Padova, per “Noi ci siamo” 700 volontari in prima linea
A due settimane dall’avvio crescono i numeri del progetto promosso dal Csv locale insieme a comune Caritas e diocesi per affrontare l’emergenza sanitaria; avviata anche la task force per gestire il milione di euro in arrivo per coprire i bisogni alimentari delle famiglie più bisognose
A due settimane dall’avvio sono già più di 700 i volontari – 320 individuati solo negli ultimi sette giorni - impegnati in per “Per Padova noi ci siamo” il progetto realizzato da Csv comune e diocesi per far fronte all’emergenza sanitaria legata al Coronavirus. Oltre ai volontari – 409 mail e 96 telefonate ricevute per candidarsi - sorprende anche il numero degli esercenti – 182 - coinvolti e inseriti nella mappa online sviluppata per agevolare la distribuzione di alimenti e farmaci che ha raggiunto oltre 200 persone, grazie anche alle 126 telefonate arrivate al comune per segnalare i bisogni. Nel 5% dei casi il costo della spesa è stata coperta dal progetto perché destinata a persone in difficoltà.
Distribuiti anche oltre 7mila kit protettivi a 3.500 anziani over 74 e che vivono soli; un aiuto concreto che si unisce all’empatia e alla vicinanza, valore aggiunto inestimabile che solo i volontari possono garantire con la loro vicinanza.
Già consegnati i primi 6 tablet con connessine internet acquistati per favorire lo studio e combattere l’isolamento di mamme vittime di violenza, accolte con i loro figli in strutture protette.
Inoltre, grazie alle risorse economiche reperite con la raccolta fondi online e alla disponibilità di 26 volontari, la struttura gestita dalla cooperativa Città So.La.Re. ha ampliato l’orario di accoglienza delle persone senza fissa dimora attualmente ospitate anche grazie alla Caritas e che potranno restare anche la mattina fino alle 11 e il pomeriggio a partire dalle 14.
Fin da sabato 14 marzo, data di avvio dell’iniziativa, la rete coinvolta nel progetto oltre a coordinare i volontari nelle diverse attività, si è subito preoccupata anche degli studenti: le nuove modalità di istruzione a distanza stanno creando delle disparità sociali e alcuni rischiano di rimanere indietro rispetto ai compagni per problemi economico/sociali (mancanza di pc e connessione adeguati), per disabilità che impediscono una piena fruizione di una didattica da remoto, o per situazioni di povertà educativa in famiglia e nel contesto di vita.
Continua infine la raccolta fondi – ad oggi i donatori sono 84 - il cui ricavato andrà principalmente a sostenere le spese necessarie per l'acquisto di beni alimentari, farmaceutici, para farmaceutici che saranno consegnati dai volontari a chi ne avrà bisogno; per l'acquisto di mascherine e guanti; per sostenere le spese di alloggio per i senza dimora e per l'acquisto di strumenti informatici per i giovani e le famiglie in situazione di disagio economico e sociale.
L’operazione messa in campo nella Capitale europea del volontariato sembra perfettamente in linea con le ultime disposizioni varate dal Governo, tanto che il comune già dal 29 marzo ha convocato una riunione con il Csv insieme a Caritas e diocesi volta a definire le modalità operative per rendere disponibili da subito le nuove risorse che dovrebbero giungere a Padova –secondo la nota diffusa dal Csv si tratta di circa 1 milione di euro – per coprire in maniera temporanea le esigenze alimentari delle persone e dei nuclei familiari in stato di assoluta indigenza e grave difficoltà a causa dell’emergenza. Per far fronte ai bisogni e favorire un maggior coordinamento strategico il Csv è stato quindi coinvolto nel Centro operativo comunale (Coc).