Se la Wharton diventa pop. Su Apple TV+ “The Buccaneers”, period drama dal romanzo di Edith Wharton
Nella cornice ottocentesca temi attuali come la libertà di amare e la violenza sulle donne
Period drama che passione. Non ci sono solo le serie “Downton Abbey” e “The Gilded Age”, entrambi dalla penna di Julian Fellowes, oppure gli innumerevoli adattamenti dai romanzi di Jane Austen, compreso l’incompiuto “Sanditon” (3 stagioni, 2019-23); senza dimenticare il fenomeno “Bridgerton” (dal 2020) targato Shonda Rhimes per Netflix. Nell’orizzonte spettatoriale dedicato al racconto della Storia, tra pagine di sentimento e ambientazioni in costume, trova posto la scommessa di Apple TV+: è “The Buccaneers”, serie in 8 episodi che racconta le tempeste sentimentali di cinque newyorkesi in visita nel Regno Unito. La serie prende le mosse dal romanzo rimasto incompiuto di Edith Wharton, trasposto nel piccolo schermo in una curiosa e accattivante atmosfera pop, seguendo lo sguardo brillante, coloratissimo, di Sofia Coppola nel film “Marie Antoinette” (2006).
New York, 1870. Nan, Conchita, Jinny, Lizzy e Mabel sono cinque amiche dell’alta società americana che partono per il Regno Unito in occasione del matrimonio di una di loro. Nan, in particolare, si troverà a scegliere tra il corteggiamento romantico dell’affascinante Duca di Tintagel o i sentimenti brucianti per il nobile decaduto Guy Thwarte.
Pros&Cons. Potremmo prendere in prestito il titolo del film “Cuori ribelli” del 1992 per descrivere la nuova serie Apple TV+ “The Buccaneers”, ideata da Katherine Jakeways e diretta da Susanna White: le montagne russe sentimentali di cinque ragazze newyorkesi benestanti che sognano l’amore romantico, ma libero dai condizionamenti della società del tempo. La serie si ispira all’omonimo romanzo di Edith Wharton, poetessa e scrittrice Premio Pulitzer per “L’età dell’innocenza” (1921), ma lo valorizza in chiave contemporanea con un twist di atmosfere frizzanti e pop-rock. Insomma, nel perimetro della collaudata serie “Bridgerton”. Secondo il modello del classico period drama vanno in scena amori e tematiche che si proiettano verso il nostro presente, a partire dal desiderio di un amore libero da vincoli sociali o economici, un amore che rispetti le diversità in chiave Lgbtq+, ma soprattutto che non si confonda con il possesso o la violenza, come purtroppo ricorda la cronaca tristemente attuale. In questo la serie è interessante e al contempo anche un po’ furbetta, pronta a solleticare il facile favore del pubblico. “The Buccaneers” colpisce per messa in scena e ritmo di racconto, un po’ meno per soluzioni narrative a volte plateali e poco probabili. I personaggi principali risultano intriganti per caratterizzazione e per interpretazioni: in evidenza, Kristine Froseth, Alisha Boe, Imogen Waterhouse, Matthew Broome e Guy Remmers. Al di là di qualche banalità o forzatura, la serie coinvolge per la ricercata confezione visiva e per il racconto della dolce ribellione giovanile, per un pubblico in cerca di evasione. Serie consigliabile, problematica, per dibattiti.