Una buona notizia. La decisione della Banca Centrale Europea di abbassare il tasso d’interesse
La discesa dei tassi favorisce i mutui a tasso fisso e dà respiro a quelli conclusi a tasso variabile
Il primo a spellarsi le mani di applausi per la decisione della Banca Centrale Europea di abbassare il tasso d’interesse nell’eurozona al 3% è stato chi gestisce il debito pubblico italiano: l’ulteriore limatura dello 0,25% contribuisce a far spendere meno l’Italia di interessi sul suo colossale debito pubblico.
Questa decisione ribassista – è una tendenza in atto da qualche tempo – è stata dettata da due motivi: le economie dell’area euro non stanno certamente correndo, quindi c’è bisogno di far costare meno il denaro per stimolare gli investimenti; l’inflazione (che era volata a cominciare dal 2022) è sotto controllo e desta meno preoccupazioni.
Ma la buona notizia è buona per quasi tutti. Anzitutto per noi consumatori: chi deve acquistare un immobile (casa, ufficio, negozio, officina, terreni…) vedrà le offerte di mutui dei vari operatori finanziari scendere sotto quota 3%. Già ora ci sono banche che pubblicizzano un 2,6%, e i tassi sono ancora più favorevoli se gli acquirenti hanno meno di 35 anni. Sembrano sciocchezze, ma un tasso d’interesse che dal 3% scende al 2, abbatte la spesa degli stessi per un terzo nel corso degli anni del finanziamento. Migliaia di euro che ci rimangono in tasca.
La discesa dei tassi favorisce poi i mutui a tasso fisso e dà respiro a quelli conclusi a tasso variabile. Per questi ultimi la rata mensile si abbassa; per quanto riguarda i primi, è assolutamente da preferirli qualora siano appunto a tasso minuscolo, perché tale rimarrà per tutti gli anni del finanziamento. Si ricordi che a fine 2021 i mutui a tasso fisso ondeggiavano attorno all’1%!
E pure i prestiti ne godono. Gli acquisti a rate – automobili, ma anche mobilio, oggetti di medio valore, qualunque cosa sia appunto acquistata in quel modo – godranno di tassi più favorevoli. E sarà più facile per i venditori proporre soluzioni a tassi minimi o zero: uno sconto che a loro non costerà molto.
Chiaramente i più favoriti sono gli imprenditori che chiedono agli istituti finanziamenti corposi per realizzare investimenti di qualsivoglia tipo: qui ballano i milioni di euro e calano gli ostacoli ad affrontare l’impresa.
Si diceva che quasi tutti sono contenti. Quasi. Chiaramente pagheranno dazio tutti coloro che investono i loro risparmi in strumenti di debito (obbligazioni, titoli di stato): ottenere un 3% d’interessi diventerà un Everest. E sono poco felici pure le banche, che all’epoca dei tassi alti hanno realizzato meravigliosi profitti: ridicoli interessi pagati per i depositi bancari, che poi venivano impiegati magari al 10%. La cuccagna, per loro, si sta esaurendo.