Concorsi pubblici, esami orali e più tempo per i candidati con Dsa
Il Parlamento approva una norma che prevede, per le persone con Dsa, la possibilità di svolgere le prove in modalità orale, utilizzare strumenti compensativi e usufruire di tempo aggiuntivo per le prove selettive indette da Stato, Regioni, Comuni e dai loro enti strumentali. Aid: “Vigileremo e solleciteremo i tempi di attuazione”
Ora è legge: le persone con disturbi specifici dell’apprendimento (Dsa) potranno presto usare gli strumenti compensativi nei concorsi pubblici indetti da Stato, Regioni, Comuni e dai loro enti strumentali. “Il Parlamento italiano ha approvato una norma che segna un passo fondamentale nella promozione dei diritti dei dislessici, in ambito lavorativo”, commenta con entusiasmo Aid, l’associazione italiana dislessia. Nel ddl “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 9 giugno 2021, n. 80, recante misure urgenti per il rafforzamento della capacità amministrativa delle pubbliche amministrazioni funzionale all’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) e per l’efficienza della giustizia", varato lo scorso 5 agosto dalla Camera dei Deputati, è stata inserita una norma che prevede per i candidati con Dsa nei concorsi pubblici la possibilità di svolgere la prova in modalità orale anziché scritta o di utilizzare strumenti compensativi per le difficoltà di lettura, di scrittura e di calcolo, nonché di usufruire di una maggiorazione di tempo per completare le prove. Tutte queste misure, in linea con quanto disposto dalla legge 170/2010, dovranno essere specificate esplicitamente nei relativi bandi di concorso. Entro tre mesi dall’entrata in vigore saranno definite le modalità attuative della norma attraverso un decreto del Ministero della Pubblica Amministrazione.
“Siamo molto soddisfatti per questo importante traguardo – dichiara il presidente di Aid, Andrea Novelli –. Come associazione continueremo a impegnarci nei rapporti con le istituzioni affinché vengano introdotti ulteriori provvedimenti che garantiscano la piena inclusione delle persone con Dsa anche in età adulta: dall’università, alla patente di guida, all’inserimento lavorativo e alla crescita professionale, sia nel settore pubblico sia nel settore privato. Per la nostra associazione questa è una battaglia di civiltà, determinante per il futuro di milioni di persone con disturbi specifici dell’apprendimento. Seguiremo con attenzione l’iter legislativo e ne solleciteremo i tempi di attuazione”.
In particolare l’associazione ha annunciato che continuerà ad adoperarsi attivamente per l’approvazione del ddl “Modifiche alla legge 8 ottobre 2010, n. 170, e altre disposizioni per favorire l’inserimento lavorativo delle persone con disturbi specifici di apprendimento”. Il progetto ha come principio generale il divieto di discriminare le persone con Dsa sul posto di lavoro. “Stabilisce - spiega Aid - l’inclusione di questi lavoratori nel settore pubblico e privato, assicurando loro l’uso di tutti gli strumenti necessari per lo svolgimento della professione, l’uso degli strumenti e tempo aggiuntivo anche negli esami per l’accesso agli Ordini professionali, nella carriera universitaria, nei test d’ingresso all’università, nelle selezioni per la progressione di carriera, nell’esame teorico della patente; la creazione di centri pubblici e privati – oggi gravemente carenti – su tutto il territorio nazionale per la certificazione diagnostica degli adulti, documento necessario per avere i benefici di legge, e tempi certi per il rinnovo della certificazione nell’arco della vita delle persone con Dsa”.
Ambra Notari