"Adotta un nonno". A Padova la solitudine si batte con le lettere dei bambini
Sono una cinquantina i “nonni” che hanno ricevuto una lettera da parte dei bambini della scuola primaria Giovanni XXIII. L’iniziativa è nata dalla Consulta di quartiere 3a insieme all’associazione S.Pio X Pescarotto, la scuola e il Csv di Padova e Rovigo. Dallo scambio di lettere nascerà uno spettacolo teatrale
Combattere l’isolamento imposto dalla pandemia e la solitudine con uno scambio epistolare e mantenere vivi i ricordi dei nonni nei più piccini. È questa la sfida del progetto “Adotta un nonno” lanciata a Padova che mira a mettere in contatto gli anziani soli con i bambini del quartiere. L’idea è nata nel Quartiere 3 di Padova e ha coinvolto una cinquantina di anziani che non hanno una rete familiare su cui contare, la Consulta di quartiere, l’associazione San Pio X Pescarotto, la scuola primaria Giovanni XXIII e il Csv di Padova e Rovigo. Alle lettere inviate dai bambini, con disegni ma anche domande per avviare un dialogo intergenerazionale, hanno risposto proprio in questi giorni i “nonni”. “In passato le scuole del quartiere invitavano i nonni per far raccontare ai bambini i mestieri e com’era il quartiere - racconta Adriano Zoncapè presidente dell'associazione S.Pio X Pescarotto che sul territorio si occupa di anziani -. Il Covid ha bloccato queste iniziative e allora si è pensato di fare qualcosa che non fosse in presenza. E così è nata l’idea di far colloquiare nonni e bambini attraverso delle lettere. Abbiamo fatto un po’ di telefonate mirate alle persone che conosciamo sul territorio e abbiamo trovato una cinquantina di nonni che hanno accettato ben volentieri e ci hanno dato la disponibilità. Abbiamo consegnato le lettere dei bambini e proprio in questi giorni abbiamo portato le risposte dei nonni”. La pandemia, spiega Zoncapè, ha cambiato molto la quotidianità di molti anziani e tra i nonni, oltre alle tante limitazioni, pesa anche la “stanchezza di non aver rapporti sociali”. A coordinare le attività ci ha pensato la Consulta di quartiere. “L’idea è nata nel maggio del 2020 - racconta Silvio Falcone, membro della Consulta di quartiere 3a Est -. Poi, anche grazie al Csv di Padova e Rovigo, sono state coinvolte anche altre associazioni”. Non si tratta di un progetto del tutto nuovo, aggiunge Falcone. “Già in passato sono stati realizzati progetti simili e anche nelle Rsa”, ha aggiunto Falcone. L’obiettivo è mantenere vivo il rapporto intergenerazionale tra anziani e bambini, nei mesi della pandemia e non è detto che in futuro non possa coinvolgere anche altri nonni e altri bambini. Quel che è certo è che da questo primo scambio epistolare nascerà uno spettacolo teatrale grazie ad altre due associazioni del territorio, La fattoria in città e Atelier Panzuto. “Stiamo seguendo la realizzazione del progetto - conclude Falcone - sperando di poter realizzare uno spettacolo teatrale, sempre che la pandemia ci permetta di farlo”.