Arci servizio civile rilancia la sfida al Governo: “Ogni anno almeno 100 mila giovani a disposizione”
È iniziato oggi in presenza a Roma e sui canali social il XVII congresso nazionale di Arci Servizio Civile. Per il presidente Palazzini un Servizio civile davvero universale può contribuire alla difesa civile e non armata della Patria e al Piano nazionale di ripresa e resilienza. E può diventare “un generatore e produttore di civismo e capacità di mettere in pratica i valori fondativi della Repubblica”
È iniziato oggi in presenza a Roma e sui canali social il XVII congresso nazionale di Arci Servizio Civile aps intitolato “Per un servizio civile davvero universale”, che durerà fino a sabato 22 maggio e porterà all’elezione del nuovo presidente nazionale. Il Congresso è il punto di arrivo di un percorso che ha visto riunirsi tutte le ASC regionali, coinvolgendo quasi 600 associazioni locali socie, e che celebra anche i 35 anni dalla fondazione di una delle principali e più grandi organizzazioni di scopo in Italia dedicate al servizio civile.
Nella sua relazione introduttiva, l’attuale presidente di ASC Licio Palazzini, ha lanciato una sfida al Governo e al Parlamento: “Mettere a disposizione, ogni anno, un nucleo di almeno 100.000 persone sotto i 28 anni che, attraverso la realizzazione di attività concrete, diffonde nel nostro Paese la capacità di affrontare i conflitti in modo civile, senza armi, nelle mani e nella testa, e che realizza i valori della nostra Costituzione. Accompagnate da almeno 50.000 adulti impegnati per gli stessi fini e che trasmettono ai giovani i loro saperi professionali e pratici. In cinque anni diventerebbe un magnete che influisce sul mainstream dei comportamenti collettivi. Per questa prospettiva, servono i soldi, come le scelte e le coerenze”. “Un Servizio Civile davvero Universale” infatti secondo Palazzini può contribuire alla difesa civile e non armata della Patria e al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza “producendo attività, sostenendo settori che vanno riqualificati e consolidati (sanità, istruzione) e settori che vanno potenziati o creati (ambiente, cultura, cooperazione internazionale, digitalizzazione)”.
“C’è un motivo ancora per cui un Servizio Civile davvero Universale serve al nostro Paese - ha sottolineato ancora il presidente di ASC -: diventare un generatore e produttore di civismo, di volontà e capacità di mettere in pratica quei valori fondativi della Repubblica che sono l’altra finalità della riforma del 2016”. “Chi dice che il SCU è fatto solo per i giovani già acculturati prima dovrebbe far accedere al servizio chiunque lo chiede e poi fare questa considerazione. Noi abbiamo ricevuto 7.585 domande e solo 2.440 giovani avviano l’anno di servizio civile. E dobbiamo attrezzarci a anni prossimi in cui faranno domanda gli adolescenti del 2020, della DAD. L’azione contro la dispersione e l’abbandono scolastico assume per noi un doppio significato: attuare l’articolo della Costituzione sull’importanza della conoscenza e dell’istruzione e alimentare le domande per fare l’anno di servizio civile”, ha poi aggiunto.
Ma accanto a questo per Palazzini, fondamentale per la realizzazione di un servizio civile realmente “universale” c’è il tema delle competenze da riconoscere ai giovani. “La valorizzazione delle competenze, come in un coltellino svizzero, è uno dei risultati concreti che il SCU produce. È un risultato da perseguire, non è la sua finalità. Chi parte con meno ha da arricchirsi di più. L’accesso di giovani con minori opportunità, nella accezione ampia che il Dipartimento per le Politiche giovanili e il SCU, in accordo con la Consulta Nazionale, ha dato, si gioca anche sulla messa in trasparenza e valorizzazione delle competenze sociali e trasversali”.
Infine il presidente uscente di ASC ha ricordato il senso di un servizio civile realmente “universale”, che è tale se “condiviso fra istituzioni, organizzazioni, cittadini, perché contribuisce alla ripresa sociale, economica, culturale, ambientale del Paese, in modo civile e nonviolento, perché accessibile a tutti i giovani che chiedono di farlo, in modo progressivo e perché include tutti i profili giovanili e dota i giovani di competenze pratiche, sociali e trasversali, inserite nei repertori e riconosciute”.
La due giorni di ASC vede gli interventi, tra gli altri, di Claudia Fiaschi, Portavoce del Forum del Terzo settore, di Felisia Farnese, Presidente della Consulta nazionale del servizio civile, di Titti Postiglione, Direttrice dell’Ufficio nazionale del SCU, oltre che di vari esperti che parteciperanno alle tavole rotonde di approfondimento. La giornata di sabato sarà infine dedicata agli adempimenti statutari e al rinnovo degli organi dirigenti. (FSp)