Contrasto alla povertà, le nuove misure? “Disastro annunciato”

La campagna “Ci vuole un reddito” al Senato: con assegno inclusione, 900 mila famiglie escluse, si dimezza la platea. E chi lo avrà, riceverà 1.300 euro in meno. . Per supporto formazione e lavoro, presentate meno di 120 mila domande. E nessuno “ad oggi ha visto un euro”

Contrasto alla povertà, le nuove misure? “Disastro annunciato”

Addio al reddito di cittadinanza? Un “disastro annunciato”. Per la campagna “Ci vuole un reddito”, le nuove misure di contrasto alla povertà – Adi e Sfl – lasceranno indietro centinaia di migliaia di persone, con pesantissime conseguenze sociali. Oggi le associazioni aderenti alla Campagna lo hanno riferito in Senato. “A dispetto dell'ostentata soddisfazione della ministra del lavoro Calderone, i dati ormai (quando si riescono a reperire) rappresentano un quadro chiaro”, fanno sapere.

Le domande per il Supporto per la formazione e il lavoro presenti sulla piattaforma dedicata Siisl sono meno di 120 mila: “La modalità di presentazione della domanda, esclusivamente tramite la piattaforma informatica dedicata, di fatto è un forte deterrente a richiedere il supporto per i potenziali beneficiari, persone spesso con basso livello di istruzione”, hanno riferito.

Ma non solo: “Coloro che sono riusciti a presentare domanda e a frequentare i corsi di formazione necessari per ottenere il sussidio, non hanno ad oggi visto un euro!”.

Per quanto riguarda poi l'altro asse delle nuove misure di contrasto, ovvero l'Assegno d'inclusione (Adi), destinato ai cosiddetti “non occupabili”, la situazione non sembra migliore: proprio nei giorni scorsi è stata attivata la piattaforma per la presentazione delle domande. “Già sappiamo, come denuncia uno studio di Bankitalia, che sono 900 mila le famiglie che rimarranno escluse – ha riferito la Campagna - In poche parole si dimezza la platea di chi prendeva il reddito di cittadinanza. In più coloro che riusciranno a riceverlo prenderanno 1300 euro l'anno in meno”.

Ancora, “gli ex percettori di reddito di cittadinanza non sono gli unici a passare un Natale in affanno: nella legge di bilancio non c'è nessun sostanziale intervento a sostegno delle fasce più deboli della popolazione. Gli affitti schizzano di quasi dieci punti percentuali in un anno nelle grandi città, ma per il secondo anno consecutivo il Governo non finanzia il Fondo sociale per l'affitto e il Fondo per la morosità incolpevole”.

E poi c'è il cosiddetto lavoro povero: “Il governo attacca i cosiddetti 'divanisti', ma non difende i redditi poveri nemmeno quando sono da lavoro. È di pochi giorni fa l'annuncio che il governo non intende stabilire una soglia minima oraria per il salario e rinuncia così a tutelare migliaia di lavoratori poveri che attendevano questo provvedimento per veder salire le loro paghe. Noi non cediamo di fronte ai dati nascosti, alla retorica che accusa i più deboli e ai fallimenti mascherati per successi. Serve una nuova legge sul reddito minimo, che, come in tutta Europa, tutela chi non arriva alla fine del mese. Se il governo non vuole pensarci, lo faremo noi!”
Nei giorni scorsi, anche Alleanza contro la povertà, in occasione del proprio decennale,  era tornata a mettere in evidenza i limiti e l'inadeguatezza delle nuove misure di contrasto alla povertà, presentate a settembre in un documento illustrato al Senato

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)