Sette, il vocabolo è superato il pericolo ancora no. I nuovi movimenti religiosi: parla Massimo Introvigne
Nuovi movimenti religiosi. Dopo il drammatico caso di Altavilla Milicia, in Sicilia, in cui hanno perso la vita una donna e due figli minorenni, facciamo chiarezza sul fenomeno delle deviazioni del fanatismo religioso in Italia
Lo scorso febbraio, un caso di cronaca nera particolarmente efferato, avvenuto all’interno di una famiglia di Altavilla Milicia in provincia di Palermo, ha fatto tornare tra le prime pagine dei giornali un tema effettivamente meno raccontato dai media: le deviazioni del fanatismo religioso di piccoli gruppi che arrivano a commettere crimini. Nel caso specifico di Altavilla Milicia il 54enne Giovanni Barreca, membro di una presunta “setta” staccatasi da un movimento evangelico, ha ucciso la moglie e due figli minorenni durante una cerimonia di esorcismo durata alcuni giorni. Ma per un evento estremo di cui hanno parlato tutti, sotto la coltre dell’indifferenza ci sono migliaia di aggregazioni di medie, piccole o microscopiche dimensioni in cui si coltivano fenomeni religiosi o para-religiosi che potremmo definire “devianti” per contenuti e per modalità di relazioni interne. Le famigerate sette sataniche, certo, ma anche gruppuscoli in cui gli adepti vengono vessati – moralmente e finanziariamente – dal guru di turno. Le dinamiche le conosciamo: il love-bombing (la bomba d’amore) iniziale per conquistare le persone, i ricatti, la dipendenza, l’allontanamento da lavoro, famiglia e i gruppi di amici. Data l’importanza dei vocaboli, innanzitutto c’è da capire se sia corretto continuare a utilizzare il termine setta per parlare di queste aggregazioni. Massimo Introvigne, sociologo e fondatore del Centro Studi sulle Nuove Religioni (Cesnur), ci spiega come il termine “setta”, nato insieme alla sociologia delle religioni per definire una religione appena nata, composta da membri convertiti da adulti – Max Weber infatti menziona il cristianesimo delle origini – sia poi passato armi e bagagli dalla sociologia alla criminologia. «Verso la fine del Novecento – spiega Introvigne – la stragrande maggioranza dei sociologi e degli storici delle religioni ha deciso di non utilizzare più il termine setta». Ora gli esperti preferiscono parole come “nuovi movimenti religiosi” o “movimenti religiosi criminali” per descrivere rispettivamente gruppi nuovi e non tradizionali o gruppi che effettivamente commettono crimini. In Italia, nuovi movimenti religiosi come i Testimoni di Geova e Scientology hanno stabilito una presenza costante. Anche se questi gruppi possono suscitare controversie, hanno vinto la maggior parte delle cause legali contro di loro e sono un punto di riferimento per una percentuale piccola ma duratura nel tempo della popolazione italiana. Introvigne osserva che la crescita di tali gruppi si è stabilizzata e che non rappresentano una minaccia significativa per le grandi religioni tradizionali. «Nonostante abbiano avuto una fase di crescita, oggi rimangono stabili intorno al 3 per cento della popolazione italiana – argomenta il sociologo – ciò significa che il 97 per cento degli italiani non è interessato». Un fenomeno più recente e rilevante, secondo Introvigne, è invece la frammentazione del sacro ai margini delle grandi religioni. Questo include la formazione di micro gruppi, spesso con pochi membri, che si staccano dalle principali tradizioni religiose. Gruppuscoli in uscita dalla Chiesa cattolica, ma anche dalle tradizioni protestanti. Alcuni di questi gruppi, come quello di Altavilla Milicia, possono diventare criminali. «In casi estremi, questi gruppuscoli possono commettere crimini gravi, ma la maggior parte rimane innocua» osserva Introvigne. Questi micro gruppi rappresentano una nuova forma di religiosità che riflette la frammentazione e la personalizzazione della fede nella società moderna. Un altro fattore cruciale nell’evoluzione dei nuovi movimenti religiosi è l’influenza della rete. Sebbene molti prevedessero che Internet avrebbe distrutto gruppi svelandone segreti e retroscena, Introvigne nota che la rete ha avuto un effetto diverso: ha infatti facilitato la diffusione di movimenti intorno a idee anche eccentriche, senza danneggiare significativamente i gruppi esistenti. «La rete può creare movimenti intorno a tesi bislacche che un tempo avrebbero avuto difficoltà ad emergere». Ben prima della rete, in effetti, un gruppo come la Chiesa dell’unificazione del reverendo Moon «da sessant’anni prende “bastonate” e viene aspramente criticato. Possiamo dire che l’avversione ne abbia rallentato la crescita, ma il gruppo non ha subìto perdite significative nemmeno dopo la morte del fondatore e le liti tra i suoi familiari che ne sono scaturite». In Italia, la presenza di gruppi estremisti religiosi e sette criminali è relativamente limitata, ma non inesistente. La maggior parte dei nuovi movimenti religiosi rimane stabile e non rappresenta una minaccia significativa per le grandi religioni tradizionali. Anche il numero di atei e agnostici, nonostante l’apparente secolarizzazione, non aumenta. Tuttavia, la frammentazione del sacro e l’individualizzazione della religiosità sono fenomeni in crescita: la sfida principale per le grandi religioni, secondo Introvigne, è infatti la religione fai-da-te. Benedetto XVI aveva già identificato questo fenomeno come una delle principali sfide pastorali del nostro tempo. La religione senza comunità, infatti, «è come una pianta senza radici: destinata a morire. La religione muore se non c’è una comunità», afferma il fondatore del Cesnur, che invita a ri-orientare lo sguardo: «Il mondo che forse dovrebbe attirare di più la nostra attenzione è quella maggioranza degli italiani che si dichiara “religiosa a modo suo”. Religiosi sì, ma senza aderire a nessuna religione organizzata». Ma come proteggere i più deboli dai fenomeni estremi? «C’è una certa percentuale di casualità. Diciamo che bisogna essere sfortunati per incorrere in situazioni di violenza – ammette Introvigne – Guardando al caso di Altavilla Milicia, il signor Barreca, di professione imbianchino, tra tanti amici con cui fondare un gruppo di quattro persone per discutere la Bibbia, ha trovato proprio due pazzi criminali, per cui ora passerà il resto della sua vita in un manicomio o in galera». Altra cosa è l’opposizione organizzata a gruppi religiosi che praticano l’ostracismo degli ex membri o rifiutano le trasfusioni di sangue, «cose non illecite per la legge italiana».