Carcere, finito l’effetto pandemia? Torna a crescere la popolazione penitenziaria

Sono oltre 54 mila i detenuti nelle carceri italiane al 31 dicembre 2021. Un dato che inverte, anche se lievemente, la tendenza innescata dalla pandemia che ha visto crollare le presenze da marzo 2020 in poi. Diminuiscono gli stranieri. Puglia e Lombardia maglia nera per sovraffollamento

Carcere, finito l’effetto pandemia? Torna a crescere la popolazione penitenziaria

Nel 2021 la popolazione penitenziaria torna a crescere, anche se lievemente. Dopo il calo repentino registrato nei primissimi mesi della pandemia - a febbraio 2020 si contavano oltre 61 mila detenuti, contro i poco meno di 54 mila di aprile - al 31 dicembre 2021, nelle carceri italiane ci sono 54.134 persone. Al 31 dicembre 2021 erano 53.364. A crescere lievemente nell’ultimo anno, inoltre, è la capienza regolamentare degli istituti dichiarata dal Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria. Complessivamente, dai 43 mila posti del 2008 si è arrivati ai 50,8 mila posti disponibili nel 2021. Un dato che ancora una volta mostra l’assottigliarsi del divario tra presenze e capienza degli istituti. Tuttavia, il sovraffollamento, risulta essere ancora critico in alcune regioni e in alcuni istituti di pena: le regioni maglia nera anche nel 2021 sono la Puglia (con 3.760 detenuti presenti al 31 dicembre contro una capienza regolamentare di 2.907 posti) e la Lombardia (con 7.838 detenuti presenti al 31 dicembre contro una capienza regolamentare di 6.129 posti).

I dati aggiornati al 31 dicembre 2021 confermano il costante calo della popolazione detenuta straniera, con circa 17 mila detenuti stranieri, contro i 19,9 mila di fine 2019 e i 20,2 mila del 31 dicembre 2018. Un dato, quello di fine 2021, che rispecchia il trend nazionale e segna un ritorno al 2015. Anche la presenza di donne in carcere segue l'andamento generale della popolazione penitenziaria e nel 2021 fa segnare una lieve diminuzione: al 31 dicembre 2021 sono 2.237 le donne in carcere contro le 2.663 del 2019 e le 2.576 presenze del 31 dicembre 2018.

Il trend del 2021 riguarda anche i numeri registrati tra i reati che producono carcere, come la violazione delle leggi sugli stupefacenti. Al 31 dicembre 2021, sono 18.942 i detenuti per aver violato la normativa sulle droghe. Nel 2019 erano oltre 21 mila, con un trend in costante crescita dal 2015 al 2019. Stabile rispetto al 2020 il numero di detenuti per associazione di stampo mafioso (416bis): a fine 2021 si contano 7.274 detenuti, lo stesso del 2020 e sempre 2 mila in più rispetto ai 5.257 del 2008.

Di carcere si può morire. In lieve diminuzione il numero dei suicidi negli istituti di pena italiani. Al 31 dicembre 2021, secondo Ristretti Orizzonti, sono 54 i detenuti che si sono tolti la vita in carcere. Nel 2020, secondo il Dap, ci sono stati invece 61 suicidi 

Fine pena mai. Torna a crescere anche il numero dei detenuti condannati all’ergastolo in via definitiva, nonostante la flessione registrata lo scorso anno per la prima volta dal 2006. Se nel 2020 c’erano 1.784 detenuti all’ergastolo, nel 2021 i detenuti con questa condanna sono 1.810. Negli ultimi 14 anni, il dato ha fatto segnare soltanto una battuta d’arresto tra gli anni 2012 e 2014, con circa 1.580 ergastolani detenuti, ma dal 2016 il dato è tornato a salire fino a superare quota 1.800 durante il 2019. 

Dal 2009 al 2017 cresce in maniera costante la presenza dei volontari in carcere. Nel 2017 sono 16,8 mila i volontari impegnati in diverse attività. Nel 2009 erano circa 8,5 mila. Nel 2018, invece, il dato è pressoché stabile rispetto all’anno precedente. Secondo i dati del Dap, quindi, ci sarebbe un volontario ogni 3,5 detenuti, ma i dati raccolti dall’Osservatorio di Antigone nel corso delle visite agli istituti di pena italiani mostrano un impegno maggiore da parte del volontariato. Secondo Antigone, negli istituti visitati il rapporto detenuti/volontari è pari a 7, ovvero un volontario ogni 7 detenuti.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)