Senza dimora, bloccati i volontari a Termini. E’ polemica: “Non c’è decoro senza solidarietà”

Sdegno delle associazioni di Terzo Settore. Astalli: “Togliere il cibo non può essere un'opzione". Mama Termini: “Senza dimora allontanati perché consumatori poveri”. La risposta (e le scuse) di Ferrovie dello Stato: “La distribuzione di generi di conforto e alimentari sia disciplinata e regolamentata. Nostro obiettivo è rispettare tutti”

Senza dimora, bloccati i volontari a Termini. E’ polemica: “Non c’è decoro senza solidarietà”

“E’ da un po’ di tempo che non riusciamo più a distribuire i pasti a quelle pochissime persone che dormono all’interno. A dicembre hanno iniziato con gli idranti: bagnano le zone di ingresso per evitare che le persone possano mettersi lì a dormire. Ora bloccano i volontari. L’obiettivo è solo uno: tenere lontani i senza dimora, consumatori poveri”. Francesco Conte è il fondatore di Termini Tv e di Mama Termini, un’associazione di volontariato che porta cibo alle persone bisognose nella principale stazione della Capitale. Da qualche mese a loro, come ad altri volontari è stato chiesto di non distribuire più cibo all'interno degli spazi di Ferrovie dello Stato, dove trovano riparo alcuni senza dimora, ma solo all'esterno della stazione.“La domenica facciamo la cena a piazza dei Cinquecento e nessuno ci ostacola. Gli altri giorni, quando distribuiamo la pizza, facendo il giro anche all’ interno ci è capitato di essere fermati. Ormai c'è una chiara linea di demarcazione” spiega. “Tutto questo fa parte di una strategia commerciale: la stazione sta puntando sempre di più a una clientela di alto profilo. Ci sono sempre più ristoranti e negozi chic. I senza dimora che stazionano davanti ai ristoranti di lusso, quindi, non sono più accettabili. Così si cercano di allontanare in tutti i modi, anche bagnando i marciapiedi. Nessuno si chiede però dove finiscano le persone che vanno via dalla stazione. Eppure nelle ultime settimane abbiamo già contato tre vittime per ipotermia”, spiega Conte. 

L’assessore alle Politiche Sociali di Roma, Barbara Funari, è intervenuta sulla vicenda dicendo: “siamo i primi a dire che i volontari vanno sostenuti e non ostacolati” e facendo sapere  che l’amministrazione capitolina “ha avviato un’ interlocuzione con Grandi Stazioni” per chiarire la questione. Nel frattempo non si placano le polemiche. Le organizzazioni romane che si occupano di assistenza ai più fragili hanno alzato la voce. “Non ci può essere decoro senza solidarietà, umanità, attenzione ai più fragili. Problemi complessi richiedono soluzioni complesse - sottolinea in un tweet il Centro Astalli -. Togliere il cibo non può essere un'opzione. Lavorare in rete per soluzioni che rispettino dignità e diritti sempre”. Per l’associazione Nonna Roma “dormire in stazione non è la soluzione ed è per questo che a più riprese abbiamo chiesto, insieme ad altre associazioni, un intervento strutturale al Comune di Roma e che, solamente in questi mesi stiamo intravedendo grazie ad un incremento importante dei posti per l’emergenza freddo - sottolineano in una nota -. Sappiamo che non basta ma questa è la strada su cui occorre continuare. Impedire però a volontarie e volontari di assistere chi si trova al freddo è quanto di più indegno possa succedere in un paese civile”. 

La risposta di Ferrovie dello Stato: "Nostro obiettivo rispettare tutti" 

Per Alessandro Radicchi, presidente di Onds l’Osservatorio nazionale sulla solidarietà nelle stazioni, la polemica è quasi paradossale: “stiamo spostando l’attenzione, ci stiamo preoccupando del vigilantes che blocca chi porta un panino all’interno di una città che ha 20mila persone in strada. Il problema - dice- non è il panino, il problema sono le persone. Abbiamo 2500 posti per l’accoglienza dei senza dimora, di cui 1490 sono del circuito Sai e 1116 per senza dimora. Una persona su dieci, dunque, a Roma non trova un posto dove andare a dormire: il problema non è il vigilantes che allontana un volontario ma il fatto che c’è gente che sta in strada e muore di freddo”.

Per Radicchi bisognerebbe chiedere più ricoveri, “più case Sabotino, più Binario 95 - aggiunge -. Il problema è fare in modo che i servizi istituzionali si possano attivare. A Termini c’è il Forum per la strada, che è organizzato e ognuno ha un turno per la distribuzione dei pasti.  Le persone non muoiono di fame hanno altri bisogni,  muoiono di freddo. Con il nuovo assessorato, appena insediato, sono stati messi a disposizione altri 400 posti in accoglienza e questo è un passo avanti”. 

Il Gruppo ferrovie dello Stato con una nota a Redattore Sociale sottolinea di aver “sempre posto particolare attenzione nell'affrontare in maniera strutturata le situazioni di disagio e di emarginazione sociale che si coagulano intorno alle stazioni ferroviarie, come quella di Roma Termini. Gli strumenti sono molteplici: dalla rete di help center sociali nelle stazioni con la concessione in comodato d'uso gratuito di spazi per attività di aiuto e di assistenza, a Roma il centro Caritas in via Marsala, l'help center,  Binario 95, luogo di aiuto, ascolto e sostegno”.

“L'attenzione al disagio deve comunque coniugarsi con la necessità di garantire la funzionalità della stazione: Roma Termini è in primo luogo una stazione, lo snodo ferroviario più grande e affollato d’Italia, un centro polifunzionale, con spazi commerciali e servizi al pubblico che Rete Ferroviaria Italiana e Grandi Stazioni devono garantire secondo la propria missione - continua la nota -. È quindi assolutamente inevitabile che la distribuzione di generi di conforto e alimentari da parte delle associazioni di volontariato sia disciplinata e regolamentata, in modo da rispettare le diverse situazioni che si vivono quotidianamente in stazione”. Nella nota il gruppo porge le scuse a quanti si sono sentiti offesi: “La gestione della stazione deve avvenire armonizzando le diverse istanze e, per quanto complesso possa risultare, rimane prioritario l’obiettivo di garantire il giusto equilibrio tra le diverse esigenze e assicurare il rispetto delle persone coinvolte. Un rispetto che non viene mai meno nei confronti di nessuno, se qualcuno ha avuto una percezione diversa ce ne duole e ce ne scusiamo".

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)