Ucraina, raccolta di fondi e farmaci per le persone con epilessia rimaste nel paese
Iniziativa della Lega italiana contro l’epilessia. Tassi: “Trovare i farmaci è praticamente impossibile. Chi soffre di epilessia però deve assolutamente mantenere stabile la terapia". Raccolta fino al 31 marzo
Farmaci e aiuti economici ai colleghi medici e alle persone con epilessia travolte dalla guerra: si mobilitano la Lega Italiana Contro l’Epilessia e la Fondazione Epilessia Lice che dall’Italia lanciano una campagna per la raccolta di farmaci anticrisi e di fondi da destinare alla Lega Contro l’Epilessia dell’Ucraina. A causa della guerra, spiegano i promotori, "l’assistenza alle persone con epilessia rimaste nel paese sta subendo importanti limitazioni e addirittura il reperimento dei farmaci sta diventando un grave problema".
La raccolta fondi di Lice proseguirà fino al 31 marzo 2022 e ogni donazione potrà essere effettuata versando una somma anche piccola tramite Donazione spontanea PayPal o tramite bonifico IBAN IT 43 A 03069 09606 100000060774 – Fondazione Epilessia LICE. A conclusione della campagna saranno pubblicati sul sito e sui canali della LICE, sia l’importo totale raccolto che il destinatario dei fondi.
“La situazione in Ucraina è estremamente difficile – racconta Laura Tassi, presidente della Lice e dirigente medico in Chirurgia dell’epilessia presso l’Ospedale Niguarda di Milano - i nostri colleghi ucraini ci hanno raccontato di molti pazienti con epilessia costretti negli scantinati per paura di morire sotto le bombe. Trovare i farmaci in questo momento è praticamente impossibile. Chi soffre di epilessia però deve assolutamente mantenere stabile la terapia, non possiamo permetterci di abbandonare queste persone al proprio destino”.
L’allarme della Lice si aggiunge a quello lanciato da tante organizzazioni umanitarie e società scientifiche italiane e internazionali, che in queste settimane si sono mobilitate per il sostegno alle persone con disabilità le quali, a causa dell’attacco della Russia in Ucraina, si teme vengano abbandonate.