A Garbatella la meglio gioventù è in piazza: don Alessandro al fianco dei ragazzi per intercettare il malessere
Riprendersi la piazza. Ma in maniera consapevole, rispettosa degli altri e dello spazio cittadino. Parte da qui, la manifestazione per recuperare i luoghi della socialità, promossa ieri sera, 5 luglio, dalla parrocchia di San Francesco Saverio di piazza Domenico Sauli, nel quartiere romano della Garbatella. Il parroco, don Alessandro Di Medio, ha intercettato la sensibilità delle istituzioni, coinvolgendo anche le forze dell’ordine, per gettare luce sui rischi che la popolazione più giovane corre dopo un anno e mezzo di limitazioni.
Riprendersi la piazza. Ma in maniera consapevole, rispettosa degli altri e dello spazio cittadino. Parte da qui, la manifestazione per recuperare i luoghi della socialità, promossa ieri sera, 5 luglio, dalla parrocchia di San Francesco Saverio di piazza Domenico Sauli, nel quartiere romano della Garbatella.
Il parroco, don Alessandro Di Medio, ha intercettato la sensibilità delle istituzioni, coinvolgendo anche le forze dell’ordine, per gettare luce sui rischi che la popolazione più giovane corre dopo un anno e mezzo di limitazioni.
“La piazza dalla sera fino a notte fonda è vissuta dai giovani e giovanissimi. Questo è un bene perché i ragazzi devono riscoprire la socialità ma la nostra preoccupazione è che siano abbandonati a loro stessi”, racconta don Alessandro che conosce la zona da anni. “Con la fine del coprifuoco – continua – è cresciuta l’ansia dei giovani di riprendersi le strade, ma quello che sentiamo sono urla che nascondono un malessere di fondo”.
“È importante che le istituzioni e gli attori sociali come la parrocchia si sintonizzino, per non lasciar cadere nel vuoto il bisogno di aiuto di tanti giovani”.
La Garbatella è cambiata. Non è quella dei decenni passati, celebre nelle cronache così come nei romanzi di Pasolini per la vita turbolenta. Oggi il quartiere vive una rinascita: i prezzi delle case sono saliti, le vie dei lotti popolari sono inserite nei tour turistici, anche grazie ai film e alle serie tv girate qui, gli uffici sono tanti, così come i locali di ritrovo. Non è il far west, ma i problemi dei giovani restano simili a quelli riscontrati in altre zone della grande periferia romana: sfiducia nel futuro, disoccupazione, famiglie disgregate alle spalle.
“Nei lotti – continua don Alessandro – alcuni vivono ai domiciliari. C’è delinquenza e degrado sociale. Dovere della parrocchia è fare in modo che il malessere non sia trascurato”.
Contro l’iniziativa don Alessandro ha comunque registrato malumore: “C’è chi storce il naso e non vede di buon occhio la nostra attività in piazza”.
Dal Municipio VIII l’appoggio invece c’è: “Serve un intervento integrato perché le strutture istituzionali non hanno abbastanza risorse per rispondere all’enorme questione sociale che si è aperta dopo il Covid”, spiega il presidente del Municipio Amedeo Ciaccheri. “Ne è un segnale – dice – che anche la parrocchia si faccia portavoce di un incontro fra istituzioni e forze dell’ordine per essere parte attiva della soluzione”.
“C’è un tema forte – aggiunge – , presente in tutte le classi di età, di come la crisi economica e l’incertezza sul futuro si siano abbattute. Con i nostri servizi sociali e la rete di volontariato, abbiamo attivato percorsi per avere ben chiaro quale sia stato l’impatto sulla popolazione. Abbiamo lavorato con l’associazionismo durante la pandemia per progetti di supporto e sostegno rivolti all’infanzia e all’adolescenza. Tutto questo oggi è più evidente dopo la pandemia.
Il tema è come condividiamo la vita sociale nella piazza. I giovani sentono il bisogno di riprendere gli spazi che durante l’anno sono stati assenti.
Fra loro sentiamo una grande esigenza con la fine del coprifuoco di trovare momenti di incontro. Per loro è mancata la quotidianità”.
A parte vedersi in piazza, i vari attori vogliono mettere in campo soluzioni.
“A cominciare da uno sportello di supporto psicologico – afferma don Alessandro – che aiuti gli adolescenti, ma non solo. E poi uno spazio di incontro per la domanda e offerta di lavoro e infine un corso professionale”. Tutte iniziative che la parrocchia metterà a disposizione dopo l’estate.
Per il Municipio, è tempo di “Lavorare a una corresponsabilità sociale – commenta Ciaccheri – per sentirci coinvolti della situazione psicologica che la comunità sta vivendo in questo periodo”. Il Municipio ha inoltre lanciato un programma, chiamato @wiki8 per dedicare spazi agli adolescenti, un centro per le famiglie e una piattaforma di collaborazione dal titolo @municipio_solidale.
Elisabetta Gramolini