Anziani e doveri della società: ecco la Carta elaborata dalla Commissione per la riforma dell’assistenza
Il diritto alla tutela della dignità della persona anziana, diritto a una vita attiva di relazione, diritto a un’assistenza responsabile: mons. Paglia, in un editoriale su Vita Pastorale, illustra la Carta redatta dalla Commissione per la riforma dell’assistenza agli anziani, da lui stesso presieduta, così come è stata presentata al premier Draghi. “Proposta che impegna tutto il sistema sociosanitario”
“La Commissione per la riforma dell’assistenza agli anziani, istituita nel settembre 2020 dal ministro Speranza, e ora insediata a Palazzo Chigi, ha redatto una Carta dei diritti degli anziani e dei doveri della società, che presenta una nuova visione della vecchiaia. Non dobbiamo dimenticare che l’Italia è il secondo Paese al mondo – dopo il Giappone – più anziano. Gli ultrasessantacinquenni sono 14 milioni. È un vero e proprio ‘nuovo popolo’: tutti vivremo venti, trent’anni in più. Il problema è che non sappiamo come viverli questi lunghi anni. Si tratta di ‘inventarli’. E perché questo avvenga è indispensabile individuare alcuni princìpi ispiratori che presiedano l’impegno per prendersi cura degli anziani. Questa la ragione della Carta dei diritti degli anziani e dei doveri della società”. Così mons. Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia accademia per la vita, in un intervento pubblicato sul numero di marzo del mensile Vita Pastorale. Mons. Paglia è il presidente della Commissione stessa e ricorda che “la Carta è stata consegnata – assieme a un progetto di riforma – al presidente Draghi che l’ha accolta come documento ispiratore della nuova visione che vede negli anziani non un peso da sopportare, ma una grande risorsa per uno sviluppo inclusivo e sostenibile del Paese”.
La Carta si sviluppa in tre capitoli, ricorda Paglia nel suo intervento. Vediamoli.
Il diritto alla tutela della dignità della persona anziana
Il primo capitolo della Carta è dedicato alla tutela della dignità delle persone anziane, “e fissa due importanti princìpi – afferma Paglia -: ‘La persona anziana ha il diritto di determinarsi in maniera indipendente, libera, informata e consapevole con riferimento alle scelte di vita e alle decisioni principali che lo riguardano’. L’altro: ‘È dovere dei familiari e di quanti interagiscono con la persona anziana fornirgli in ragione delle sue condizioni fisiche e cognitive tutte le informazioni e conoscenze necessarie per una autodeterminazione libera, piena e consapevole’”.
Qui, per mons. Paglia, viene individuato uno dei più grandi problemi della vita degli anziani: la privazione della possibilità di scegliere. “Accade spesso che l’anziano perda la casa per motivi familiari, per ragioni economiche, soprattutto per mancanza di servizi. La Commissione prevede una riforma profonda che già il titolo del primo capitolo chiarisce: ‘L’abitazione come luogo di cura per gli anziani’. Il motivo è semplice e inoppugnabile: per chi è avanti negli anni, la casa è il luogo degli affetti e della memoria, della storia e del vissuto. Perderla vuol dire perdere la memoria. Ecco perché si propone una riforma profonda delle Rsa – continua -: debbono essere aperte alle visite sia dei familiari che degli amici; si debbono rinnovare i criteri di accreditamento – a livello nazionale – per poterle aprire; debbono far parte di un continuum assistenziale: in tal senso debbono essere strutture a tempo e non definitive; è necessario un rigoroso controllo e una trasparenza della pianta organica, nonché un appropriato potenziamento”.
“La Commissione ha voluto approfondire, in collaborazione con Istat, il tema delle condizioni degli over 75. In quella fascia di età si trovano oltre un milione di anziani con gravi difficoltà motorie e nelle attività fisiche e strumentali della vita quotidiana, senza aiuto familiare, pubblico o privato, che vivono soli o con il coniuge anziano. Si pensi alle barriere architettoniche, alle case senza ascensore, ai ripidi centri montani, insomma alle difficoltà di chi vive senza un accompagnamento. Per queste ragioni la Commissione raccomanda un potenziamento senza precedenti della cosiddetta Adi, Assistenza domiciliare integrata e continuativa”, sottolinea mons. Paglia.
I diritti a una assistenza responsabile
Anche il secondo capitolo, nei suoi primi due articoli, disegna diritti e doveri per una assistenza responsabile, affermando che “la persona anziana ha il diritto di concorrere alla definizione dei percorsi di cura, delle tipologie di trattamento e di scegliere le modalità di erogazione dell’assistenza sanitaria e sociosanitaria. Le istituzioni e gli operatori sanitari e sociosanitari hanno il dovere di prospettare alla persona anziana tutte le opzioni disponibili per l’erogazione dell’assistenza sanitaria e sociosanitaria”.
“La lotta al dolore attraversa tutti e tre i capitoli della Carta – sottolinea mons. Paglia -: essa è insieme diritto, tutela di assistenza e cura, accompagnamento umano e sociale nella consapevolezza che il dolore non può e non deve essere vissuto in solitudine. Da questo desiderio che è di tutti, semplicemente di essere curati nel migliore dei modi, e accompagnati nelle diverse difficoltà della vita, nasce la proposta della Commissione di un modello nuovo di cura, vicino alle abitazioni, attento al sociale, preoccupato della prevenzione, alla ricerca di sinergie”.
Il diritto a una vita attiva di relazione
La terza sezione è dedicata alla garanzia di una vita di relazione, alla libertà di scelta della forma di convivenza, alla lotta alle discriminazioni e al sostegno di chi si prende cura degli anziani. “Si intrecciano qui tre temi di estremo rilievo – evidenzia il presidente della Commissione -: la consapevolezza che l’anziano nella sua fragilità dipende ancor più dalle relazioni e dall’affetto, da una rete di contatti quotidiani che lo circonda e lo sostiene; la lotta a ogni forma di emarginazione e di esclusione; il sostegno a chi se ne prende cura. Per questo è ancora più grave il fatto che molti siano lasciati soli in una incuria sociale che diviene presto e inesorabilmente domanda sanitaria. Spesso sono lasciati soli anche i familiari”.
“La base del continuum assistenziale che il progetto della Commissione prevede, ossia prendersi cura di tutti gli anziani e rispondere a seconda dei loro bisogni, è costituita da servizi di rete e di monitoraggio per i più fragili – ossia tutti gli anziani non autosufficienti – e i più anziani, a partire dai 4 milioni di over 80 che vorremmo vedere tutti monitorati e accompagnati”.
Conclude mons. Paglia: “La proposta presentata dalla Commissione impegna tutto il sistema sociosanitario perché non siano più tollerate le situazioni di vero e proprio sfruttamento degli anziani in case ‘abusive’ (talora veri e propri lager) senza regole di accreditamento, senza trasparenza e senza controlli. Sono convinto che partire dall’attenzione ai più fragili significa favorire uno sviluppo inclusivo e diffuso. Gli anziani sono anche un crocevia di economie: quella digitale, quella dei servizi, quella verde e quella dei consumi. Ripartiamo da loro per un nuovo umanesimo che ‘onori’ i nostri anziani. E la società sarà benedetta”.