Scuole paritarie, “chiediamo che sia riconosciuto il nostro ruolo sociale”
A Bologna l’istituto Farlottine, scuola pubblica paritaria che gestisce tre strutture dal nido alle medie, aderisce alla campagna #Noisiamoinvisibiliperquestogoverno, per manifestare le difficoltà ad affrontare i costi durante l’emergenza. La preside Lorenzini: “Abbiamo ridotto le rette alle famiglie, ma non sappiamo come pagare gli insegnanti”
“Ci troviamo in una strana situazione: da un lato le famiglie in questo periodo stanno affrontando molte spese e ci chiedono uno sconto sulla retta, dall’altro gli insegnanti hanno diritto alla loro retribuzione. Cercando di venire incontro alle esigenze di tutti, la scuola si trova in grande difficoltà”. È preoccupata Mirella Lorenzini, preside dell’istituto Farlottine, scuola pubblica paritaria che a Bologna gestisce tre strutture educative che vanno dal nido fino alle scuole medie. Nei giorni dello sciopero delle scuole pubbliche paritarie cattoliche, le Farlottine, come anche altri istituti, hanno deciso di non sospendere le lezioni, “per non mettere in ulteriore difficoltà le famiglie che già stanno attraversando un periodo molto duro”. Ma comunque hanno aderito alla campagna #Noisiamoinvisibiliperquestogoverno, lanciata dalla Conferenza italiana superiori maggiori (Cism) e dall’Unione superiore maggiori d’Italia (Usmi), per manifestare le difficoltà delle scuole paritarie e delle famiglie ad affrontare i costi durante questo periodo. Ieri sera con l’approvazione del decreto Rilancio il governo ha destinato 150 milioni di euro alle scuole paritarie, che nel frattempo sono in grande crisi. “Fino ad oggi lo stato non ci ha supportato abbastanza – continua Lorenzini –. Gli ammortizzatori sociali non arrivano nelle cassa dei gestori, e comunque i tempi sono lunghi. Non sappiamo quanto riusciremo a resistere”.
Da quando è scoppiata l’emergenza Covid-19, la scuola ha infatti scelto di ridurre la retta alle famiglie, concedendo rimborsi differenziati a seconda dell’età (più il bambino è piccolo più il rimborso è alto), visto che alle medie la didattica a distanza sta funzionando e le lezioni sono sempre andate avanti, mentre per i bambini più piccoli è stato più difficile proseguire nel percorso educativo. “In questo momento le famiglie sono in grande difficoltà – spiega Lorenzini –. I genitori devono gestire i figli a casa, in alcuni casi hanno il costo della babysitter, e in più hanno l’ansia di dover pagare la retta della scuola. Così abbiamo pensato a questi rimborsi. Questo però ha comportato un grande sforzo economico da parte della scuola, che continua a dover sostenere alcune spese fisse, oltre a pagare lo stipendio degli insegnanti, che si stanno facendo in quattro per essere vicini a ogni singolo bambino, non solo attraverso le lezioni online, ma anche con chiamate e contatti individuali”.
A Bologna le Farlottine hanno alle spalle 70 anni di storia e nel tempo sono diventate un punto di riferimento per la città, con più di duecento bambini iscritti. “È da quando c’è la legge sulla parità scolastica, dal 2000, che ci troviamo in una situazione a metà – afferma Lorenzini –. Da un lato la legge pone una serie di requisiti per riconoscere il nostro insegnamento all’interno del sistema nazionale, il che è sacrosanto, ma a questo non corrisponde una parità di trattamento del personale e delle famiglie. Chi paga la nostra retta deve anche sostenere le tasse per la scuola statale: si tratta di un doppio peso per i genitori, ancora più pesante nei momenti di crisi. Vogliamo che venga riconosciuto il nostro ruolo sociale e che la libertà di scelta tra scuola pubblica e paritaria non vada pagata così a caro prezzo: il monopolio educativo non ha mai fatto bene a nessuno. Serve una presa di posizione da parte dello stato, che deve riconoscere a queste famiglie e a questi insegnanti pari diritti rispetto alla scuola pubblica”.
Alice Facchini