Villa Immacolata. Grazie alle Elisabettine: due appuntamenti per salutarle dopo il loro servizio di 75 anni

Villa Immacolata. Dopo 75 anni di preziosa presenza, le religiose lasciano la casa di spiritualità. Due appuntamenti, il 18 giugno e 14 luglio, per salutarle

Villa Immacolata. Grazie alle Elisabettine: due appuntamenti per salutarle dopo il loro servizio di 75 anni

Grazie, grazie e ancora grazie! Villa Immacolata saluta le suore Elisabettine che dopo 75 anni di servizio nella casa di spiritualità diocesana lasciano definitivamente la struttura. Era il 18 giugno del 1959 quando il primo direttore di Villa Immacolata, mons. Pietro Brazzo, nella cronaca di quel giorno annotava: «Oggi per questa casa è festa solenne. Oltre che celebrare il beato Gregorio Barbarigo, noi con riconoscenza diciamo grazie alle venerate suore Elisabettine che da dieci anni operano incessantemente per il bene di tanti sacerdoti e laici che qui vengono alla ricerca di Dio. Siamo grati alla madre generale per questo dono e al venerato confratello don Pietro Costa che per primo si interessò per avere la collaborazione della congregazione per la nascente Opera di Villa Immacolata». Un anno prima dell’apertura ufficiale della casa, le suore Elisabettine erano entrate nella struttura, dove hanno garantito il loro prezioso servizio per ben 75 anni. «Nel tempo della loro presenza sono passate di qua 63 religiose – ricorda il direttore attuale di Villa Immacolata, don Federico Giacomin – Sono state una presenza preziosa, svolgendo molteplici servizi. Hanno dato il loro tempo, le loro competenze, il loro tratto femminile, la loro storia, la loro passione. Nel volgere del tempo si è evoluta anche questa loro presenza, sapendo però sempre accogliere, introdurre, accompagnare le persone che hanno frequentato questa casa, gli ospiti ma anche il personale stesso. Come Chiesa di Padova vogliamo, dunque, celebrare i 75 anni di storia sacra delle suore francescane Elisabettine presso Villa Immacolata, ringraziare e salutare definitivamente la loro presenza presso questa casa con due appuntamenti in giugno e luglio». Suor Agnese Loppoli, suor Milva Rossi, suor Piacelestina Ferin e suor Aloisia Gabaldo compongono l’attuale comunità delle Elisabettine che prestano servizio a Villa Immacolata. «Siamo molto dispiaciute, posso dire che non si tratta di una decisione, ma di una necessità per la congregazione, alla luce del fatto che l’età media delle consorelle aumenta rapidamente anche a causa della scarsità di vocazioni – racconta suor Agnese Loppoli che, dopo una lunga esperienza in missione, si trova da una decina di anni Villa Immacolata – Cerchiamo di essere una presenza discreta, ma sempre accogliente verso coloro che vengono qua per ristorare l’anima, magari in cerca di serenità e di una relazione più diretta e intensa con il Signore. Per far questo ci prendiamo cura degli ambienti, di una parte del giardino, della chiesa, in modo tale che chi entra a Villa Immacolata possa sentirsi a suo agio. È bello per noi stare insieme con gli ospiti nei momenti di preghiera e in alcuni casi provvediamo anche alla animazione liturgica».

Due momenti

Due sono i momenti pensati per ringraziare le suore Elisabettine per la loro presenza durata 75 anni a Villa Immacolata. Il primo appuntamento è martedì 18 giugno alle 21 nell’anfiteatro esterno con lo spettacolo dal titolo “Secondo Orfea: quando l’amore fa miracoli”, gradito ritorno a Torreglia. È la storia di una donna, Orfea – interpretata dall’attrice Margherita Antonelli – che vive in Galilea ed entra in contatto con una coppia, Maria e Giuseppe, in attesa di un bimbo, Gesù, di cui si prenderà cura e che le cambierà la vita. Il secondo momento sarà la messa di domenica 14 luglio alle 19.30 presso l’anfiteatro esterno, presieduta dal vescovo Claudio Cipolla, che a nome dell’intera Chiesa diocesana dirà grazie alla congregazione nelle persone di suor Maria Fardin, madre generale, e a suor Enrica Martello, madre provinciale delle suore Elisabettine per il bene realizzato. Si pregherà anche perché il testimone del loro prezioso servizio possa essere raccolto da un’altra famiglia religiosa.

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