Niente baby club per la bimba con sindrome down, "ennesima storia di discriminazione"

La preoccupazione della Fish. Il presidente Falabella: "Storia inquietante e non è isolata, stando alle numerose segnalazioni ricevute". Priorità al tema della "lotta all’isolamento, anche dei bambini" 

Niente baby club per la bimba con sindrome down, "ennesima storia di discriminazione"

Esprimiamo sdegno e preoccupazione per questo ennesimo atto di discriminazione che riguarda una persona con disabilità”. Il presidente della Federazione italiana superamento handicap (Fish), Vincenzo Falabella, commenta così quanto denunciato da una giovane mamma in vacanza in un resort a Ostuni, in provincia di Brindisi: la donna ha raccontato in un lungo post su Facebook, poi ripreso dalla stampa locale pugliese, che sua figlia, una bambina con sindrome di down di 4 anni, sarebbe stata rifiutata al baby club della struttura turistica.

“Si tratta di una storia particolarmente inquietante e che purtroppo non è isolata, stando anche alle numerose segnalazioni che la Fish riceve”, spiega Falabella. Storia che “che denota, per giunta, oltre che una mancanza di sensibilità, una carenza della cultura di impresa di questo paese”. Infatti, continua: “in sostanza, la mamma ha riferito che la struttura ricettiva le avrebbe comunicato che, poiché la bambina aveva la sindrome, avrebbero avuto di bisogno di più tempo per organizzarsi con il personale e poi che non avrebbero avuto le competenze a riguardo”. “Questa vicenda – commenta Falabella - è particolarmente inquietante e dimostra che la strada per l’inclusione delle persone con disabilità e delle loro famiglie resta ancora lontana, per questo la lotta all’isolamento, anche dei bambini, sarà uno dei temi che porteremo all’attenzione delle forze politiche durante il prossimo congresso della Federazione”.

"La risposta pubblica della struttura ricettiva - conclude la Fish - si è rivelata una toppa peggiore del buco, perché da un lato è stato confermato da parte della direzione di 'aver commesso degli errori e che le spiegazioni non servono a recuperare'; dall’altro, invece, non c’è stato nessun riferimento al comportamento discriminatorio messo in atto. Perché di questo si tratta: dell’ennesima storia di discriminazione nei confronti di una persona con disabilità, per di più una minorenne, che arriva in questo caso da una struttura turistica".

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)