Servizio civile universale, confronto con i vertici per rilanciare la sfida

In Consulta nazionale la prima occasione di incontro formale degli enti con la ministra Dadone e il nuovo capo dipartimento De Giorgi. La Cnesc chiede che i riferimenti al servizio civile nel Pnrr siano collocati nel Capitolo “Infrastrutture sociali, famiglia, comunità, terzo settore” anziché in “Politiche attive del lavoro”. “Superare la focalizzazione sulla sola occupabilità per evitare distorsioni nel messaggio ai giovani”

Servizio civile universale, confronto con i vertici per rilanciare la sfida

Ieri in Consulta Nazionale del Servizio Civile Universale (Scu) c’è stata la prima occasione formale, per tutte le componenti del sistema, di incontrare i nuovi vertici. Quello politico con il Ministro Dadone e quello istituzionale con il Cons. De Giorgi, nuovo Capo Dipartimento. "Con interesse - dichiara Licio Palazzini presidente della Cnesc - abbiamo ascoltato dal Ministro l’indicazione degli obiettivi principali del suo mandato: allargamento dell’accesso al Scu di tutte le fasce giovanili, in particolare quelle meno dotate di autonomi strumenti di protagonismo, stabilizzazione dei fondi per un contingente di almeno 50 mila posizioni per il 2021-2023, anche con fondi europei tramite il Pnrr, contributo - anche attraverso il servizio civile - allo sviluppo della transizione digitale ed ecologica. Con il nostro intervento, come in molti altri, abbiamo sottolineato come questi obiettivi debbano essere iscritti nelle finalità del Servizio civile universale mirabilmente espressi dal Presidente Draghi in Parlamento e riportati nella Programmazione triennale.  Una difesa della Patria che abbiamo sentito più che mai  attuale durante la pandemia, periodo durante è stato ancora più evidente l'apporto dei giovani in servizio civile nel supporto alle comunità, nella protezione della popolazione più fragile e più in generale nella promozione dei principi costituzionali. Per questo abbiamo chiesto che i riferimenti al Scu nel Pnrr fossero collocati nel Capitolo ‘Infrastrutture sociali, famiglia, comunità, terzo settore’ anziché in ‘Politiche attive del lavoro’ e che fin dai prossimi giorni nella comunicazione politica emergesse questa natura del servizio civile universale, superando la focalizzazione sulla sola occupabilità. Questo anche per evitare distorsioni nel messaggio ai giovani e agli enti. La positiva risposta data dal Ministro a questa sollecitazione consolida le basi per una collaborazione di cui tutti avvertiamo la necessità. Infatti per il Servizio Civile Universale si pongono importanti sfide”.

Palazzini indica le più rilevanti: consolidare l’infrastruttura di base per un contingente numeroso, con una specifica attenzione alla funzione del Dipartimento e dell’Ufficio Servizio Civile Universale e al ruolo degli enti, su cui serve da una parte ridurre procedure burocratiche e dall’altra sostenere l’innalzamento della qualità ove serve. Avviare quelle innovazioni richieste dalla riforma e attese da tempo, quali la valorizzazione delle competenze civiche e trasversali degli operatori volontari, la produzione di report che diano conto dei risultati realizzati con i progetti a vantaggio delle comunità e del Paese, la qualificazione del coinvolgimento dei giovani con minori opportunità, lo sviluppo della dimensione europea e internazionale del Scu.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)