Regalare la pace. Le feste per sostenere i missionari
Le feste, un’ottima occasione per sostenere i missionari. In Thailandia si accolgono i profughi del Myanmar
Che sia un Natale di pace! Questo è forse l’augurio più bello, ma oggi sembra essere uno dei più difficili da realizzare. Lo sanno bene i missionari padovani che operano in luoghi dove sono in corso conflitti, etnici o sociali. Come in Thailandia, nella Diocesi di Chiang Mai che confina con il Myanmar (Birmania), terra di sfollati: qui è forte il sostegno a chi fugge dalla repressione del governo birmano e ai progetti della Caritas locale nei campi profughi. A Chiang Mai i campi sono tre e ospitano più di 5 mila persone. «La situazione oltre il confine, in Myanmar, è terribile – racconta don Raffaele Sandonà, missionario fidei donum padovano in Thailandia – anche se in Italia se ne parla poco. I villaggi continuano a essere bombardati perché ci vivono minoranze etniche in contrasto con il governo, sostenuto dai militari: non si vedono spiragli che la situazione possa migliorare a breve. Molti sfollati vivono nelle foreste, non hanno nulla. Il governo della Thailandia accoglie quelli che arrivano qui, ma non li sostiene: possono rimanere ma non hanno possibilità di ottenere asilo politico, per non creare problemi diplomatici con il Myanmar. C’è bisogno di tutto, vestiario e cibo, e in questo periodo dell’anno anche coperte. Questo è quello che fa la Caritas diocesana assieme ad altre organizzazioni come l’Onu».
A visitare i campi per rifugiati vi sono anche i sacerdoti della Chiesa diocesana di Chiang Mai. «Portare pace – continua don Sandonà – per noi sacerdoti vuol dire provare a dare un po’ di normalità a persone che hanno perso tutto. È importantissimo l’incontro con le famiglie così come l’assistenza spirituale, il pregare assieme. Se il buddismo è infatti la religione prevalente, in Myanmar quella dei cattolici è una presenza rilevante. Di recente abbiamo celebrato il matrimonio di due birmani che vivono a Singapore e non possono rientrare in patria. Per fortuna, dal punto di vista religioso cattolici e buddisti vanno d’accordo e sono in dialogo». Non tutti i profughi si trovano nei campi, molti raggiungono le città o le campagne, dove qualcuno trova anche lavoro, ma in tanti si rivolgono ai missionari. «Di positivo a Chiang Mai – rivela don Sandonà – c’è che l’etnia dalle due parti del confine è la stessa, e la popolazione è accogliente».
Una piccola donazione per la vita
Con la donazione in favore di profughi birmani di 26 euro si acquistano 180 buste di noodles istantanei oppure dodici coperte. Con 22 euro invece 100 confezioni di pesce in scatola. Un sacco di riso da 45 chili costa 23 euro, mentre uno scatolone da 10 chili di biscotti e snack viene 12 euro. Dodici bottiglie di olio di semi si acquistano con 16 euro.