San Francesco di Sales. Alla Chiesa degli artisti di Roma la Messa per i giornalisti
Nel giorno di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti, la celebrazione presieduta da monsignor Rino Fisichella, pro prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione, e promossa dall'Ordine dei giornalisti del Lazio e dall'Ufficio comunicazioni sociali del Vicariato di Roma.
San Francesco di Sales è stato “un fine interprete del suo tempo e uno straordinario direttore di anime”. Così lo descrive Papa Francesco nella Lettera apostolica Totum amoris est, scritta nel IV centenario della morte del patrono dei giornalisti, deceduto a Lione il 28 dicembre 1622, di cui la Chiesa celebra la memoria oggi, 24 gennaio. Il documento è stato distribuito ai giornalisti che questa mattina, nella basilica di Santa Maria in Montesanto a Piazza del Popolo, meglio nota come Chiesa degli Artisti, hanno partecipato alla Messa promossa dall’Ordine dei giornalisti del Lazio e dall’Ufficio comunicazioni sociali del Vicariato di Roma. La celebrazione eucaristica è stata presieduta da monsignor Rino Fisichella, pro prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione, il quale ha invitato i presenti ad ispirarsi all’esempio di San Francesco di Sales che, per l’epoca, rivoluzionò il modo di evangelizzare e, pur di arrivare a tutti, faceva stampare foglietti e manifesti attraverso i quali, oltre a diffondere la Parola di Dio, con parole semplici e pacate richiamava alla comunione. Non a caso, ha rimarcato il presule, la memoria liturgica del vescovo di Ginevra è inserita nella Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani. Il suo è un modello da imitare affinché “l’esistenza quotidiana come credenti e la professionalità quotidiana nel lavoro, possano essere un’autentica testimonianza del compiere la volontà di Dio” ha detto Fisichella. Incentrando la meditazione sull’importanza di fare la volontà di Dio, richiamata nelle letture proposte dalla liturgia odierna, monsignor Fisichella ha sottolineato che siamo tutti “chiamati a raccoglierci intorno al Signore Gesù, ad ascoltare la sua parola, accogliere il suo insegnamento e farlo diventare la nostra vita. Questo è realizzare la volontà di Dio, quel fare che si costruisce giorno dopo giorno, che pone dinanzi a noi la dimensione di aprire il cuore perché la presenza di Dio nella nostra vita possa aiutarci a realizzare quello che quotidianamente siamo chiamati a compiere. In questa dimensione ci aiuti l’esempio di Francesco di Sales, un sacerdote e un vescovo che ha avuto profondamente a cuore l’unità dei credenti”. Il pro prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione ha ricordato che in tutti i testi del santo – autore, tra l’atro, di “Trattato dell’amor di Dio” e “Filotea. Introduzione alla vita devota” – emergeva il desiderio di comunione. I suoi scritti erano composti “con quella pacatezza che l’apologetica dell’epoca non conosceva – ha proseguito il vescovo -, con quella dolcezza e quella tensione di entrare in dialogo con l’altro senza dover incorrere a invettive ma solo argomentando la forza della fede che aiuta la ragione a dare quello che la ragione può esprimere se sostenuta”. La celebrazione odierna è coincisa anche con il centenario della proclamazione di San Francesco di Sales a patrono dei giornalisti e dei comunicatori per volontà di Papa Pio XI e la diffusione del messaggio di Papa Francesco per la 57° Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali che quest’anno sarà celebrata il 21 maggio. Il tema scelto per questa edizione è “Parlare col cuore. ‘Secondo verità nella carità’” (Ef 4,15). All’inizio della Messa – concelebrata da monsignor Walter Insero, rettore della Chiesa degli Artisti, don Stefano Cascio, assistente ecclesiastico dell’Ucsi Lazio (Unione Cattolica Stampa Italiana) e da padre Enzo Fortunato, già direttore della Sala Stampa del Convento di Assisi – il saluto del presidente dell’Ordine dei giornalisti del Lazio Guido D’Ubaldo il quale ha rimarcato che la liturgia è stata organizzata per “giornalisti credenti e non”. Eletto nel novembre 2021, fin da subito D’Ubaldo ha avviato “un cammino interreligioso con giornalisti delle comunità dei credenti di fede cattolica, ebraica e musulmana per leggere e rileggere la storia, per farne tesoro, per non dimenticare – ha spiegato -. Le confessioni religiose possono dare un contributo fondamentale alle relazioni umane e al linguaggio della pace. Abbiamo la responsabilità della parola pensata, ricercata, pesata e curata per arrivare ad ogni persona con dolcezza e mitezza, per intercettare i nuovi interrogativi intuendone la necessità per trasformarci in interpreti del nostro tempo e per dare il nostro contributo e rendere questo tempo una primavera culturale moderna”.
Roberta Pumpo