Salute mentale, Speranza: prossimità e comunità parole chiave
Conferenza nazionale, il ministro "Occasione per ribadire il mio impegno personale e del ministero per promuovere l'assistenza territoriale e domiciliare". Servizi "non sempre all'altezza" e il nodo risorse ("da aumentare"). Alle regioni bozza di accordo per il superamento della contenzione meccanica
"Sento il peso e la responsabilità delle sfide. La pandemia ci ha reso consapevoli della centralità del tema salute fisica e mentale, dell'importanza delle relazioni umane e sociali, perché nessuno ne esce da solo. Le parole chiave della salute del futuro sono prossimità, solidarietà, comunità, presa in carico globale della persona e domiciliarità. Parole essenziali quando ci occupiamo di salute mentale, perché il disagio nasce nei luoghi di vita e di lavoro della persona e va affrontato in questi contesti con il supporto della comunità. La salute mentale si basa e si cura con queste parole"'. Così Roberto Speranza, ministro della Salute, apre il suo intervento alla due giorni della seconda Conferenza nazionale "Per una salute mentale di comunità", che ha preso il via oggi presso il dicastero guidato da Speranza e alla presenza del ministro della giustizia Marta Cartabia e del ministro del lavoro Andrea Orlando.
"Non sempre le persone hanno trovato supporto e servizi adeguati e non sempre hanno potuto contare su un progetto terapeutico e riabilitativo adeguato- ammette il ministro della salute- Personalmente sento molto il peso e la responsabilità delle sfide da affrontare, per superare le debolezze che ancora esistono in tante parti del nostro Paese e per sostenere la buone pratiche che a volte faticano ad essere riconosciute. Questa conferenza- spiega- vuole contribuire ad avviare un percorso di lavoro per i pazienti, le loro famiglie e per tutti gli operatori.
So che non sarà facile ma dobbiamo tutti, a partire da me, impegnarci a lavorare per superare le divergenze e le frammentazioni, ed iniziare a programmare un futuro migliore del presente', invoca Speranza.
"La pandemia- richiama il ministro- ci costringe davvero a superare il passato, con il punto di riferimento del benessere delle persone, perché la salute mentale è un obiettivo che riguarda tutti noi. La Conferenza arriva a oltre 20 anni di distanza dalla prima conferenza promossa dal ministero della Sanità - Speranza ricorda che all'epoca aveva questo nome il suo dicastero - e che, allora come oggi, aveva visto la partecipazione di tre ministri: Sanità, Solidarietà sociale, Pubblica Istruzione e di molte istituzioni pubbliche, quali la Conferenza delle Regioni, Anci, Comitato nazionale di Bioetica presieduto da Giovanni Berlinguer, Iss, Dap. Da allora, 2001, la Conferenza non è stata più organizzata- sottolinea con una nota di amarezza- Ci sono stati solo eventi autoconvocati da molte realtà della società civile (associazioni di pazienti e familiari, organizzazioni sindacali, mondo professionale e scientifico, volontariato, terzo settore, le quali da tempo hanno chiesto alle istituzioni un'occasione nazionale di confronto e un impegno esplicito del ministero della Salute e dell'intero governo. A tali organizzazioni va il mio ringraziamento per aver tenuto alto il dibattito sulla salute mentale- tributa il ministro- omaggio che rivolge anche all'ex sottosegretario Sandra Zampa, tra gli altri, che insieme a Nerina Dirindin e Fabrizio Starace 'hanno molto creduto in questa sfida, oltre che Mariella De Sanctis e tutti gli uffici competenti per quanto fatto", dichiara il titolare della Salute.
Un ringraziamento pubblico che è propedeutico al doppio annuncio di Speranza: "Questa di oggi è l'occasione per ribadire il mio impegno personale e del ministero, per promuovere l'assistenza territoriale e domiciliare, assumere la comunità come cornice di riferimento, proteggere i diritti umani e la dignità delle persone con sofferenza mentale, favorire ovunque possibile la presa in carico inclusiva e partecipata, migliorare la qualità dei servizi a beneficio di pazienti e operatori. A tal fine voglio condividere con voi l'intento di promuovere un importante cambiamento culturale e organizzativo - il secondo annuncio del ministro - a partire dal rinvigorimento della struttura ministeriale che si occupa di salute mentale, procedendo con azioni sia legate alla situazione emergenziale sia di carattere strutturale".
Come ha detto il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Gutierrez, "Non c'è salute senza salute mentale", richiama Speranza. "Senza salute mentale non c'è né ripresa né resilienza, aggiungo io. Sono le azioni necessarie per contrastare la pandemia e promuovere lo sviluppo economico e sociale. Il nostro paese è considerato un punto di riferimento, perché nel 1978 abbiamo chiuso i manicomi e con la legge del 1981 abbiamo agito in modo analogo sui manicomi giudiziari- sottolinea il ministro- Scelte di civiltà delle nostre istituzioni, del nostro Parlamento che dimostra di essere coerente con l'articolo 32 della Costituzione. Nonostante tutto questo- riconosce però Speranza- continuano ad esserci criticità che sono evidenziate anche dal tavolo tecnico istituito nel 2019 sulla salute mentale.
Non sempre i nostri servizi sono stati all'altezza. Solo il 49,5% degli obiettivi prioritari sono stati raggiunti: ci sono ancora ampie disuguaglianze tra Regioni per l'acceso alle cure, sui trattamenti sanitari obbligatori, sullo sviluppo delle reti territoriali, che dovranno essere rafforzati anche nel monitoraggio. Ci sono carenze sui servizi, difficoltà degli operatori. Per questo serve rafforzare la cultura dell'assistenza territoriale, integrata e globale per tutti i soggetti che operano nella comunità; rafforzare anche l'attenzione sulle nuove forme di disagio, aggravate dalla pandemia, sugli adolescenti e i giovani adulti, sui quali va fatta prevenzione", sottolinea il ministro, che aggiunge come esistano esperienze virtuose che "dobbiamo valorizzare meglio. È possibile organizzare servizi in modo inclusivo e organizzato, che possano prendersi cura delle persone".
Si tratta di "qualificare questi servizi, promuovere l'integrazione con gli enti locali e inter-istituzionali, potenziare i percorsi formativi, creare nuovi servizi, sempre con una metodologia che parta dal basso, che abbia specifica attenzione per le persone private di libertà personali e per persone con patologia psichiatrica che hanno commesso reati". Un'attenzione anche alle Rems in particolare, sulle quali Speranza sta lavorando con il ministro Cartabia e "su cui la Corte costituzionale è intervenuta ieri- continua- con l'ordinanza 131, a cui daremo seguito con sollecitudine proponendo l'istituzione dell'Osservatorio di monitoraggio su cui siamo in attesa della nomina dei rappresentanti delle regioni". Un impegno da parte di Speranza anche sul fronte delle risorse: "Lavorerò sui servizi e sugli investimenti, non è possibile- dice- fare azioni ambiziose con la formula 'a parità di risorse'. Bisogna evitare che affermazioni di principio impediscano di procedere con percorsi di presa in carico e investimenti per i servizi".
"La prima risorsa- ricorda il ministro- è quella culturale, con la quale migliorare la qualità dell'assistenza, rafforzare il processo formativo e le buone pratiche, nell'ambito di in un sistema integrato con le aziende del Servizio sanitario nazionale. Il denaro non è il valore su cui calibrare il nuovo servizio per la salute mentale- stigmatizza Speranza- ma è necessario aumentare le risorse, destinate a qualificare le risposte da da dare alle persone. Primo segnale lo abbiamo dato con il decreto 34 del 2020 e con il 'Ristori bis', ma serve molto di più- ammette- occorre lavorare sulla quota parte dei fondi del 2021 per obiettivi di rilievo nazionale e con i fondi dell'articolo 20 per le strutture destinate alla salute mentale. Stiamo anche negoziando nuove risorse per sette regioni, al Sud". Lo annuncia Speranza, che anticipa anche come nei giorni scorsi il gabinetto del ministero abbia inoltrato alle Regioni 'una bozza del documento e lo schema di accordo per il superamento della contenzione meccanica nei luoghi di cura della salute mentale, discusso al tavolo tecnico con il coordinamento di Giovanna Del Giudice, presidente della Campagna nazionale "e tu slegalo subito", che Speranza ringrazia pubblicamente per l'impegno profuso.
"Si tratta di un provvedimento che considero di grande valenza etica- spiega il ministro- oltre che di indirizzo, che risponde alle numerose sollecitazioni e raccomandazioni di vari enti e istituzioni. Non possiamo, infatti, dimenticare che il Comitato nazionale di Bioetica nel 2015 si è espresso per il superamento della contenzione nei confronti delle persone con problemi di salute mentale, nonché degli anziani istituzionalizzati in strutture socio sanitarie (sui quali sta lavorando la commissione per la Riforma dell'assistenza sanitaria e sociosanitaria della popolazione anziana, presieduta da monsignor Vincenzo Paglia). È utile, inoltre, precisare che il documento è teso a promuovere e garantire pratiche di cura rispettose della Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità del 2006, ratificata nelle Legge 18 del 2009 dal governo italiano, e va nella direzione indicata, da ultimo nel 2018, dal Consiglio delle Nazioni Unite sui Diritti umani, che nel suo rapporto annuale ha condannato i trattamenti psichiatrici coercitivi e chiesto agli Stati aderenti il superamento delle pratiche contenitive", spiega accuratamente Speranza. "Riconosciamo l'obiettivo di promuoverne il suo definitivo superamento in tutti i luoghi della salute mentale, entro un triennio 2021-23. La salute mentale è una priorità per l'azione del nostro governo- ricorda Speranza- ed è questo il tempo giusto per una grande iniziativa, larga e partecipata, che rimetta la rimetta al centro delle nostre politiche a partire dal mandato luminoso dell'art. 32 della nostra Carta Costituzionale", conclude. (DIRE)