Vaccino. La proposta: "Johnson agli invisibili, coinvolgere le associazioni"
Migranti in attesa del riconoscimento del permesso di soggiorno o senza dimora. "Intercettare queste persone attraverso il mondo dell'associazionismo". E' la proposta lanciata dal capogruppo del Pd in consiglio regionale della Liguria, Luca Garibaldi
Vaccinare gli invisibili presenti in Liguria con il monodose Johnson, coinvolgendo le associazioni e la rete dei servizi sociali per intercettare chi non è noto al sistema sanitario regionale. E' la proposta lanciata attraverso l'agenzia Dire dal capogruppo del Partito democratico in consiglio regionale della Liguria, Luca Garibaldi.
"Si stanno aprendo le vaccinazioni per ogni fascia d'età, pensiamo di vaccinare anche i turisti, tutti quelli che possono prenotarsi sono sufficientemente coperti- analizza il dem- rimane il tema degli invisibili, migranti in attesa del riconoscimento del permesso di soggiorno o senza fissa dimora che non hanno accesso al sistema di prenotazione perché non sono negli elenchi del sistema sanitario regionale, non hanno un codice fiscale né una tessera sanitaria neppure provvisori".
Ecco, dunque, la proposta: "Bisogna intercettare tutte queste persone attraverso il mondo dell'associazionismo e la rete dei servizi sociali che ogni giorno si occupa di loro per offrirgli pasti, cure e un tetto. Bisogna offrire anche a loro la campagna vaccinale, proponendo il vaccino Johnson perché è monodose e si tratta di persone che non è così facile intercettare una seconda volta per un richiamo". Trovare una soluzione per queste persone, prosegue Garibaldi, è imprescindibile: "Non bisogna lasciare indietro né dimenticare nessuno, il vaccino è un diritto universale, una regola di umanità nonché un tema di salute pubblica e una strategia epidemiologica importante per proteggere anche chi vive in condizioni di emarginazione e chi gli vive intorno. La Costituzione dice che vanno curati tutti gli individui, non tutti i cittadini".
Il consigliere spiega, inoltre, che il tema riguarda anche chi è in possesso di tessere sanitarie e codici fiscali provvisori rilasciati dalla Questura "perché non è detto che siano stati caricati nei sistemi regionali per la prenotazione". Garibaldi riconosce che si tratta di un tema di valenza nazionale, "ma è importante iniziare a lavorarci fin da ora e chiedere al governo e al commissario straordinario la possibilità di muoversi anche in questa direzione. Si tratta di pochi casi e poche dosi, ma è essenziale costruire una strategia per tutelare tutte le persone". (DIRE)