Televisione: seconda stagione per “The Bear”. Cucinare per riscattarsi e riparare le fratture dell’anima
Dal 16 agosto sono disponibili su Disney+ i nuovi episodi, che abbiamo visto in anteprima. Il programma conferma tutte le sue qualità, convincendo sotto il profilo della scrittura, della realizzazione e delle interpretazioni. Il punto Cnvf-Sir
Coltelli affilati in cucina e in famiglia. Torna “The Bear”, la serie rivelazione firmata da Christopher Storer che nella stagione 2022-23 si è imposta nel panorama televisivo raccogliendo diffusi consensi, suggellati da sei candidature ai settantacinquesimi Emmy Awards, gli Oscar della Tv: la cerimonia è spostata al 15 gennaio 2024 per via degli scioperi a Hollywood. Il protagonista Jeremy Allen White ha già conquistato riconoscimenti come miglior interprete tra Golden Globe, Sag Awards e Critics Choice Awards. Dal 16 agosto sono disponibili su Disney+ gli episodi della seconda stagione, che abbiamo visto in anteprima.
“The Bear” conferma tutte le sue qualità, convincendo sotto il profilo della scrittura, della realizzazione e delle interpretazioni.
È un’istantanea livida e appassionante del mondo della ristorazione, uno sguardo asciutto sulla vita di uno chef e della sua brigata tra ambizioni, irrisolti e disperato desiderio di riscatto. Tra i guest molte star hollywoodiane a partire dai Premi Oscar Jamie Lee Curtis e Olivia Colman. Il punto Cnvf-Sir.
Tre mesi per ripartire o fallire
Chicago oggi. Lo chef Carmy Berzatto (Jeremy Allen White) si è rimesso in gioco dietro ai fornelli. Insieme alla sorella Natalie (Abby Elliott), al cugino Richie (Ebon Moss-Bachrach) e soprattutto alla chef Sydney (Ayo Edebiri) hanno deciso di rilanciare il vecchio locale di famiglia, “The Beef”, un tempo gestito dal fratello Micheal (Jon Bernthal) morto suicida. Arriva così un nuovo nome, “The Bear”, la ristrutturazione totale del locale e corsi di formazione per il personale. Obiettivo? Non una mera sfida economico-professionale, un modo per sbarcare il lunario, bensì prendersi una rivincita contro le amarezze della vita, arrivando magari alla stella Michelin. I costi si fanno però ingenti e il tempo a disposizione è poco, appena 90 giorni. Sarà una vorticosa corsa impastata di entusiasmi, vertigini e rigurgiti di traumi dal passato…
Cucina specchio dell’anima?
Targata FX Productions (appartenente alla galassia Disney), la serie “The Bear” è ideata Christopher Storer (“Ramy”, regista anche delle serie “Little Voice” e “Dickinson”), che ne cura anche scrittura e regia.
La nuova stagione, dove gli episodi salgono da 8 a 10, risulta solidamente in linea con la prima in termini di complessità tematico-narrativa, stile di racconto e sguardo in chiaroscuro sul mondo della cucina. Non ci si accontenta però della ripetizione di una formula collaudata: la serie compie infatti un passo in avanti, amalgamando meglio la linea del racconto, la storia portante del rilancio del ristorante e le biografie dei personaggi.
Al centro di “The Bear” troviamo sempre il geniale e ammaccato chef Carmy, pronto a riappropriarsi della propria esistenza e professionalità dopo un doloroso sbandamento legato al suicido del fratello. Carmy resta il motore del cambiamento per tutti, in grado di coinvolgere i colleghi-amici nell’impresa e al contempo accompagnarli nel fronteggiare i vari limiti nascosti: “forza”, ad esempio, il cugino Richie a dominare il tuo temperamento spesso fuori controllo, esasperante, offrendogli una settimana di alta formazione in un ristorante stellato della città, dove i toni sono rigorosamente composti e l’atteggiamento studiato al millimetro. Ancora, Carmy stimola insieme alla chef Sydney le carriere stanche dei colleghi Tina (Liza Colón-Zayas), mandata a lezione per diventare la nuova sous chef, e Marcus (Lionel Boyce), in viaggio in Danimarca per apprendere nuove suggestioni sulla pasticceria.
In tutto questo,
la linea del racconto si compone come un concitato e coinvolgente diario di bordo delle settimane, dei giorni, che separano dall’apertura del ristorante “The Bear”.
Ogni episodio è un percorso di avvicinamento al giorno X, che ovviamente occupa la posizione finale. Il ritmo si fa sempre più serrato, ansiogeno e al contempo inebriante: “Every Second Counts”, dice una scritta sul muro del locale, che ritorna più volte nelle storie raccontate; una esortazione-monito che sintetizza i tempi al cardiopalma in una cucina professionale, ma anche nelle vite dei protagonisti. Salvarsi, trionfare o finire in bancarotta è questione di secondi.
Affari e memorie di famiglia
La famiglia è un altro filo tematico che corre lungo la serie. In primis troviamo la rappresentazione della famiglia che si forma sul posto di lavoro: è il legame che si crea nella brigata, non un semplice rapporto formale tra colleghi, bensì un collante di sentimento solidale, un’umanità che seppur fragile e “incrinata” tenta di salvarsi e di disegnare nuove rotte per il domani. Per tutti.Ancora, protagonista è la numerosa famiglia dei Berzatto, coinvolta a più livelli nel progetto del ristorante. In questa seconda stagione di “The Bear” occupa un ruolo chiave la figura di Donna Berzatto (Jamie Lee Curtis), madre di Carmy, Natalie e dello scomparso Michael: Donna è protagonista nel sesto episodio, un lungo flashback (60 minuti) dedicato al giorno di Natale. Lì sono riuniti fratelli e cugini, è Donna a occuparsi del banchetto: scopriamo così una figura dai sentimenti accelerati e altalenanti, una madre appassionata e dolente che non riesce a governare se stessa. La cartolina natalizia dei Berzatto si sovraccarica così di incomprensioni, isterismi ma anche di diffusa tenerezza; un racconto perimetrato nel dramma, che sconfina anche nella commedia grottesca.
Parata di stelle
Il protagonista Jeremy Allen White è una delle rivelazioni di “The Bear”. Anche nella seconda stagione offre un’interpretazione di peso, vigorosa e magnetica. Abita il ruolo dello chef Carmy con convinzione, descrivendone perfettamente le sfumature del talento e i tornanti tempestosi dell’animo. In questi nuovi episodi è chiamato a empatizzare maggiormente con gli altri personaggi, in primis con Sydney, che lo affianca alla pari e non più come suo chef. Particolare sfida per Carmy è la dimensione sentimentale, dove esplora il difficile rapporto con la figura materna e la relazione con il medico Claire (Molly Gordon). L’uomo deve riappropriarsi della grammatica dei sentimenti, ma il cammino è dissestato.
Efficaci poi tutti i comprimari, in testa Ebon Moss-Bachrach, Abby Elliott, Ayo Edebiri e Liza Colón-Zayas. Perfetti nel rendere il travaglio in cucina e al contempo gli affanni interiori. Oltre a loro, molti guest hollywoodiani che con poche sequenze lasciano il segno: da Sarah Paulson nel ruolo della cugina Michelle a Bob Odenkirk in quelli dello zio Lee, come pure Will Poulter nei panni dello chef Luca e Olivia Colman in quelli della chef stellata Terry.
Menzione speciale per Jamie Lee Curtis: ha vinto nel 2023 l’Oscar come miglior attrice non protagonista nella commedia drammatica “Everything Everywhere All At Once” e ora si candida nuovamente a fare incetta di riconoscimenti nella serialità tv. La sua interpretazione di Donna Berzatto è semplicemente straordinaria: si spinge oltre confine, sagomando una madre incapace di perdonarsi per essere stata troppo ingombrante nelle vite dei figli. Jamie Lee Curtis gestisce con padronanza lampi di delirio e struggente smarrimento.
“The Bear. S2”, in breve
La serie corre veloce e intensa, portando lo spettatore direttamente nella cucina del ristorante. Ci si sente lì, esposti ai lavori del cantiere e desiderosi di assaggiare i piatti del nuovo menù. E il cibo si conferma uno dei grandi protagonisti di “The Bear”: osservato, meditato, sezionato e ricomposto, tutto a regola d’arte. Se nella prima stagione veniva fatta la radiografia, a tratti impietosa, della vita dietro ai fornelli, con quella pressione-stress capace di divorare, nella seconda il tema dominante è il sogno del riscatto, unito a doppio filo all’incubo del fallimento. La paura brucia nei dieci episodi, impastati anche di ambizioni e fiducia. “The Bear” si dimostra una serie per palati “scelti”, capaci di apprezzare l’abbinamento tra dolce e aspro, tra tenerezza e brutalità.
Lo stile si conferma ruvido e originale, lontano dalla banalità.
Richiamando la Guida Michelin, la serie “The Bear” merita di certo ben più di una stella. Complessa, problematica, per dibattiti.