Sinodo giovani, Terra Santa, Albania in Ue, rifugiati nel mondo, Def, amianto in Italia, Papa Francesco su preghiera per i nemici
Il riepilogo delle principali notizie dall'Italia e dal mondo a cura dell'agenzia Sir.
Sinodo giovani: Instrumentum laboris, “riconoscere, interpretare, scegliere” in una “cultura dell’indecisione”
“Riconoscere, interpretare, scegliere”. Sono i tre verbi attorno a cui si articola l’Instrumentum laboris del Sinodo dei vescovi sui giovani, diffuso oggi e articolato in tre parti: la prima dedicata all’analisi della condizione giovanile, la seconda ad offrire chiavi di lettura per un “discernimento” sulle questioni decisive, la terza per “aiutare i padri sinodali a prendere posizione rispetto a orientamenti e decisioni da prendere”. “Prendersi cura dei giovani non è facoltativo”, il punto di partenza per un “discernimento” inteso come “modo per stare al mondo, atteggiamento fondamentale e metodo di lavoro” e finalizzato ad offrire “strumenti pastorali per cammini vivibili da proporre ai giovani di oggi”, si legge nell’introduzione del documento, che si conclude con un’appendice sulla “santità”. “Orientamenti e suggerimenti non preconfezionati”, quelli offerti dal testo che farà da base ai lavori della XVI Assemblea generale del Sinodo dei vescovi – in programma dal 2 al 28 ottobre su “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale” – per “aprire e non chiudere processi” e offrire una bussola concreta in una “cultura dell’indecisione”, quale quella attuale, che “considera impossibile o addirittura insensata una scelta per la vita”.
Israele: leader cristiani a Netanyahu, “bloccare disegno di legge” che autorizza confisca delle proprietà ecclesiastiche
“Un attacco sistematico e senza precedenti contro i cristiani di Terra Santa”, capace di violare “i diritti più elementari” e minare “il delicato tessuto di relazioni” costruito lungo decenni tra le comunità cristiane locali e lo Stato ebraico. Con queste parole Theophilos III, patriarca greco ortodosso di Gerusalemme, Nurhan Manougian, patriarca armeno apostolico di Gerusalemme, e padre Francesco Patton, custode di Terra Santa, definiscono il disegno di legge israeliano che mira alla confisca di proprietà ecclesiastiche in Israele e che prosegue il suo iter verso l’approvazione. In una lettera indirizzata oggi al premier Benjamin Netanyahu, i tre leader cristiani, responsabili dello Statu Quo dei santuari della Terra Santa, ricordano che “la scandalosa proposta di legge è uno dei motivi principali della recente crisi scoppiata tra la comunità cristiana in Terra Santa e lo Stato di Israele e che, insieme all’imposizione di restrizioni arbitrarie e illegittime sui conti correnti bancari religiosi per presunte tasse municipali, in flagrante violazione dello Status Quo, ci ha portato a ordinare la chiusura della chiesa del Santo Sepolcro (dal 25 al 27 febbraio) come atto di protesta. Purtroppo – scrivono i tre capi cristiani – alcuni elementi del Governo di Israele stanno ancora tentando di promuovere un’agenda razzista e sovversiva, che punta alla divisione, minando lo Status Quo e prendendo così di mira la comunità cristiana sulla base di considerazioni fuori luogo e populiste”. Nella lettera è formulata anche la richiesta al premier israeliano “di agire in modo rapido e deciso per bloccare il disegno di legge la cui promozione unilaterale costringerà le Chiese a rispondere allo stesso modo”.
Albania: i leader delle comunità religiose scrivono a Macron e Merkel, “decisione importante” aprire i negoziati di adesione all’Ue
“L’apertura dei negoziati di adesione dell’Albania all’Ue è una decisione importante”. È quanto scrivono in una lettera al presidente francese Emmanuel Macron e alla cancelliera tedesca Angela Merkel i leader delle comunità religiose del Paese. “Noi albanesi siamo parte dell’Europa”, di una “storia che risale fino alle sue origini”, e “radici culturali e sociali comuni ci uniscono”, si legge nel testo inviato oggi al Sir. “Riteniamo che il nostro cammino verso l’Ue rappresenti ciò che è sempre stato il desiderio della nostra gente”, di una “società libera in cui ognuno può esercitare i propri diritti, tra cui fondamentale è il diritto alla libertà di religione e credo”. Musulmani, cattolici, ortodossi, protestanti, bektashi chiedono insieme a Macron e Merkel il “sostegno al processo di adesione” in un momento in cui “i valori di tolleranza, solidarietà e diritti umani sono sottoposti a forti pressioni a causa del radicalismo, del fanatismo e di altre ideologie nefaste”, e riconoscere così “il desiderio sincero di tutti gli albanesi” e appoggiare “il nostro impegno irreversibile per l’Albania come parte dell’Europa”.
Giornata mondiale rifugiati: i dati Onu, 68 milioni di migranti nel mondo. “Siamo a uno spartiacque”
Numeri impressionanti dal Rapporto annuale dell’agenzia Onu per i rifugiati (Unhcr) pubblicato oggi, vigilia della Giornata mondiale per i rifugiati: sono 68,5 milioni le persone che alla fine del 2017 si trovavano lontane dalle proprie case, perché costrette ad abbandonarle. Di loro, 25,4 milioni sono scappate a conflitti e persecuzioni: 2,9 milioni in più del 2016, “l’aumento più grande che l’Unhcr abbia mai registrato in un solo anno”. Di questi, poco più di un quinto sono palestinesi affidati all’Unrwa. Crescono anche i “nuovi sfollati”, con 16,2 milioni di sfollati nel 2017. Repubblica democratica del Congo, Sud Sudan e Myanmar sono stati i tre luoghi che hanno generato più sfollati. I richiedenti asilo in attesa dell’esito delle loro richieste di status di rifugiato erano 3,1 milioni alla fine del 2017 (300.000 in più rispetto al 2016). Diminuisce il numero di persone sfollate all’interno del proprio Paese (40 milioni del totale, rispetto a 40,3 milioni del 2016). “Siamo a uno spartiacque: il successo nella gestione degli spostamenti forzati a livello globale richiede un approccio nuovo e molto più completo, in modo che i Paesi e le comunità non siano lasciati soli ad occuparsene”, ha dichiarato l’Alto commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati Filippo Grandi.
Def 2018: Tria (min. economia), più investimenti pubblici ma debito sotto controllo
“Invertire il calo degli investimenti pubblici” ma tenendo sotto controllo i conti perché il calo del debito è “imprescindibile e necessario”. Intervenendo alla Camera in occasione del dibattito sul Documento di economia e finanza, il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, ha precisato di non essere ancora in grado di fornire numeri precisi, in quanto “la versione programmatica del Def verrà presentata a settembre” con la prevista Nota di aggiornamento (il Def attuale, varato dal governo Gentiloni, dimissionario, non poteva che fotografare la situazione a legislazione invariata). Tria ha comunque affermato la volontà del governo di “invertire il calo degli investimenti pubblici in atto dall’inizio della crisi”, anche correggendo gli “effetti non voluti” del nuovo codice degli appalti. A questo proposito ha annunciato che verrà costituita un’apposita task force. Il ministro ha anche confermato che nella politica economica del governo “il reddito di cittadinanza, volto a contrastare le sacche di povertà presenti in Italia tramite interventi non assistenziali bensì tramite l’integrazione nel mercato del lavoro, avrà un ruolo centrale”. Tria si è detto fiducioso sulla possibilità di “conciliare la crescita e l’occupazione con la sostenibilità del debito”.
Amianto: Ona, 6.000 decessi nel 2017 per malattie asbesto-correlate. “Confermato il trend in aumento”
A causa di malattie causate dall’esposizione all’amianto “solo in Italia, ogni anno, perdono la vita non meno di 6.000 persone, e tale trend è destinato ad aumentare per i prossimi anni, fino a raggiungere il picco massimo tra il 2025 e il 2030, per poi iniziare una lenta decrescita”. Le stime dell’Osservatorio nazionale sull’amianto (Ona) per il 2017, “confermano il trend in aumento, sia in ordine alle diagnosi, che, purtroppo, per i decessi”. In particolare nell’ultimo anno 1.900 nuovi casi di mesotelioma e 1.800 decessi, 3.500 decessi per tumori del polmone causati dall’amianto e 600 decessi per asbestosi. Sono alcuni dei dati contenuti nel “Libro bianco delle morti di amianto in Italia” presentato questa mattina a Roma per iniziativa dell’Osservatorio nazionale amianto (Ona). Tra i numeri contenuti nel volume, anche quelli relativi all’amianto ancora da bonificare in Italia: 32 milioni di tonnellate (di cui almeno 36,5 milioni di metri quadrati di coperture) di amianto compatto e 8 milioni di tonnellate di amianto friabile. I siti industriali contaminati “con notevole presenza di materiali di amianto” sono circa 50mila mentre gli edifici (pubblici e privati) sono 1 milione. Per Regioni e Asl “sono stati bonificati soltanto 6.869 edifici, su un totale sottostimato di 265.213, tra edifici pubblici e privati”. Secondo Ezio Bonanni, autore del “libro bianco” e presidente di Ona, “questi ritardi determinano la perdurante esposizione ambientale e lavorativa, a polveri e fibre di amianto, ancora a 26 anni dall’entrata in vigore della legge 257/92” prolungando la “strage di lavoratori e cittadini”.
Papa Francesco: a Santa Marta, “la preghiera del mafioso è: me la pagherai. La preghiera del cristiano è: Signore, insegnami ad amarlo”
“Amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori”: è il “mistero” a cui i cristiani devono conformarsi per essere perfetti come il Padre. Così il Papa nell’omelia della messa celebrata oggi a Santa Marta. “Dobbiamo perdonare i nemici”, ha spiegato Francesco, secondo quanto riferisce Vatican News: “lo diciamo tutti i giorni nel Padre Nostro; chiediamo perdono come noi perdoniamo: è una condizione, anche se non facile. Così anche pregare per gli altri, per quelli che ci danno difficoltà, che ci mettono alla prova: anche questo è difficile, ma lo facciamo. O almeno, tante volte siamo riusciti a farlo”. “Ma pregare per quelli che vogliono distruggermi, i nemici, perché Dio li benedica: questo è veramente difficile da capire”, ha ammesso il Papa: “Pensiamo al secolo scorso, i poveri cristiani russi che per il solo fatto di essere cristiani erano mandati in Siberia a morire di freddo: e loro dovevano pregare per il governante boia che li mandava lì? Ma come mai? E tanti lo hanno fatto: hanno pregato. Pensiamo a Auschwitz e ad altri campi di concentramento: loro dovevano pregare per questo dittatore che voleva la razza pura e ammazzava senza scrupolo, e pregare perché Dio li benedicesse! E tanti lo hanno fatto”. È la “logica difficile” di Gesù che, nel Vangelo, è racchiusa nella preghiera e nella giustificazione di quelli che “lo uccidevano” sulla Croce: “perdonali, Padre, non sanno cosa fanno”. “Ci farà bene pensare ai nostri nemici, credo che tutti noi ne abbiamo”, il consiglio del Papa: “La preghiera mafiosa è: ‘Me la pagherai’. La preghiera cristiana è: ‘Signore, dagli la tua benedizione e insegnami ad amarlo’”.