Un’oasi di pace in stazione. Il 14 e 15 giugno l’atrio principale della stazione ha ospitato il “Klostermarkt”, il mercato dei conventi

All’interno della stazione centrale di Zurigo, si è fatta spazio una colorata oasi di pace e serenità

Un’oasi di pace in stazione. Il 14 e 15 giugno l’atrio principale della stazione ha ospitato il “Klostermarkt”, il mercato dei conventi

L’altoparlante annuncia l’arrivo del treno al binario 7 e contemporaneamente sollecita i viaggiatori ad affrettarsi a salire su quello in partenza dal binario 12. I messaggi si susseguono l’uno dopo l’altro e la voce metallica riempie l’aria facendo da sottofondo al rullio delle ruote dei trolley e al ticchettio dei tacchi di qualche pendolare in ritardo. E poi ci sono gli uomini in giacca e cravatta che intrattengono articolati scambi verbali col nulla, gesticolando animatamente mentre cercano di farsi spazio tra quanti, naso all’insù, sembrano ipnotizzati dalle linguette del tabellone che, come i numeri di una slot machine, scrivono in tempo reale la cronaca di arrivi e partenze. E dei ritardi, amplificati dalla frenesia di agende con i minuti contati, dove impegni e appuntamenti si incastrano come pezzi di un puzzle, l’uno accanto all’altro, con precisione svizzera.

La stazione centrale di Zurigo, con i suoi 11mila metri quadri di superficie, gli oltre 2.900 viaggi e i circa 466.800 passeggeri al giorno è una delle stazioni più frequentate al mondo. È uno snodo per i treni provenienti da Svizzera, Germania, Francia, Austria e Italia. Composta da una stazione di capolinea fuori terra, una stazione di capolinea sotterraneo e due stazioni di transito, 16 binari tronchi in superficie e due interrati, nonché due volte quattro binari passanti sotterranei, tutti adibiti al servizio viaggiatori, è una delle più antiche della Confederazione elvetica. 

Nei giorni scorsi, in mezzo a fretta e tensione, che sono la trama e l’ordito della quotidianità all’interno della stazione centrale di Zurigo, si è fatta spazio una colorata oasi di pace e serenità.

Per il secondo anno consecutivo, infatti, l’atrio principale della stazione ha ospitato il “Klostermarkt”, il mercato dei conventi. Il 14 e 15 giugno scorso, dalle 11 alle 19, religiosi e religiose di 22 conventi, monasteri e comunità provenienti dalla Svizzera, così come da altri Paesi di lingua tedesca, hanno aperto una finestra sul mondo della vita consacrata. Trenta gli stand che hanno caratterizzato questa secondo edizione della manifestazione, dove sono stati messi in vendita prodotti realizzati interamente a mano, secondo tradizioni tramandate per secoli di generazione in generazione. I benedettini di Mariastein hanno proposto, ad esempio, le specialità alimentari del loro convento, così come candele, rosari fatti a mano, statuette della Madonna e icone; i confratelli di Einsiedeln hanno proposto invece il loro vino, libri, cd e dvd in cui è raccolta la loro attività musicale.

Un tripudio di sapori nello stand delle domenicane di Cazis (con formaggi, torte alle noci, confetture, gelatine, sale alle erbe, sciroppi e liquori, oltre a rosari, icone e candele), così come in quello delle domenicane di Weesen e in quello delle domenicane di Ilanz, che hanno addolcito le giornate con il miele del convento tintura di propoli, biscotti, creme e tinture varie. I francescani e la famiglia francescana della Svizzera hanno proposto – tra l’altro – oggetti in porcellana, presepi, torte e caffè. C’era anche sr. Doris Engelhard del convento francescano di Mallersforf, che è l’unica suora produttrice di birra al mondo. E poi i salesiani, con lo spazio per il calcetto e una pista per le biglie realizzata all’interno della sagoma di un campanile alta 4,5 metri, che non hanno attirato l’attenzione solo dei più piccoli.

I visitatori del “Klostermarkt” hanno potuto osservare come vengono scritte le icone e realizzati i rosari, hanno potuto osservare come nascono le ostie, gustare specialità monastiche direttamente in stazione e scoprire i tanti volti dell’artigianato monastico.

Al centro del “Klostermarkt” è stata realizzata anche una cappella – una tenda con l’anima in legno e rivestita di tela bianca – dove chi desiderava poteva fermarsi a pregare in silenzio e dove, due volte al giorno, le diverse comunità hanno animato la preghiera dell’ora media e quella dei vespri. 

Il “Klostermarkt – promosso e raccontato sui social per il secondo anno consecutivo dalla “Katholische Kirche in Kanton Zurich”, l’associazione fondata nel 1964 che riunisce le 23 parrocchie cattoliche di Zurigo – è stato soprattutto un’occasione di incontro e di dialogo con le persone (anche e soprattutto con quelle che generalmente con la Chiesa tengono le distanze), a cui ha partecipato anche il vescovo Josef Maria Bonnemain. 

“Il nostro obiettivo – spiega p. Thomas Fässler, promotore del Klostermarkt – è quello di creare nuovi modi di incontrare le persone. Il Klostermarkt vuole dialogare con il maggior numero possibile di persone al di fuori della vita religiosa. La nostra priorità non è quella di vendere prodotti, ma quella di essere vicini alle persone e incontrarle. Si tratta di un arricchimento reciproco, che viene facilitato dalla possibilità di sedere insieme a mangiare qualche specialità gastronomica, scambiando una chiacchierata, arricchiti da musica dal vivo suonata da monaci e monache”.

“La stazione ferroviaria di Zurigo è il più grande snodo della Svizzera, frequentato ogni giorno da tantissime persone, pendolari e turisti, che attraversano le sue sale – spiega nel presentare l’iniziativa Michael Glaus, presidente dell’associazione Klostermarkt –. È quindi un luogo unico per incontrare un’ampia varietà di persone. Per i religiosi che partecipano è un’ottima occasione per dialogare e stabilire contatti”. Glaus sottolinea inoltre come “i religiosi delle varie comunità presenti sono soliti includere nelle loro preghiere quotidiane sia gli eventi mondiali che i destini personali delle persone che incontrano e in questo modo le accompagnano”. “Questa è per me un’iniziativa molto importante – prosegue –. Conosco diverse comunità religiose e apprezzo molto la cura pastorale che offrono. Questa ambientazione permette alle comunità partecipanti, di incontrare persone al di fuori del loro ambiente ecclesiale abituale. Nella prima edizione del Klostermarkt sono rimasto molto colpito dall’apertura che c’era da entrambe le parti. I visitatori erano molto interessati alle diverse offerte e si sono presi il tempo per conoscerle da vicino. Ma anche suore e monache erano entusiaste per i numerosi incontri e conversazioni. Credo che questa iniziativa sia un vero arricchimento per tutti”.

“Poter organizzare il Klostermarkt mi offre inoltre l’opportunità per restituire qualcosa”, afferma Glaus. Originario di Benken (San Gallo), oggi lavora come avvocato in una banca. Dal 2014 al 2017 è stato membro della Guardia Svizzera Pontificia. Nel tempo libero è ancora attivo con le ex Guardie Svizzere. E anche le Guardie Svizzere, con le loro uniformi colorate, hanno partecipato al Klostermarkt con uno stand informativo. Del resto anche loro hanno un legame con i monasteri svizzeri, visto che un monaco di Einsiedeln è responsabile della cura pastorale dei giovani svizzeri in Vaticano come cappellano della Guardia Svizzera. 

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Fonte: Sir