Ortofrutta italiana alle prese con la concorrenza. Le ultime statistiche indicano la sofferenza del settore agricolo, anche per l’occupazione

Ortofrutta sempre importante, quindi, ma in una situazione delicata

Ortofrutta italiana alle prese con la concorrenza. Le ultime statistiche indicano la sofferenza del settore agricolo, anche per l’occupazione

L’ortofrutta italiana nel mondo patisce la concorrenza e inverte il saldo della bilancia commerciale. Segnale da prendere con grande attenzione e che va di pari passo con altri indicatori che dicono molto sulla situazione delicata della filiera agroalimentare nazionale, uno dei comparti più ricchi e strategici per il Paese.

Ad attirare l’attenzione sulla situazione dell’ortofrutta è stata nei giorni scorsi Fruitimprese che raccoglie oltre 300 aziende del settore per un fatturato complessivo di circa 8 miliardi di euro. Dall’analisi del mercato effettuata, l’associazione indica come si sia verificata una “inversione di tendenza per il saldo commerciale ortofrutticolo nel primo semestre 2023, che registra un segno meno rispetto allo stesso periodo del 2022 (-24,9%). Male anche il saldo in volume che passa dalle -291.127 tonnellate dei primi sei mesi del 2022 alle -338.351 del primo semestre dell’anno in corso”. Ma che cosa è accaduto? La risposta sta nel gioco tra esportazioni e importazioni. Le prime hanno fatto registrare una crescita dell’1,3% in quantità e del +7,1% in valore, ma a queste ha fatto da contraltare una buona ripresa delle importazioni che segnano rispettivamente +3,5% e +8,6%. Per capire di più, basta sapere che le vendite all’estero di frutta fresca sono scese in volume del 3,3% mentre gli arrivi di ortaggi in generale sono cresciuti del 15% in volume e addirittura del 26,2% in valore. Gli analisi dell’associazione delle aziende ortofrutticole, fanno però notare che anche i “campioni” del nostro comparto hanno segnato il passo. E’ il caso delle mele che perdono sui mercati talmente tanto da scendere del 5%.

Ortofrutta sempre importante, quindi, ma in una situazione delicata. Tanto che il governo pare abbia già iniziato a prendere provvedimenti sia per quanto riguarda la promozione che il sostegno finanziario per i prodotti a marchio europeo. Il comparto, tuttavia, si aspetta anche una serie di provvedimenti fiscali in grado di aumentare la capacità di spesa delle famiglie. Frutta e verdura, infatti, pagano anche il prezzo di un andamento climatico non certo favorevole, che ha tagliato le produzioni nazionali e fatto aumentare i prezzi finali al consumo. E’ quello stesso clima avverso che sta avendo effetti anche sul lavoro nel comparto agroalimentare.

Proprio nelle stesse ore in cui venivano diffusi i dati sull’orso frutta, Coldiretti ha fatto notare che in controtendenza rispetto all’andamento generale, nel secondo semestre dell’anno sono crollate del 6,5% le ore lavorate in agricoltura tagliate dal “mix esplosivo costituito dall’aumento dei costi di produzione e dai cambiamenti climatici che hanno decimato i raccolti”. L’agricoltura – hanno ricordato i coltivatori diretti -, è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici che “sconvolgono le campagne dove si registra un taglio del 10% della produzione di grano mentre il raccolto di miele è sceso del 70% rispetto allo scorso anno ma in difficoltà sono anche i frutteti con le ciliegie in calo del 60% per l’alluvione che ha colpito la Romagna, la fruit valley italiana, ma anche per le piogge intense in Puglia e Campania”.

E quindi? Quale può essere “la morale” di tutto questo? I coltivatori parlano – con ragione – di una nuova sfida di fronte alla quale si trovano le imprese agroalimentari che devono cambiare tecniche di coltivazione e trasformazione, gestione delle materie prime e dell’acqua, modalità di promozione e vendita. Un compito non facile che, tutto sommato, ci coinvolge tutti.

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Fonte: Sir