Servizio civile, la sfida di combattere il divario digitale
L'obiettivo è avviare entro il 2022 i primi mille “facilitatori digitali”, stanziati per l'attuazione 60 milioni di euro fino al 2024. Un webinar per presentare la sperimentazione. “Puntiamo a digitalizzare le procedure tramite SPID e a una gestione 100% full digital"
Si è svolto online l’8 giugno il webinar di presentazione del Programma quadro di sperimentazione del “Servizio Civile Digitale”, promosso dal Dipartimento per le Politiche giovanili e il Servizio civile universale (SCU) e dal Dipartimento per la Trasformazione digitale, con il supporto di Formez. L’iniziativa, riservata agli Enti accreditati per il SCU, si colloca nel percorso di presentazione dei nuovi Programmi di intervento sperimentali, che terminerà il prossimo 29 luglio, con l’obiettivo di avviare entro il 2022 i primi 1.000 giovani in servizio civile, che saranno chiamati a svolgere il ruolo di “facilitatori digitali”. Il “Servizio Civile Digitale” è uno degli interventi previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Missione 1), che stanzia complessivamente per la sua attuazione 60 milioni di euro fino al 2024.
Come ha ricordato Giuseppe Iacono del Dipartimento per la Trasformazione digitale, la sperimentazione si colloca nell’ambito dell’iniziativa strategica nazionale “Repubblica Digitale”, avviata nel 2019 con il triplice obiettivo di “combattere il divario digitale di carattere culturale presente nella popolazione italiana, sostenere la massima inclusione digitale e favorire l’educazione sulle tecnologie del futuro, accompagnando il processo di trasformazione digitale del Paese”. Tappa fondamentale di questo percorso è stata la firma del Protocollo d’intesa sul servizio civile digitale del 9 dicembre scorso, con cui i due Dipartimenti della Presidenza del Consiglio dei Ministri hanno voluto promuovere questa specifica iniziative con l’obiettivo di sostenere la transizione digitale nonché “favorire l’utilizzo dei servizi pubblici digitali da parte di tutti i cittadini, riequilibrare le disparità sociali, formare i giovani e investire sulle loro competenze”, come ha sottolineato Silvia Losco, Dirigente del Servizio programmazione degli interventi e gestione dell’Albo dell’Ufficio per il SCU.
Questa progettazione vede anche attuarsi una nuova modalità di collaborazione tra Enti e Dipartimento del Scu, con quest’ultimo che attuerà nei loro confronti un “percorso di capacity building” che prevede - come ricordato da Titti Postiglione, Direttrice dell’Ufficio Scu - “l’organizzazione di un incontro interattivo specifico per gli Enti in cui non era già attivo un servizio di ‘facilitazione digitale’” e “di incontri per il monitoraggio dello stato avanzamento delle attività, secondo lo specifico sistema di monitoraggio sperimentale”, aggiuntivo a quello ordinario. Il Dipartimento intende inoltre sostenere gli Enti aderenti e i giovani volontari durante l’attuazione dei programmi e progetti anche con la “realizzazione di un forum online tematico dove i volontari possono confrontarsi e ricevere costantemente sostegno” e con un “servizio di supporto via email a disposizione degli Enti aderenti per l’interlocuzione su criticità durante l’esecuzione dei programmi e progetti”. Il Dipartimento si occuperà anche di erogare 38 ore di formazione direttamente ai giovani che saranno selezionati, coadiuvato dal Dipartimento per la Trasformazione digitale, e di avviare un sperimentazione per la certificazione delle loro “competenze digitali”.
“Con questa sperimentazione vorremmo anche aprire le porte dell’Albo del Scu ad enti che decidano poi di specializzarsi, di fare dei percorsi di formazione nel campo del digitale”, ha detto nelle sue conclusioni Marco De Giorgi, Capo Dipartimento delle Politiche giovanili e del SCU, che poi ha annunciato: “Puntiamo con le nuove modalità di accreditamento, che saranno comunicate a breve, a digitalizzare tutte le procedure tramite SPID e ad una gestione 100% ‘full digital’ e completamente informatizzata”. Fermo restando le finalità delle legge che istituisce il SCU, “la nuova prospettiva che vorremmo dare a questa esperienza è quella di aiutare i giovani a migliorare la loro occupabilità, fornirgli di quelle competenze per il futuro che li possono poi aiutare a trovare lavoro, che è il loro problema numero uno”, ha poi aggiunto. “Le stesse politiche attive del lavoro – ha proseguito il cons. De Giorgi - non sono più incentrate sulla formazione, come noi la intendiamo in senso classico, ma si arricchiscono di queste esperienze di cittadinanza e partecipazione attiva dei giovani, che secondo me sono molto ben funzionali all’occupazione giovanile”.
Ricordando infine due recenti indagini, svolte una dai giovani di Confindustria, Federmanager e Confagricoltura-ANGA e l’altra da Inapp sull’occupabilità dei giovani, il Capo Dipartimento ha sottolineato come “dobbiamo valorizzare questa importante azione di attivazione del servizio civile e arricchirlo di queste potenzialità, e lo faremo puntando moltissimo proprio sul servizio civile digitale e, in futuro, anche sul servizio civile ‘ambientale’, perché stiamo concludendo un protocollo d’intesa simile con il Ministro della Transizione ecologica Cingolani per arricchire i giovani di competenze sulla green economy, e anche sul servizio civile ‘sportivo” in vista dei Giochi Olimpici invernali del 2026”.
Francesco Spagnolo