Patascuola, il nuovo biennio per operatori di teatro carcere
Un programma biennale che prevede un anno di didattica teorica e uno di tirocinio pratico, con l’accompagnamento dei registi del Coordinamento teatro carcere Emilia-Romagna. Paolo Billi (Teatro del Pratello): “Per insegnare teatro in carcere non basta essere attori: bisogna conoscere l’istituzione carceraria e sapere come muoversi al suo interno”
“Per insegnare teatro in carcere non basta essere attori: bisogna conoscere come funziona l’istituzione carceraria per sapersi muovere al suo interno, altrimenti il rischio è di rimanerne schiacciati. Non ci si può improvvisare: bisogna avere una preparazione molto specifica”. Paolo Billi, regista e autore, da più di vent’anni realizza spettacoli tra le mura del carcere minorile del Pratello a Bologna. Oggi è uno degli insegnanti della Patascuola, il nuovo , organizzato dal Coordinamento teatro carcere Emilia-Romagna, che ha tra i soci fondatori anche il Teatro del Pratello.
Il programma è biennale: il primo anno i partecipanti studieranno gli elementi teorici necessari all’insegnamento del teatro in carcere, mentre il secondo anno verranno organizzati tirocini in istituti penitenziari di tutta la regione: Bologna, Modena, Castelfranco Emilia, Ravenna, Forlì, Parma, Ferrara, e presso il carcere minorile del Pratello e i servizi della giustizia minorile dell’Emilia-Romagna.
“Il teatro in carcere non è uno strumento riabilitativo, ma un’esperienza formativa e artistica a 360 gradi, che contribuisce alla crescita della persona – afferma Paolo Billi –. Tre sono gli elementi fondamentali: l’ascolto, il silenzio e lo sguardo. Nel momento in cui l’operatore entra nel contesto della prigione, deve infatti avere la capacità di ascoltare, di gestire i silenzi, ma anche saperli provocare, e di saper osservare, guardare. Fondamentale è sospendere il giudizio, altrimenti il percorso perde di senso. Il nostro obiettivo è quello di far nascere, far emergere, fare in modo che dalla persona affiori quello che dentro c’è già”.
Il corso prevede incontri mensili da novembre 2020 a giugno 2021, in cui si svilupperanno i temi fondamentali per operare in carcere attraverso il teatro. Nel primo anno, i sei registi del Coordinamento teatro carcere Emilia-Romagna diventeranno le anime docenti dell’intera Patascuola: insieme a Paolo Billi anche Horacio Czertok (Teatro Nucleo - Teatro Julio Cortazar), Sabina Spazzoli (Con...tatto Forlì), Eugenio Sideri (Lady Godiva Teatro), Stefano Tè (Teatro dei Venti) e Corrado Vecchi (Le Mani Parlanti).
Oltre a loro ci saranno tecnici che svilupperanno elementi particolari: Laura Bisognin Lorenzoni parlerà di spacial dinamics, Francesca Figini farà un approfondimento sull’allenamento dell’attore, Marco Luciano si concentrerà sulla drammaturgia, mentre Filippo Milani lavorerà sulla scrittura e Elvio Pereira De Assunçao sul ritmo e sullo spazio. Infine, ci saranno dei consulenti teorici di spicco, che contestualizzeranno il discorso teatrale all’interno dell’istituzione carceraria: Cristina Valenti (teatro sociale e carcere), Giuseppina Speltini (psicologia dei gruppi), Mariarosa Dominici (vittimologia), Paola Ziccone (giustizia riparativa), Stefania Carnevale (diritto dell’esecuzione penale) e Vittorio Iervese (sociologia dei conflitti).
“Per l’operatore di teatro carcere, mettersi in gioco è fondamentale – conclude Billi –. Se tu non ti metti in gioco, non puoi chiedere alla persona che ti sta davanti di farlo: se non dai, non puoi ricevere. Il detenuto che è chiuso dentro vede in te la possibilità di ‘curarsi’, di volersi bene, di fare finalmente un’esperienza per se stesso. È proprio quando comprende che fare teatro non serve a nulla, che il teatro serve: in prigione di solito si fanno le cose solo per averne un utile. Invece qui io faccio una cosa solo perché mi piace farla: ecco perché allora mi metto in gioco davvero. È questa la vera crescita personale”.
Alice Facchini