Suicidio in carcere, garante: “Tema dell’esecuzione penale non rinviabile”

Sono 34 (in 33 settimane) nel 2021, il precedente in un altro istituto solo 36 ore fa. "Stato responsabile della privazione della libertà, ma anche della tutela dei diritti. L’interrogativo su come si adempia a tale compito diventa ineludibile"

Suicidio in carcere, garante: “Tema dell’esecuzione penale non rinviabile”

“La cronaca di oggi ci informa del trentaquattresimo suicidio in carcere del 2021: siamo alla trentatreesima settimana dall’inizio dell’anno. Questa volta il decesso è avvenuto a Vicenza. Il precedente suicidio era avvenuto in un altro istituto solo 36 ore fa. Le ragioni di un suicidio sono sempre imperscrutabili e nessuno vuole richiamare una responsabilità individuale di chi ha il compito di controllare una persona detenuta”. E’ la denuncia, affidata ad una nota, del Garante nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale.

“Resta il fatto che la persona che questa notte si è suicidata, oggetto di una misura cautelare iniziale, era entrata in carcere a mezzanotte e si è suicidata solo quattro ore dopo. Di lui la scheda non riporta quale fosse il reato che aveva determinato il fermo e l’arresto, e neppure i suoi precedenti. – si legge - Come detto, il tema che in questo caso preme sottolineare non è la responsabilità individuale di chi sorvegliava questa persona, tuttavia la responsabilità collettiva esiste ed è pesante. Quando, infatti, una persona viene affidata allo Stato, esso diventa non solo responsabile della privazione della sua libertà ma anche della tutela dei suoi diritti”. Per il Garante “l’interrogativo su come collettivamente si adempia a tale compito diventa ineludibile”.

“E’ per questo che si impone come non più rinviabile per tutti noi una diversa attenzione e azione sul tema dell’esecuzione penale e del carcere”, conclude.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)