Seconda edizione di Opsa&Friends il 30 novembre, 1 e 3 dicembre. Un coro unico per i diritti di tutti

Seconda edizione di Opsa&Friends il 30 novembre, 1 e 3 dicembre: tre giorni di eventi per stimolare una riflessione sui diritti delle persone con disabilità. 3 dicembre, Giornata internazionale per i diritti delle persone con disabilità “Creiamo speranza” è il filo conduttore degli eventi proposti da Opsa, un invito attivo a lavorare per i diritti delle persone con disabilità

Seconda edizione di Opsa&Friends il 30 novembre, 1 e 3 dicembre. Un coro unico per i diritti di tutti

L a seconda edizione di Opsa& Friends, l’appuntamento che l’Opera provvidenza sant’Antonio di Sarmeola di Rubano propone in concomitanza con la Giornata internazionale per i diritti delle persone con disabilità, che si celebra il 3 dicembre, quest’anno si sviluppa in tre giornate, il 30 novembre, il primo e il 3 dicembre. Un contenitore di eventi che intende stimolare una riflessione sui diritti delle persone con disabilità a partire dalla conoscenza stessa delle diverse forme di disabilità. Il filo conduttore di questa seconda edizione è “Creiamo speranza”, un invito attivo a lavorare per i diritti delle persone con disabilità, ma anche un rimando concreto al tema del Giubileo 2025, “La speranza non delude”. «Due le idee alla base dell’evento di quest’anno – chiarisce don Roberto Ravazzolo, direttore generale dell’Opera provvidenza sant’Antonio – La prima sta nel termine friends, amici, che dice l’importanza dell’essere in rete per portare avanti dei progetti. Nella rete entrano tanti soggetti, sia privati che pubblici, singoli cittadini, enti, istituzioni. Il format dell’evento ha l’obiettivo di mostrare come ci sia attorno alle tematiche della disabilità il coinvolgimento di molti soggetti. Questo non è l’unico evento che pone l’attenzione su questi temi e, come l’Opsa, tante altre realtà e soggetti stanno promuovendo iniziative per sensibilizzare e per rivolgere appelli alla società civile e anche alle comunità ecclesiali. È compito di tutti, non solo degli addetti ai lavori, accogliere le fragilità, rispettarle e permettere alle persone con disabilità di avere una vita bella, adeguata alle proprie condizioni. A questo primo messaggio se ne aggiunge uno particolare, legato al Giubileo sul tema della speranza. Lo slogan “Creiamo speranza”, dice come, quando si è insieme, le difficoltà fanno meno paura. Si può con speranza guardare alle criticità che ci sono, che sono tante e multiformi, perché possono essere di natura sanitaria, economica, normativa, organizzativa. Insieme, si ha il coraggio di raccogliere la sfida posta dalle difficoltà e trovare delle soluzioni adeguate».

Opsa&Friends si colloca attorno alla Giornata dei diritti delle persone con disabilità, il 3 dicembre. Qual è il senso di questa giornata?
«Ci pare importante parlare, fra i tanti temi, anche dei processi di cura che vengono erogati e garantiti alle persone con disabilità. È importante che si affronti il tema in termini di diritti fruiti, esigiti e non semplicemente di concessioni a persone nel bisogno. Ognuno di noi è depositario di diritti inalienabili ed è giusto che sia messo nelle condizioni di fruirne. L’adesione alla giornata non è di adesso. L’Opsa ha sempre celebrato questa giornata, perché riteniamo sia importante prestare la voce a persone che non sempre sono in grado autonomamente di farlo, ed essere a fianco di famiglie o di singoli che hanno bisogno di essere supportati e informati sulle loro possibilità».

Possiamo dire che Opsa si fa portavoce, anche alla luce della sua esperienza, della sua storia, dei servizi che nel tempo sono nati e cresciuti, per chi non ha la forza di far sentire la sua?
«Sì. Tenendo conto che lo fa con i friends. In questa occasione l’Opsa fa la voce solista, ma all’interno di un coro. Ci si può alternare nell’eseguire la melodia, e, per fortuna, siamo in tanti, perché Padova è ricca di realtà del terzo settore che danno risposte importanti alla disabilità e alle famiglie di persone con disabilità».

Quali sono le tematiche sulle quali puntare maggiormente l’attenzione, legate anche a quanto si è detto sul tema dei diritti?
«Un aspetto sicuramente importante è saper leggere le disabilità che ci sono adesso. A parte le disabilità dalla nascita, ci sono quelle acquisite che non sono meno impattanti, chiedono anzi attenzione e vigilanza da parte della società e degli organismi preposti. Ci sono forme di disabilità nuove, come le problematiche legate all’autismo, ai disturbi del comportamento, ai disagi psichici, aspetti tutti che chiedono una risposta corale e non possono ricadere soltanto sulla famiglia. E quindi esserci, saper leggere le metamorfosi della disabilità e riuscire a dare delle risposte è importante. Poi c’è il tema, eterno, delle risorse, forse è un tema meno da comunicazione urlata più da tavoli strategici, di confronto politico. Il tema delle risorse e dell’ottimizzazione, è un tema importante, perché ci sono aspetti più evidenti, come ad esempio l’abbattimento delle barriere architettoniche per rendere accessibili i luoghi pubblici, le scuole, gli ospedali, ed altri che finiscono sotto traccia perché legati all’assistenza domiciliare. Servono risorse per l’accompagnamento quotidiano della persona e questo va affrontato, tanto a livello locale quanto a quello regionale, nelle sedi idonee. C’è il tema dell’invecchiamento: in questi ultimi decenni assistiamo ad un allungamento della vita anche nelle persone con disabilità che superano tranquillamente i 60-70, alle volte anche gli ottant’anni. E poi ci sono le questioni dell’inserimento scolastico e lavorativo, dell’autonomia abitativa, ambiti che vengono raccolti sotto l’ombrello dell’inclusione: sono questioni decisive, fondamentali, che richiedono attenzione ai singoli casi, evitando clichés e luoghi comuni».

Questa attenzione al singolo però come si sposa poi con la normativa?
«Le normative devono dare le coordinate, ma sapienti devono essere poi i decreti attuativi e la loro applicazione».

Concludiamo sottolineando le parole chiave, i temi di questo secondo Opsa&Friends.
«Sicuramente friends, come detto, termine che si allarga a comprendere la rete; poi l’aprire le porte per condividere, per farsi conoscere e per conoscere, questo accadrà con l’open day, sabato 30 novembre, e poi il tema della speranza. Non si tratta solo di ottimismo, ma di avere fiducia per affrontare le difficoltà anche più impervie perché, nel momento in cui ci si mette insieme, si trova la strada per dare dignità alla persona. Non dimentichiamo infine che l’ispirazione della nostra Casa, dell’Opera provvidenza sant’Antonio, è evangelica e la speranza è una virtù teologale, è un dono di Dio. Crediamo fermamente che l’umanamente impossibile diventi possibile per chi crede. Lo tocchiamo con mano ogni giorno».

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