Ripartire dal pane. L'associazione Cometa dove se non sei nato sotto una buona stella, la buona stella può venire comunque da te
Proprio dal pane sono ripartiti, durante il lockdown, i ragazzi dell’associazione Cometa di Como, che da anni mette in campo iniziative per favorire l’inclusione lavorativa.
Acqua, farina, un pizzico di sale e un po’ di lievito. Durante i mesi di lockdown fare il pane in casa è stata un’occasione per trascorrere insieme il tempo, per imparare la non sempre facile arte dell’attesa e per tornare a gustare i sapori più semplici, quelli di una volta.
E proprio dal pane sono ripartiti, durante il lockdown, i ragazzi dell’associazione Cometa di Como, che da anni mette in campo iniziative per favorire l’inclusione lavorativa. “Nei mesi in cui l’emergenza sanitaria ci ha costretti a rimanere chiusi in casa – spiega Marco Faccioli, responsabile dell’area ristorazione dell’associazione – i nostri ragazzi che erano impegnati nel servizio catering sono stati costretti a fermarsi. Così come è avvenuto per tutti gli operatori del settore. Ma per questi ragazzi quel lavoro non era solo una fonte di reddito, ma anche e soprattutto uno strumento abilitativo”. È nato così un nuovo progetto, incentrato proprio sul pane. Ci sono voluti alcuni mesi di “lievitazione”, ma alla fine il 18 maggio ha aperto i battenti in via Carso a Como un nuovo forno, “Il pane di Sandro”. Al suo interno vi lavorano otto tra ragazzi e ragazze in situazione di fragilità.
“Sandro – racconta Alessandro Mele, direttore generale di Cometa – era un bambino a cui piaceva tanto il pane”.
Il pane è una cosa semplice, che non dovrebbe mancare a nessuno. Come il lavoro. Da qui l’idea di creare un panificio in cui dare spazio alle abilità professionali di ciascuno, al di là delle proprie fragilità. Uno spazio accogliente, sia per chi lavora dietro al bancone, che per chi entra per acquistare il pane fresco, così come si può vedere sulla pagina Fb del forno.
Un pane speciale, quello, “di Sandro”, per il quale è necessaria una lavorazione di due giorni, così da rispettare il naturale ciclo di lievitazione. A studiare la ricetta – acqua, farina, sale e lievito madre – è stato Antonio Monaco, mastro pasticcere e fornaio di Cometa. Antonio è uno dei ragazzi che hanno visto nascere e crescere l’associazione Cometa.
Siamo nel 1986. Due famiglie, quella di Innocente e Marina e quella di Erasmo e Serena, decino di aprire le porte della loro casa ad un bambino in difficoltà. Non passa molto tempo che, da incontro a incontro e da bambino a bambino, si viene a sviluppare una vera e propria rete di famiglie accoglienti, che nel 2000 danno vita all’associazione Cometa. Un nome tutt’altro che casuale: se non sei nato sotto una buona stella, la buona stella può venire comunque da te. Il progetto si amplia e prende il via il doposcuola, dove un centinaio tra bambini e ragazzi vengono aiutati nello studio e accompagnati nelle attività ricreative e sportive. È il 2008 quando nasce la cooperativa sociale Contrada degli Artigiani, fondata per offrire opportunità lavorative per studenti in formazione professionali e giovani con disabilità. La scia di luce di Cometa non si esaurisce qui. Nel 2015 apre i battenti a Cernobbio il bar-bistrot didattico “Anagramma”, nel 2016 il liceo artigianale e nel 2019 il negozio di scarpe e accessori “For&From”. E poi, quest’anno, arriva “Il Pane di Sandro”.
Ha dieci anni Antonio Monaco quando arriva da Napoli a Cometa. La sua famiglia d’origine aveva dei grossi problemi e lui viene accolto da Erasmo e Serena. Con loro trascorre gli anni dell’adolescenza. Una volta conseguita la maturità, decide di tornare nella sua famiglia d’origine. “Non è andata bene – racconta oggi – i problemi non erano svaniti ed io ero troppo giovane e immaturo per comprendere come stavano le cose. Ho rischiato di perdere tutto quello che avevo costruito a Cometa. Per fortuna papà Erasmo mi è rimasto accanto”. Antonio torna allora a Como e trova un lavoro. Un’esperienza in pasticceria fa scoccare la scintilla. Oggi Antonio mette la sua passione per la panificazione e la pasticceria a disposizione di tutti gli altri ragazzi di Cometa. Ma non solo. Sull’esempio di chi, un giorno, lo ha accolto, anche lui oggi, insieme a sua moglie, ha aperto le porte di casa a tre bambini in affido.
Quanto viene preparato tutti i giorni da Antonio e dai ragazzi che lavorano nel forno di Cometa, viene venduto nel “Pane di Sandro”. La panetteria, in via Carso a Como, si trova nei locali che un tempo ospitavano un ristorante. È stata concepita per diventare un luogo d’incontro, per favorire il ritrovarsi tra le persone, per vivere il “pane quotidiano” dell’amicizia offerta a tutti.
“Per natura umana – spiega Giovanni Cappi, responsabile del ‘Pane di Sandro’ – tutti quanti noi abbiamo una forma di disabilità più o meno manifesta. In fondo, poi, tutti potenzialmente corriamo il rischio di diventare disabili in qualcosa, a causa di un’incidente o di una malattia o anche solo per la vecchiaia. Bisogna semplicemente normalizzare la disabilità, senza nasconderla come si faceva un tempo. Occorre essere creativi, trovare altre vie, conoscere questi ragazzi e valorizzare le loro competenze. Vedere la disabilità portata a normalità fa molto piacere. E la gente lo apprezza, riesce ad immedesimarsi e pensa ‘quello potrebbe essere mio figlio, mio fratello, mio nipote’”.