Una povertà che condanna. La privazione educativa e culturale, colpisce a fondo i più piccoli

Secondo le stime dell’Istat sul 2021 in Italia sono 1,750 milioni i minori che vivono in povertà assoluta

Una povertà che condanna. La privazione educativa e culturale, colpisce a fondo i più piccoli

“È inaccettabile che ancora oggi ci siano bambini che non abbiano mai letto un libro o visitato una mostra, o addirittura non frequentino la scuola”.

Facile trovarsi d’accordo con la precedente affermazione, fatta da Isabella Catapano, direttrice generale di Fondazione L’Albero della Vita, che nei giorni scorsi ha presentato alla Camera dei deputati i dati emersi dall’Indagine sulla povertà educativa in Italia, realizzata tra agosto e settembre 2022, con la supervisione scientifica dell’Università di Palermo.

L’indagine ha coinvolto 454 beneficiari del programma nazionale di contrasto alla povertà “Varcare la soglia”, attivo a Milano, Perugia, Genova, Napoli, Catanzaro e Palermo, in particolare nelle periferie più disagiate. E i primi dati che la Fondazione aveva già diffuso nei mesi scorsi sottolineavano anzitutto come la condizione di povertà materiale fosse diventata più severa rispetto all’anno precedente l’ultima rilevazione, In particolare, per quello che riguarda l’alimentazione, la Fondazione sottolineava che il 68% del campione analizzato “non riesce sempre a garantire tre pasti al giorno in famiglia”. Addirittura Il 50% “non riesce o non riesce sempre a garantire almeno un pasto al giorno a base di carne, pesce o equivalenti vegetali mentre il 58% non riesce a mangiare frutta e verdura fresche ogni giorno”. Nello stesso tempo la Fondazione indicava come nel 2023 la vera emergenza da segnalare fosse “in particolare relativa alla povertà educativa: non solo per quello che riguarda la scuola però. ma principalmente per la deprivazione culturale”.

Secondo le stime dell’Istat sul 2021 in Italia sono 1,750 milioni i minori che vivono in povertà assoluta, si tratta quindi di un numero importante, che normalmente preferiremmo dimenticare. L’azione della Fondazione Albero della vita, come quella di tante altre realtà che operano sul campo, ha anzitutto il valore di portare sotto i riflettori un’emergenza reale.

I risultati dello studio mostrano come il 74% delle famiglie intervistate viva in condizione di povertà estrema. Per il 63% del campione è difficile acquistare materiale scolastico e abbigliamento adeguato per la scuola, cosa che produce tra l’altro un diffuso senso di inadeguatezza nelle famiglie oltre, non di rado, una generale sfiducia nei confronti dell’istituzione scolastica. Istituzione che tuttavia è percepita dall’80% dei bambini intervistati come “un’opportunità” per scoprire i propri interessi e progettare il futuro. Il 74% pensa sia anche un mezzo per guadagnare fiducia in sé stessi.

In effetti la scuola dovrebbe essere proprio un motore positivo nella direzione dell’inclusione e della promozione dei più giovani. Per questo si capisce ancora di più il “grido” della Fondazione che sempre attraverso la sua direttrice generale afferma: “Colpendo i minori nel periodo più vulnerabile della loro esistenza la povertà materiale ma soprattutto educativa determina uno svantaggio che difficilmente potrà essere colmato”.

In buona sostanza, la privazione educativa e culturale, colpisce a fondo i più piccoli, “genera un forte impatto sulle loro capacità relazionali e psicologiche” – si legge sul report della Fondazione – e soprattutto “non permette loro di sognare, di immaginare, come invece dovrebbe fare ogni bambino”. Senza sogni e immaginazione il bambino “non sarà in grado di pensare un futuro diverso per sé e per chi gli sta a cuore e quindi incapace di emanciparsi dallo stato di bisogno”.

Inutile dire che una preoccupazione del genere non è di nicchia. Riguarda tutti.

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Fonte: Sir