Schermaglie Upper class. Schermaglie Upper class
Su Sky e Now la seconda stagione del period drama “The Gilded Age” firmato Julian Fellowes. Nobiltà, borghesia, matrimoni e lotte di classe nella New York del 1883
Il fascino del Period. Lo scrittore e sceneggiatore britannico Julian Fellowes, vincitore del Premio Oscar per lo script di “Gosford Park” nel 2002, è l’artefice del rilancio del period drama negli anni Duemila. Con “Downton Abbey”, serie inglese tra le più viste di sempre con 6 stagioni dal 2010 al 2015 e due film al cinema (2019, 2022), ha ridefinito le ascisse e le ordinate del racconto storico in costume sullo schermo, affrontando la parabola dell’aristocrazia inglese sotto la corona di Giorgio V, tra amori e cambiamento d’epoca. “Downton Abbey” ha lasciato un segno indelebile nel panorama della serialità contemporanea, nel cuore degli spettatori, al punto da spingere Fellowes a tracciare nuove rotte narrative sullo stesso schema: ha creato così la miniserie “Belgravia” (2020) e dal 2022 la serie “The Gilded Age”. E proprio quest’ultima, targata Hbo, ha riscosso particolare seguito tanto da garantire subito una seconda stagione, in onda in Italia dal 30.10 su Sky e Now.
New York, 1883. Proseguono le rivalità tra la granitica aristocrazia di cui è capofila Agnes van Rhijn e la nuova borghesia rappresentata dalla rampante Bertha Russell. Al centro del racconto, come sempre, la rottura delle barriere sociali, i diritti dei lavoratori “downstairs”, la discriminazione razziale per la comunità afroamericana ma anche matrimoni di interesse, di sentimento o di copertura…
Pros&Cons. La scommessa di Julian Fellowes è di certo riuscita. Con la prima stagione di “The Gilded Age” nel 2022 aveva rinnovato la formula del period drama passando dalla campagna inglese di inizio XX secolo alla società statunitense di fine Ottocento. Nella cosiddetta era “Gilded”, l’era d’oro tra 1870 e 1900, Fellowes tratteggia analogie con lo scenario inglese, raccontando di un’aristocrazia riluttante al vorticoso cambiamento e di una spinta proveniente dalle altre classi sociali, borghesia in testa, forte di uno sviluppo nel settore dell’industria e delle infrastrutture. E tale istantanea rivive nella rivalità tra due donne, due famiglie, in due sontuose abitazioni poste l’una di fronte all’altra nel cuore di New York. La prima è la rigida tradizionalista Agnes van Rhijn (Christine Baranski, magnifica!), affiancata dalla comprensiva sorella Ada (Cynthia Nixon), la seconda è la determinata Bertha Russell (un’ottima Carrie Coon), moglie dello scaltro industriale George Russell (Morgan Spector). Attraverso i loro screzi, intrighi e rivalità Fellowes descrive un campionario umano di grande fascino e coinvolgimento. A funzionare nella seconda stagione di “The Gilded Age” è come sempre la messa in scena, con ricostruzioni d’epoca accurate e sontuose, splendidi costumi e musiche raffinate e puntuali firmate Harry e Rupert Gregson-Williams (quest’ultimo autore anche delle musiche di “The Crown”). A tratti la bellezza della componente formale sembra surclassare la linea del racconto, non sempre adeguatamente dinamica e solida, anche rispetto al gioiello “Downton Abbey”. “The Gilded Age 2” parte comunque bene, con passo deciso e convincente. Consigliabile, problematica, per dibattiti.