Agricoltura sostenibile e “sociale”. Il caso del progetto “Legàmi di Vite” dedicato alla vitivinicoltura
La multifunzionalità dell’agricoltura: un motore potente di sviluppo, non solo per la produzione agricola in senso stretto.
Agricoltura sostenibile. Assioma evidente, visto che la buona agricoltura (l’aggettivo non è posto a caso), è per definizione compatibile con l’ambiente e quindi sostenibile. Tutto cambia e sale di livello però se accanto alla sostenibilità si pone anche una intensa attività rivolta alle ricadute sociali della produzione agricola, e una altrettanto forte attenzione all’interscambio virtuoso tra i componenti della filiera agroalimentare. I casi di agricoltura sostenibile attenti alla circolarità dell’economia e alle ricadute sociali dell’attività, ci sono e devono essere valorizzati.
E’ il caso di “Legàmi di Vite”, un importante contratto di sviluppo “verde” avviato nel comparto vitivinicolo dell’Emilia-Romagna che prevede interventi per oltre 115 milioni di euro di cui 81 milioni sul versante ambientale. Con il coordinamento di Enoteca Regionale, il progetto è stato presentato al ministero dello sviluppo economico per il tramite di Invitalia, ed è più che ambizioso. A “Legàmi di Vite” hanno aderito alcune delle più importanti realtà regionali cooperative che rappresentano circa 12mila imprese agricole socie, per un totale di 470mila tonnellate di uva lavorata e qualcosa come tre milioni e 400mila ettolitri di vino imbottigliato all’anno. Numeri notevoli anche sotto il punto di vista occupazionale, con circa un milione e 232mila giornate di lavoro agricolo e con circa 2.800 unità impiegate nelle cantine. Obiettivo dell’iniziativa è lo sviluppo di una filiera sostenibile e circolare in vitivinicoltura, anche con la messa a punto di un protocollo ambientale. “Legàmi di Vite” prevede interventi di diversa tipologia tra i quali la trasformazione di prodotti agricoli del settore vitivinicolo e loro sottoprodotti (circa 67.000 tonnellate all’anno derivanti dai processi di vinificazione), in acido tartarico naturale e biocarburanti avanzati; ma si prevedono anche l’efficientamento energetico nei processi produttivi, l’applicazione di tecniche per la riduzione dei gas effetto serra, la riduzione dell’impatto ambientale dei processi, la realizzazione e il potenziamento di sistemi di depurazione delle acque reflue in uscita dagli stabilimenti, il miglioramento dei sistemi di confezionamento e di stoccaggio. Oltre che ovviamente un ampliamento della capacità produttiva. “Una quota importante dell’investimento – si legge in una nota -, servirà anche per proiettare le aziende regionali verso un’industria 4.0, digitalizzata e con un alto grado di innovazione tecnologica. Il tutto si tradurrà anche in un aumento occupazionale stimato in circa 70 nuove assunzioni”.
Ma qual è il significato vero di iniziative come “Legàmi di Vite”? La risposta è solo apparentemente facile. “Legàmi di Vite” è infatti l’esplicitazione concreta delle potenzialità di quella che una volta veniva sinteticamente indicata come multifunzionalità dell’agricoltura: un motore potente di sviluppo, non solo per la produzione agricola in senso stretto. E’ dalla multifunzionalità che, negli anni, sono nate attività come l’agriturismo ma anche ruoli ormai acquisiti dagli agricoltori come “guardiani della natura” e “custodi dell’ambiente e del territorio”. Agricoltura non solo in grado di produttore alimenti, ma anche altro di buono per tutti. Un’attività che – occorre sottolinearlo con forza -, non può e non deve esimersi dal chiudere bene ogni anno i bilanci d’impresa. Attività, quindi, che deve essere capace di far profitto, posto però al servizio del bene comune. Cosa ovviamente non facile.
La crescita delle esigenze di protezione ambientale, l’attenzione verso la qualità dell’alimentazione, la strategicità del settore agroalimentare (balzata ribalta in questi ultimi mesi), hanno poi accentuato proprio il carattere unico e multifunzionale del settore agricolo e agroalimentare.
Progetti come “Legàmi di Vite” sono così buoni esempi utili per comprendere meglio cosa significhi oggi fare produzione agroalimentare. Iniziative che vanno sostenute.