Una mano sempre ribelle e il potere della musica
Ricordati di Bach”, di Alice Cappagli (Einaudi editore) comincia con quello che viene derubricato a un “inconveniente” (un incidente stradale che lede per sempre il nervo della mano sinistra), la storia della piccola Cecilia, otto anni e figlia unica. Sarà la passione per la musica a salvarla dal trauma
Comincia con quello che viene derubricato a un “inconveniente” la storia della bambina Cecilia, otto anni e figlia unica, fino a quel momento curata e accudita come un bonsai nelle serre dell’imperatore e, di punto in bianco, catapultata in una nuova vita da un incidente stradale che lede per sempre il nervo della mano sinistra. Sarà la passione per la musica a salvarla dal trauma e dallo scetticismo dei suoi genitori, che interpretano ogni suo slancio come velleitario. Perché Cecilia, contro il parere di mamma e papà, si iscriverà all’istituto Mascagni di Livorno (il conservatorio), dove incontrerà uno strano e improbabile insegnante: il maestro Smotlak, un uomo che ama scommettere e che, quando scommette, non torna indietro. Anzi, nel caso di Cecilia, vuole proprio bruciare le tappe. I dieci anni che seguono sono un susseguirsi di sfide: "A volte la mano sembrava un’appendice ribelle, ma a volte era parte di me, e in quei momenti era come riuscire a fare una verticale dopo infiniti tentativi". Ma piano piano per Cecilia il sogno diventa progetto: diventare una violoncellista ed entrare in un’orchestra. Malgrado i bastoni tra le ruote che, talvolta, arrivano da chi per proteggere non riesce a sostenere.
“Ricordati di Bach”
di Alice Cappagli
(La recensione è tratta dal numero di SuperAbile INAIL di aprile, il mensile dell’Inail sui temi della disabilità)