Un libro di racconti/favole che parla delle ragioni che spingono i migranti a venire a cercare un futuro in Europa
Molti i lettori che lo hanno portato con sé nei loro viaggi e hanno postato sulla pagina Facebook della Casa della solidarietà la foto del libro.
In Senegal viveva un uomo che aveva tre figli. Era molto povero. Non possedeva nulla, tranne la casa in cui viveva. Amava tanto i suoi figli e non sapeva a chi lasciare in eredità la casa. Non voleva venderla, perché l’aveva ricevuta in dono dai suoi genitori. Gli venne allora un’idea e disse ai suoi figli: “Andate nel mondo e cercate la vostra strada. Imparate qualcosa. Quando tornerete da me, mi mostrerete cosa avete imparato e chi di voi avrà avuto maggior successo, avrà la casa in eredità”. Mouhamed, il primogenito, assecondò la sua passione per il mare e divenne pescatore. Ben presto, però, dovette fare i conti con le grandi barche straniere, che andavano a pescare nelle acque senegalesi, sottraendo così pesce e lavoro alla gente del posto. Mouhamed venne licenziato e decise di andare a cercare la sua strada in Europa. Kebe, il secondogenito, amava cucire. Era bravo e nella sua città divenne presto famoso per le sue creazioni. Ma la fama e la gloria non durarono a lungo. L’apertura di negozi che vendevano a prezzi molti più convenienti abiti provenienti dall’Europa fece sprofondare le vendite del negozio in cui lavorava Kebe, che ben presto si trovò disoccupato. Decise allora di prendere quel poco che aveva raggranellato e di partire per l’Eldorado, la terra dell’oro, l’Europa. Lamine, il più piccolo dei tre figli, andò a lavorare nei campi, al servizio di un contadino. Imparò molto, ma anche lui si trovò presto senza lavoro.
Un giorno, infatti, degli uomini ricchi, giunti dall’Europa, acquistarono il terreno del contadino per cui lavorava. Il giovane iniziò a girare, di paese in paese, cercando lavoro presso altri contadini, finché anche lui non decise di imbarcarsi alla volta dell’Europa. Qualche anno più tardi i tre fecero ritorno a casa dal padre. Mouhamed aveva aperto una pescheria in Germania, dove vendeva pesce senegalese e al padre portò due cassette di pesce. Kebe non aveva fatto fortuna in Europa e decise allora di scambiare il suo permesso di soggiorno con un biglietto per tornare in Senegal. Nello scambio guadagnò tanto, che ebbe soldi a sufficienza per aprire un proprio negozio e tornare a fare il sarto in Senegal. Al padre portò in dono un abito dai mille colori. Lamine giunse dal padre con un fagottino, contenente tre arachidi. Raccontò la sua storia di agricoltore “vagabondo” e offrì tutto quello che aveva: tre arachidi. Il padre decise di premiare il figlio più piccolo e, tra le proteste degli altri due altri, spiegò era quello che aveva imparato di più: ognuno di loro, proprio come quelle arachidi, era partito dalla terra e alla terra vi aveva fatto ritorno. Tutti allo stesso modo, indipendentemente da quanto avessero guadagnato nella vita. Lamine ringraziò il padre per il dono e gli chiese di non offendersi, ma la casa lui non la voleva. “Così come sono arrivati i pescherecci e i commercianti stranieri, così un giorno ci potrà essere qualcuno che ci porterà via anche la casa e, se non sarà così, un giorno prima o poi crollerà”. “Tutto ci possono portare via, tranne una cosa: il sole che splende nel cielo d’Africa e nel nostro cuore”, aggiunse prima di riprendere il cammino.
Questa è delle quindici storie raccolte in “Weg, nur weg” (Strada, solo strada), libro scritto da Alexander Nitz della Casa della solidarietà di Bressanone, in cui – attraverso le favole – si parla delle ragioni (su cui troppo spesso non ci si sofferma abbastanza) che spingono una persona a lasciare la propria terra per cercare l’Eldorado in Europa. Un libro per i più piccoli, ma non solo. Un libro che in queste settimane estive ha fatto tanta strada. Molti i lettori che lo hanno portato con sé nei loro viaggi e hanno postato sulla pagina Facebook della Casa della solidarietà la foto del libro. Da Washington a Roma, da Londra all’Ucraina, passando naturalmente per l’Africa. Strada, solo strada. Tanta strada, per superare i pregiudizi e per andare incontro all’altro che bussa alla nostra porta.