Solidarietà. L’esperienza di Medicina Solidale e Fonte d’Ismaele al Festival del Cinema di Venezia

Evento speciale in occasione del Premio Kinéo. Proiettato il video realizzato da Ralph Palka e Cinzia TH. Torrini per raccontare le storie di "emarginazione e resurrezione" nelle periferie della capitale

Solidarietà. L’esperienza di Medicina Solidale e Fonte d’Ismaele al Festival del Cinema di Venezia

L’esperienza delle associazioni Medicina Solidale e Fonte d’Ismaele è stata protagonista di un evento speciale durante il 78° Festival del Cinema di Venezia. Infatti, in occasione della consegna del Premio Kinéo, evento speciale collaterale della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, è stato riservato uno spazio per raccontare la straordinaria esperienza delle associazioni Medicina Solidale e Fonte D’Ismaele al fianco dell’infanzia fragile, che sopravvive nella Capitale d’Italia.
In un breve e intenso documentario - che è stato proiettato in occasione della cena a Cà Sagredo Palazzo dei Dogi Morosini a Venezia – sono state presentate la storia e le attività delle due associazioni che a Roma da oltre 18 anni sono al fianco di chi vive ai margini e soprattutto dei più piccoli e fragili.
Il video è stato realizzato con la regia di Ralph Palka e Cinzia TH. Torrini.

L’Istituto di Medicina Solidale Onlus (Imes) si è costituita nel 2003 come associazione di volontariato non a fini di lucro. Dal 2004 opera in diverse aree della periferia romana a favore delle persone socialmente svantaggiate ed escluse dall’assistenza sanitaria. “La nostra mission è garantire il diritto alla salute per le fasce sociali povere ed emarginate realizzando sportelli socio-sanitari a bassa soglia d’accesso”, affermano i responsabili.
Fonte di Ismaele, invece, è una Comunità che si impegna a riconoscere nel bambino la natura di “persona” soggetto di diritti inalienabili, una Comunità che si impegna a tradurre i diritti in fatti con iniziative di accoglienza, accompagnamento e cura per l’infanzia e l’adolescenza più vulnerabile. Il focus delle attività è dunque la tutela dell’infanzia, attraverso servizi gratuiti dedicati alla cura all’accoglienza, all’ascolto e all’accompagnamento del fanciullo nel percorso di crescita. Il centro è stato intitolato idealmente all'opera e all'impegno di Padre Paolo Dall'Oglio che proprio con "Fonte d'Ismaele" vuole ricordare un tema caro al religioso gesuita, che vedeva nell'esclusione di Ismaele una situazione esistenziale in cui "Dio si era reso presente dandogli l'acqua necessaria per attraversare il deserto". Oggi. È stato sottolineato, troppi "piccoli Ismaele" sopravvivono nel deserto della periferie delle nostre città.

In occasione della serata è stata anche distribuita ai partecipanti una particolare spilla realizzata da Monica Ungarelli con la supervisione di Anna Paola Di Risio, founder di reEnchanting souvenir urbani
Testimonial delle due associazioni sono le attrici Francesca Valtorta, Bianca Nappi e Margaherita Tiesi.
"Il bambino - sottolinea Paolo Pelino, presidente di Medicina Solidale - deve essere riconosciuto come persona, ascoltato e tutelato sempre in ogni stadio del suo sviluppo soprattutto se nato in un ambito sociale degradato. Medicina Solidale ha questo obiettivo da 18 anni e ogni giorno con i suoi volontari e le tante persone che ci sostengono cerca di non fare sentire solo nessun bambino della nostra città, Roma".
“Dall’esperienza di medicina solidale è nata Fonte di Ismaele APS – spiega  Lucia Ercoli, coordinatrice di Medicina Solidale e presidente di Fonte d’Ismaele – un’associazione di promozione sociale, per tutelare i diritti delle persone di minore età. Libertà, formazione, salute e istruzione sono diritti ancora non garantiti in Italia per l'infanzia e l'adolescenza. Fonte di Ismaele sarà a fianco di ogni bambino perché l'età non sia più un elemento discriminatorio dei diritti inviolabili dell'infanzia. Ogni bambino è un cittadino, anche se in formazione. Ascoltare la voce dei più piccoli per farla risuonare in tutte le sedi istituzionali sarà il nostro principale impegno”.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)