Ucraina: diocesi Lecce, 16 bimbi ucraini accolti dalle famiglie di Squinzano cominciano il percorso scolastico
“Una bella esperienza di accoglienza che la comunità parrocchiale di Squinzano sta vivendo, facendo rete anche con le istituzioni, con le scuole e con le associazioni presenti sul territorio”.
Così don Alessandro Scevola, parroco a Squinzano, definisce l’accoglienza già da due settimane di 23 profughi ucraini di cui 16 bambini da parte delle famiglie che frequentano la parrocchia San Nicola e Mater Domini. “Famiglie della comunità parrocchiale che hanno aperto gratuitamente le porte delle loro case per accogliere questi nostri fratelli e sorelle più sfortunati che provengono della zona del Donbass”.
Grazie alla collaborazione della dirigente scolastica Loredana De Simone, delle insegnanti e di tutto il personale scolastico in tempi brevi si è riusciti ad inserire tutti i bambini e i ragazzi all’interno delle classi. Li hanno accolti tanti palloncini, cartelloni con scritte in ucraino e russo, tante canzoncine e sorrisi. Non sono mancate le lacrime delle mamme dei piccoli bimbi ucraini e delle famiglie ospitanti che, insieme con don Alessandro Scevola e don Francesco Pesimena (parroco e viceparroco), hanno partecipato ai diversi momenti di accoglienza nei diversi plessi scolastici. “Proprio ieri all’interno delle scuole i 3 bambini più piccoli sono stati accolti nelle scuole materne e asili nido, gli altri 13 bambini sono stati accolti nella scuola primaria e secondaria – racconta don Scevola –. Insieme con le mamme ucraine e con le mamme delle famiglie che li ospitano, siamo stati a vivere questo momento di accoglienza nelle diverse scuole. I bambini ora sono in classe, sono integrati all’interno del tessuto scolastico. Ovviamente per queste prime settimane per loro orari flessibili, schede di adattamento e di apprendimento della lingua italiana, utilizzo delle immagini e poi tante coccole e tanti sorrisi per far dimenticare loro quella terribile pagina di storia che la guerra. Così stiamo donando loro un sorriso che la guerra ha tolto loro”.