Anziani e Covid, Uneba: “Riaprire le Rsa alle visite, ma servono regole chiare”
Uneba si appella al Governo e alle regioni perché approvino protocolli e regole chiare. “Vogliamo garantire sia la protezione dal virus che la gioia della relazione personale ad anziani e disabili”
“Le strutture residenziali per anziani e per persone con disabilità associate ad Uneba, quasi tutti non profit di radici cristiane, non vedono l'ora di riaprire alle visite di persona dei famigliari delle persone accolte: ci appelliamo al Governo e alle Regioni perché approvino protocolli e regole chiare, in modo da poterlo fare in sicurezza”. Così Uneba, la più rappresentativa organizzazione di categoria del settore sociosanitario e socioassistenziale: raccoglie circa mille enti in tutta Italia che si dedicano ad anziani, persone con disabilità ed altre fragilità. Uneba che aggiunge: “Vogliamo garantire sia la protezione dal virus che la gioia della relazione personale ad anziani e disabili, che sono i più fragili di tutti; ai famigliari, spesso non ancora vaccinati; e alle comunità intere dei territori delle nostre strutture, perché verso ognuna sentiamo la nostra responsabilità”.
“Alcune Regioni stanno svolgendo, progettando o avviando sperimentazioni sulle aperture, a cui guardiamo con favore e con disponibilità. Ma servono comunque delle indicazioni nazionali – afferma Uneba: come ci sono per i ristoranti e per gli stadi, chiediamo ci siano anche per le strutture sociosanitarie. Che invece sono ignorate nel Decreto Riaperture”.
La richiesta: vaccinare un familiare per ogni ospite
E' da gennaio 2021 che Uneba, unendosi ad altre voci, insiste a chiedere “un vaccino contro la solitudine”, cioè che per ogni anziano o persona con disabilità accolti in una struttura sia vaccinato un famigliare, in modo da poter riprendere le visite. “Lo ribadiamo ancora: i famigliari degli ospiti delle strutture sociosanitarie abbiano priorità nel piano vaccinale – è la richiesta di Uneba -. Oltretutto adesso ci sono condizioni particolarmente propizie per riaprire le visite con le modalità più sicure: non solo perché con la bella stagione è più facile organizzare incontri all'aperto, ma soprattutto perché nelle nostre strutture la quasi totalità delle persone accolte e dei dipendenti è vaccinata: sono luoghi più sicuri di tanti altri. I nostri paesi e città, invece, sono ancora, dolorosamente, ben lontani dalla sicurezza”.
“Ogni giorno puntiamo sulle relazioni”
Le relazioni umane sono il dono più grande, per tutti e in particolare per le persone fragili: coltivare le relazioni è da sempre uno degli obiettivi delle strutture sociosanitarie, anche se a volte, purtroppo, anziani e persone con disabilità sono dimenticati o trascurati dai loro famigliari.
“Coltivavamo relazioni prima della pandemia, abbiamo continuato anche nei momenti più duri della pandemia – continua Uneba -: in tutta Italia, durante un periodo professionalmente ed umanamente difficilissimo, il personale ha dedicato professionalità e umanità (e gli enti hanno dedicato ulteriori risorse economiche!) a permettere la comunicazione con videochiamate, incontri attraverso i vetri, ‘stanze degli abbracci’ ed altre modalità ancora. Oltre a cercare di essere un, seppur imperfetto, sostituto di famigliare per gli anziani che non potevano vedere i loro cari. Appena i famigliari potranno tornare a entrare quotidianamente nelle strutture, saranno accolti con gioia: sono partner del progetto educativo, sono vitali per il benessere degli ospiti e sono, non poche volte, anche volontari al servizio di tutte le persone assistite”.