Salute e fragilità sociale, oltre 21 mila famiglie aiutate nel 2020 dalle Caritas parrocchiali di Roma

Nel corso dell’anno il numero delle persone assistite dalle parrocchie della diocesi ha visto un aumento dell’89%. Tante le attività di supporto: dagli aiuti alimentari alla consulenza psicologica, dall’inserimento lavorativo alla dispensazione di farmaci

Salute e fragilità sociale, oltre 21 mila famiglie aiutate nel 2020 dalle Caritas parrocchiali di Roma

Una presenza costante e ramificata, un riferimento nel territorio e un presidio per le relazioni: queste sono state le 206 Caritas parrocchiali nella diocesi di Roma in questo tempo di pandemia. Alle paure e allo sgomento del primo lockdown, che ha visto la sospensione delle attività pastorali in presenza, è seguita una fase di riorganizzazione che ha permesso di strutturare una rete con 137 presidi che hanno accolto oltre 21 mila famiglie con aiuti alimentari e misure specifiche di sostegno al reddito e di inserimento lavorativo: pacchi alimentari, empori, buoni spesa, Fondo anticrisi, Fondo “Gesù Divino Lavoratore”. Sono i dati contenuti nel Rapporto “Salute e fragilità sociale in tempo di pandemia: un punto di vista”, presentato oggi a Roma.

Nel corso del 2020 il numero delle persone assistite dalle parrocchie ha visto un aumento dell’89% che in alcuni casi è arrivato a decuplicare le presenze. Da un sondaggio realizzato nel giugno 2021, tra le 87 Parrocchie che hanno risposto, il 18% ha affermato di essere impegnato sul fronte sanitario: il 47% con attività di “consulenza psicologica”; il 36% con attività di “dispensazione e raccolta farmaci”; il 34% con attività di “ambulatorio, visite mediche, visite specialistiche”; il 18% con attività di “collaborazioni con associazioni del territorio per visite mediche”.

Tra le richieste ricevute, anche tra le Parrocchie che non hanno attivi servizi sanitari, emergono: 81%, “sostegno per acquisto di farmaci”; 47%, “sostegno al pagamento di ticket sanitario”; 44%, “accompagno a visite mediche”; 28%, “sostegno per il reperimento di mascherine”; 22%, “visite mediche specialistiche”; 9%, “cure odontoiatriche”.

Per quanto riguarda la relazione degli assistiti con la parrocchia: nel 71% dei casi a motivare il ricorso alla parrocchia è stata la “mancanza di risorse economiche”; nel 48% le persone hanno trovano un “luogo che ispira fiducia e in cui è possibile entrare in relazione”; nel 28% hanno trovato “operatori qualificati per orientarli” verso il Servizio sanitario; nel 20% il ricorso alla parrocchia è avvenuto per mancanza di informazioni su come fruire del Servizio Sanitario Nazionale.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)