“Tutto quello che c’era da fare”: il 2 agosto 1980 dei volontari di Anpas
Un video per raccontare il giorno della strage alla stazione di Bologna dal punto di vista dei volontari di Anpas. Marco Vigna (volontario): “Tutti sanno che il 118 è nato quel giorno. Provammo che l’unico modello di assistenza possibile era integrare tutti, soprattutto i volontari”
“Quando siamo arrivati alla stazione non c’era più la stazione, ma la sera, a fine turno, non si piangeva: l’emozione non veniva fuori con le lacrime". A parlare è Stefano Ragazzi, volontario Anpas, tra i soccorritori della strage della stazione di Bologna, il 2 agosto di 40 anni fa. Quella di Stefano è una delle voci che vanno a comporre “”, il video racconto, inedito, dei soccorsi fatti dai volontari Anpas in seguito all’attentato. Un omaggio alle vittime, ma anche ai soccorritori che si adoperarono in ogni modo per dare supporto e assistenza alle vittime dell’attentato.
Il sistema dei soccorsi in città prima dell’attentato, il coinvolgimento del volontariato, l’allarme e la corsa in stazione dei soccorritori, il coordinamento nonostante i collegamenti telefonici saltati, i trasferimenti negli ospedali, l’assistenza ai familiari delle vittime, il mutuo aiuto tra i volontari a fine giornata: storie e voci che si intrecciano nella memoria a quarant'anni dall'attentato.
Il racconto inizia il 26 luglio 1980, quando sul Resto del Carlino venne pubblicato un articolo che denunciava le difficoltà e i ritardi delle ambulanze: “Troppe o non arrivano”. Poi il 2 agosto alle 9.30, quando Marco Vigna, prima volontario della pubblica assistenza Anpas di Bologna e poi infermiere, si trova al Comune di Bologna per una riunione con l’obiettivo di coordinare il sistema di soccorso. E proprio durante quella riunione arriva la chiamata dell’attentato nella stazione: durante l’emergenza, il modello di emergenza su cui le istituzioni stavano lavorando, divenne operativo sul campo: “Tutti sanno che il 118 è nato il 2 agosto 1980 – dice Marco Vigna –. Fu provato e testimoniato che l’unico modello possibile era integrare tutti, soprattutto i volontari per la capacità di innovare il sistema”.
“Tutto quello che c'è da fare è ciò che facciamo da sempre, da più di cento anni – spiega Fabrizio Pregliasco, presidente Anpas –, ma non si limita a tutto ciò che è possibile fare, va oltre. Questo documentario lo racconta in pieno. Come testimonia Marco Vigna, all’epoca il coordinamento dei soccorsi, il volontariato è andato oltre innovando, durante l’emergenza, un sistema e ponendo le basi operative per permettere la nascita del sistema di emergenza e soccorso che conosciamo oggi. È importante farne memoria sempre, soprattutto per ricordare chi, da quell'attentato, ne ha subito le peggiori conseguenze”. Gli fa eco il bolognese Carlo Castellucci, vicepresidente Anpas: “Quella del 2 agosto è una ferita aperta per tutti noi, ma la memoria è un esercizio che dobbiamo fare costantemente come volontari delle pubbliche assistenze, come parte integrante di un sistema che ancora oggi porta soccorso e assistenza coinvolgendo sempre più persone su tutto il territorio nazionale”.
Oltre al video, Anpas, grazie ai suoi giovani volontari, per commemorare il 2 agosto ha realizzato anche un podcast: “Un punto fisso per Bologna”.