Togliere i paraocchi. Per aprire ai migranti strade d’accesso sicure e legali
Non si tratta qui di stendere un bilancio tra favorevoli e contrati ma di chiedere un confronto libero dalle ideologie
“Respingerli è peccato grave. Servono vie d’accesso sicure e regolari”. Mercoledì 28 agosto Papa Francesco ha chiesto di far prevalere la cultura dell’accoglienza sulla politica del respingimento. Qualcuno non ha gradito le sue parole e ha reagito con la domanda, non nuova. che sostanzialmente così suona: “Quanti immigrati accoglie il Vaticano?”. É la stessa domanda che si era sentita sul territorio davanti ad alcune sedi vescovili in analoghe situazioni: “Perché il Vescovo non accoglie i migranti a casa sua?”.
Perché tornano queste domande, perché resiste l’incapacità o la non volontà di prendere atto che il pensiero e l’iniziativa della Chiesa sull’accoglienza non sono in nome di un’ideologia ma sono in nome del Vangelo?
Non c’è bisogno di giudicare chi esprime propri pareri e neppure di chiamare in causa strategie politiche che, con finalità ben note, trasmettono paure e diffidenze. Il pensiero va piuttosto alla formazione della coscienza di critici della cultura e della prassi della solidarietà che sono cresciuti e crescono in un ambiente culturale laico ispirato alla dignità umana e altri che hanno vissuto e vivono l’esperienza cristiana dove l’origine della dignità di ogni persona ha un nome.
Come è possibile che da comuni humus culturali e spirituali vengano sia coloro che prendono il largo per salvare vite in mare e accoglierle nelle città sia coloro che vedono questa scelta come espressione di buonismo e illegalità?
Non si tratta qui di stendere un bilancio tra favorevoli e contrati ma di chiedere un confronto libero dalle ideologie. Non si tratta di contrapporre gli uni agli altri ma di tenere accesa per entrambi la ricerca del bene comune, non si tratta di offrire sicurezze a tutto campo ma di vivere una sana inquietudine di fronte alla complessità, ancor meno si tratta di cercare voti per uno schieramento politico ma di fondare una buona politica.
Non aiuta a capire la realtà chi fa confusione su Chiesa e Vaticano dimostrando un’ignoranza che è bene correggere per non rendersi qualunquisti e inaffidabili.
É il tempo di togliere il velo delle ideologie su una realtà umana che avanza nel tempo e nello spazio, una realtà fatta di volti che nessuno può nascondere dietro numeri e statistiche.
Papa Francesco ha richiamato il dovere di uno sguardo umano, ha rinnovato l’invito a togliersi il paraocchi di fronte a ciò che ogni giorno anche i media raccontano. Forse è questa sua insistenza, questa sua testardaggine evangelica, a infastidire e a provocare domande che non fanno onore a chi le pone. Neppure a chi le considera sensate.