Carcere di Taranto, Sappe: “Denunceremo i vertici dell’amministrazione penitenziaria”

Il sindacato prende spunto dall’ultimo caso accaduto ieri per sottolineare che “gli eventi critici in cui i detenuti creano pericolo a se stessi, agli altri detenuti e ai poliziotti penitenziari sono quasi giornalieri, e questo il Sappe lo sta denunciando da anni tra l’indifferenza dell’amministrazione penitenziaria”

Carcere di Taranto, Sappe: “Denunceremo i vertici dell’amministrazione penitenziaria”

“L’ultimo gravissimo fatto è accaduto nel pomeriggio di ieri quando un detenuto di circa 40 anni di origini calabresi, ergastolano per duplice omicidio ed altri gravi reati commessi in carcere, con problemi di carattere psichiatrici, ha sfondato la porta di ingresso della cucina dove si preparano i pasti per la popolazione detenuta, alla ricerca dei coltelli che avrebbe utilizzato contro gli altri detenuti ed il personale di polizia penitenziaria. Fortunatamente i coltelli abbastanza grandi utilizzati per preparare le pietanze dei reclusi erano chiusi in un altro armadio blindato, e ciò ha consentito, con l’arrivo di altri poliziotti, di bloccare il detenuto e riportarlo nella propria stanza. Non vogliamo immaginare cosa sarebbe accaduto se lo stesso fosse riuscito ad aprire anche tale armadio ed entrare in possesso dei coltelli, con cui avrebbe potuto provocare una carneficina”. A raccontare l’accaduto è il Sappe, il Sindacato degli agenti di polizia penitenziaria. Che aggiunge: “Purtroppo gli eventi critici in cui i detenuti creano pericolo a se stessi, agli altri detenuti ed ai poliziotti penitenziari sono quasi giornalieri, e questo il Sappe lo sta denunciando da mesi se non anni, tra l’indifferenza dell’amministrazione penitenziaria che continua a riempire il carcere di Taranto come un uovo. Infatti, nonostante la capienza regolamentare sia di 350 detenuti, il penitenziario del capoluogo Jonico ha superato le 750 presenze, con diverse decine di detenuti con gravi problemi psichiatrici che non vengono adeguatamente curati per colpe assai precise dell’Asl”.

Inoltre, continua il Sappe, “sono presenti molti  detenuti appartenenti a varie e pericolose organizzazioni criminali che non vengono controllati quasi per niente, considerato che nelle ore pomeridiane e serali un solo poliziotto deve gestire più sezioni detentive con oltre 200 detenuti, senza la possibilità di poter consumare nemmeno la cena”.
Più volte il Sappe ha denunciato il fatto che non è possibile gestire 750 detenuti con un organico di poliziotti penitenziari sufficienti per gestirne 350, “poiché ciò vuol dire rinunciare alla sicurezza ed ai diritti dei detenuti, dei poliziotti, del penitenziario”.

Continua il sindacato: “Purtroppo anche le manifestazioni di protesta eclatanti poste in essere dal Sappe, come l’ultima in cui i poliziotti di Taranto si sono incatenati per poi bruciare le tessere di riconoscimento, non hanno sortito alcun concreto effetto. A questo punto per rispetto dei poliziotti penitenziari di Taranto che vengono trattati come bestie, il Sappe a breve presenterà un esposto  alla magistratura penale di Taranto per denunciare le gravi responsabilità dei dirigenti romani e regionali dell’amministrazione penitenziaria, per aver incentivato con i loro comportamenti irresponsabili i tantissimi eventi critici a partire dal suicidio di un detenuto, dai tanti suicidi evitati all’ultimo momento grazie al coraggioso intervento degli agenti, delle numerose aggressioni ai poliziotti che hanno subito lesioni anche permanenti, nonché tutti gli episodi di violenza che hanno messo in grave rischio la sicurezza del penitenziario a partire dal 2017, anno di riduzione degli organici di Taranto, ad oggi. Senza dimenticare che a seguito di questa irresponsabile e folle politica del Dap, i poliziotti di Taranto si vedono negati i diritti sanciti dalla costituzione italiana, dal testo unico 81 sulla sicurezza ed igiene sui posti di lavoro, dai contratti di lavoro e dagli accordi sindacali”.

Il Sappe ritiene che “già trascorrere 6 ore di lavoro in un carcere siano molto pesanti, ma essere costretti a farne 8/10 per arrivare a 12/16 per supplire alle volute carenze del Dap crea enormi problemi psico-fisici, e i molti poliziotti a disposizione dell’ospedale militare poiché affetti da patologie psichiche lo stanno a dimostrare”. 
“E’ giunto il momento che i vari ministri che si sono succeduti al dicastero della giustizia, i vari capi del Dap pagati a peso d’oro rendano conto di tutto il malessere ed i pericoli provocati ai poliziotti, ai detenuti per cui viene violato l’artico 27 della costituzione che ne prevede il reinserimento che non esiste, nonché il diritto alla salute dei detenuti psichiatrici e con patologie croniche che viene negato – conclude la dura nota del Sappe -. Tutto ciò poiché non hanno provveduto ad aumentare l’organico della polizia penitenziaria di Taranto in relazione alla presenza dei detenuti che, ripetiamo, è più che raddoppiata”.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)