Trapianti. Una vita da donare e un’attesa non vana
Trapianti Il Veneto è la prima Regione in Italia per crescita di trapianti da donatore deceduto. Feltrin: «Sarebbe impossibile senza la divulgazione della cultura del dono»
«Tutti i malati dovrebbero poter tornare alle loro vite. Non passa giorno che non ringrazi la persona, che non conosco, che mi ha donato il cuore. Prego per lui e per la sua famiglia. Perché il mio caso è la dimostrazione che dopo la morte c’è la vita». A parlare è Francesco, nome di fantasia, 46 anni, di Costa di Rovigo, un lavoro da dipendente pubblico. Operato a Padova l’11 maggio 2023 dall’equipe del prof. Gino Gerosa, è il primo trapianto al mondo di cuore da donatore a cuore fermo da venti minuti che diventano 45 se si contano anche i 25 minuti di ischemia funzionale calda. «La telefonata che mi ha salvato, e cambiato la vita, arriva il 5 maggio, dopo due anni e mezzo in lista d’attesa, passati praticamente fermo a casa: avevo il terrore di muovermi ed ero perennemente attaccato al telefono. L’estate precedente al trapianto mi sono fatto tatuare il simbolo di un cuore proprio in corrispondenza del mio che funzionava male, e dentro il Tau, simbolo di san Francesco». Francesco e la sua storia sono già entrati nei libri di medicina come una tappa fondamentale nella chirurgia cardiaca. Il successo del trapianto ha aperto una strada, e oggi si contano quattro trapianti portati a termine a cuore fermo sempre a Padova e 17 in tutta Italia. A conferma di un 2023 da record il Veneto è la prima Regione in Italia per crescita percentuale di trapianti da donatore deceduto (più 30, 3 per cento), per numero di trapianti di cuore, rene e pancreas. Nel 2023 a Padova è stato eseguito il primo trapianto di fegato da due donatori viventi. Una paziente in pericolo di vita ha ricevuto due parti dell’organo da due nipoti. «Un primato non nasce mai per caso, ma è frutto di un lavoro di alta professionalità, costante e instancabile di un sistema sanitario tecnicamente eccellente, organizzato al meglio, composto da sanitari e da team che si mettono a disposizione 24 ore su 24, 365 giorni all’anno – spiega Giuseppe Feltrin, direttore del Centro regionale trapianti del Veneto – Per loro non ci sono Natale o Pasqua, ma vite da salvare, a prescindere, in qualsiasi momento. Ma i risultati non sarebbero possibili senza il lavoro del volontariato impegnato nella divulgazione della cultura del dono e senza i donatori e delle famiglie che scelgono, in un momento difficile e tragico per la perdita di un loro caro, di donare. È un lavoro insostituibile che si evince anche dai dati sul rifiuto alla donazione. Lo scorso anno in Veneto il numero è calato di 1,3 punti percentuali (19 per cento rispetto al 20,3 per cento del 2022, ndg)». Riguardo al dono, i potenziali donatori di organi che sono stati valutati nel periodo gennaio-dicembre 2023 sono stati 361, contro i 295 del 2022 con un incremento del 22,4 per cento. La mediana dei donatori valutati nel periodo 2016-2023 si attesta su 280 casi contro i 196 del periodo 2006-2015. Se poi si valutano i donatori effettivi (ossia quelli che hanno consentito il trapianto di almeno un organo), il dato del 2023 è di 226 contro i 177 del 2022 con un incremento del 27,7 per cento, il miglior risultato. La mediana dei donatori effettivi nel periodo 2016- 2023 è di 157 casi contro i 116 del periodo 2006-2015. «Statistiche così importanti sono possibili grazie a un sistema sanitario veneto che funziona, attento, altrettanto generoso e pronto a investire nell’innovazione, nella crescita e nella prevenzione – prosegue Giuseppe Feltrin – Ora gli obiettivi sono due: estendere a tutti gli ospedali veneti la donazione a cuore fermo e, proprio grazie a un finanziamento della Regione, formare il personale degli enti locali perché già agli sportelli anagrafe del proprio Comune il cittadino possa autorizzare nella propria carta di identità la donazione degli organi». Prima di assumere la direzione del Centro regionale trapianti, Feltrin era tutti i giorni in sala operatoria come cardiochirurgo: «È stata una scelta importante che non ho esitato a prendere. Dietro ogni numero c’è una storia di attesa e di speranza che medici, personale sanitario, famiglie conoscono bene. Ogni mattina controllo le liste di attesa. Oggi in Veneto 1.147 (866 rene, 148 fegato, 86 cuore, 14 pancreas, 33 polmone). Il nostro lavoro è una missione, lo dobbiamo alle tante persone che sperano e credono che un’altra vita per loro è possibile».
2023, l’anno dei trapianti in Italia: 4.462 interventi
Per la prima volta in Italia sono stati fatti oltre quattromila trapianti in un anno. Per la precisione nel 2023 sono stati realizzati 4.462 interventi, 586 in più rispetto al 2022 già considerato molto positivo. La Regione con il maggior numero di trapianti eseguiti è stata la Lombardia con 827, mentre in rapporto alla popolazione la prima è stata il Veneto, con 140,9 trapianti ogni milione di abitanti.
Dal 2015, sulla carta d’identità la propria scelta
Dal 2015, si può dichiarare la propria volontà di donare organi o di opporsi, nel momento del rinnovo della carta d’identità. Nel 2023, gli uffici anagrafe italiani hanno raccolto 2,4 milioni di consensi e 1,1 milioni di rifiuti.