Ognuno di noi chiede una qualità delle prestazioni sempre più alta e ricerca un welfare su misura
Il “Quarto rapporto sul Secondo Welfare” mostra i numeri e le potenzialità della variegata realtà di soggetti profit e non profit che animano le più diverse attività delle politiche sociali.
Ormai il sistema di welfare tradizionale non riesce più a soddisfare le esigenze dei cittadini. Questo non significa che sia da buttare, ma che vada integrato e supportato. Quando si denuncia la sofferenza del welfare italiano occorre ricordare che paga le pensioni a mezza Italia, che offre un sistema sanitario invidiato da tanti Paesi, che garantisce a tutti l’accesso agli studi. Certo tutto può essere migliorato e ci sono aspetti, come la carenza di una reale e progettuale politica a sostegno delle famiglie, da migliorare.
Inoltre bisogna considerare che le esigenze si moltiplicano e diventano particolareggiate. Ognuno di noi chiede una qualità delle prestazioni sempre più alta. Si ricerca un welfare su misura. Anche per questo, non solo per i problemi di debito pubblico, il sistema tradizionale rivela le sue difficoltà. In questi anni è nato e si è sviluppato un “secondo” welfare, che non sostituisce ma accompagna il primo, come affermano gli esperti.
La recente pubblicazione de “Nuove alleanze per un welfare che cambia. Quarto rapporto sul Secondo Welfare” mostra i numeri e le potenzialità della variegata realtà di soggetti profit e non profit che animano le più diverse attività delle politiche sociali. Ci sono organizzazioni forti e complesse, come quelle che si occupano dei fondi sanitari e previdenziali che contano in totale oltre 14 milioni di iscritti, e ci sono le associazioni e le cooperative che sono presenti sul territorio e agisono nelle comunità locali. Queste ultime danno anche un forte contributo all’occupazione: il Terzo Settore e le cooperative insieme superano i 3 milioni di addetti. Nel Rapporto si evidenzia anche il ruolo svolto dal “welfare confessionale”, sottolineando ad esempio il contributo della Caritas e l’impulso degli empori solidali che hanno sostenuto 100mila persone.
Emergono dall’indagine anche alcune caratteristiche del Secondo Welfare: da un lato l’apertura all’innovazione e la ricerca di coinvolgere e rendere protagonisti i cittadini l’integrazione e collaborazione costante con l’amministrazione pubblica, per intervenire a sostegno del “primo welfare”; dall’altro la tendenza a ricercare azioni aperte alla sostenibilità ambientale e alla promozione culturale. Queste indicazioni ci mostrano come i volti del welfare siano molteplici, però sarà sempre più importante per i cittadini avere la possibilità e la capacità di integrarli per non creare situazioni di disparità.