periodo di digiuno, decidendo di dormire in un rifugio esterno davanti alla porta della cattedrale della città. Da quando è subentrata, infatti, la seconda fase della pandemia e dopo che, a ottobre scorso per 25 giorni, le strutture della Missione Speranza e Carità sono state in zona rossa, si sono ridimensionati e limitati gli accessi alle persone in stato di bisogno. Dagli oltre 1000 ospiti, adesso, nel rispetto delle normative anticovid, si è passati e a 400 persone accolte. La riduzione drastica del numero ha avuto come drammatica conseguenza l'aumento delle persone in forte stato di emarginazione sociale che rimangono in strada.
A lanciare l'allarme ma nello stesso tempo un appello affinché le istituzioni competenti ad intervenire (comune, Asp in raccordo con associazioni) trovino soluzioni adeguate è Biagio Conte con il suo digiuno e il missionario Riccardo Rossi.
Sono otto i punti per cui il missionario Biagio Conte ha iniziato il suo periodo di digiuno: la sconfitta del virus, i poveri e i senzatetto, i diritti dei migranti, i disoccupati per la crisi, il rispetto dell'ambiente, maggiore correttezza politica che tuteli e rispetti i veri diritti umani, la costruzione di un mondo più stabile e più sicuro per i giovani, lo stop alla violenza a causa dell’utilizzo di internet.
"Dopo che siamo stati zona rossa a causa di alcuni contagi - dice il missionario Riccardo Rossi referente per la comunicazione sociale della missione - con un protocollo ci siamo impegnati a dare, a tutti e quattro i nostri centri di accoglienza più grandi, un assetto organizzativo che rispettasse le regole per contenere la pandemia. Purtroppo questo ci ha portato a limitare il numero delle accoglienze soltanto a 400 persone. Se pensiamo che solo la Cittadella del Povero ne accoglieva 700 si può immaginare quali conseguenze tutto questo abbia comportato. Sappiamo, infatti, che numerose persone, in grave stato di bisogno, sono rimaste senza una sistemazione riducendosi inevitabilmente a vivere in strada. Tra questi, ci sono, purtroppo i casi più gravi: persone con stati di dipendenza avanzata da alcol e droghe, persone con disagio psichico e migranti 'invisibili' in stato di irregolarità. Per evitare il peggio e cioè che la situazione di queste persone degeneri, occorre che le istituzioni affrontino il problema. Per farlo è necessario assumere da parte del comune, Asp e altre realtà preposte all'intervento sociale, quella elasticità che deve portare a trovare una possibile soluzione. Bisognerebbe anche intervenire in chiave preventiva affinché alcune persone non accrescano il disagio psico-fisico a causa del perdurare della vita in strada. Sappiamo bene che non è facile intervenire ma è il momento di evitare situazioni peggiori. Una società più inclusiva deve partire prima dal sostegno alle persone più fragili. In Missione abbiamo uno spaccato drammatico di persone, pure giovani, che non riescono a provvedere a loro stesse anche perché sono analfabete. Ci appelliamo quindi, affinché ognuno faccia la sua parte per evitare la crescita delle situazioni estreme. Condividiamo pienamente la scelta di fratel Biagio che è disponibile ad ascoltare anche tutti coloro che volessero incontrarlo nel luogo dove ha iniziato il digiuno".
Serena Termini