Montegalda. Un intero vicariato a piedi da Maria a Monte Berico
Un pellegrinaggio per dare avvio all'anno pastorale. Da Montegalda al Santuario di Monte Berico a Vicenza: così il vicariato di Montegalda – che comprende le parrocchie di Montegaldella, Arlesega, Veggiano, Santa Maria di Veggiano, Fossona, Mestrino, Ghizzole, Cervarese santa Croce, Barbano, Lissaro, Trambacche, Grisignano di Zocco – si ritrova la notte del 29 settembre alle 3 per giungere al santuario alle 7.30.
Per dare avvio all’anno pastorale il vicariato di Montegalda si ritrova sabato 29 settembre alle 3 di notte per un pellegrinaggio fino al santuario di Monte Berico a Vicenza, una proposta che ormai è diventata una consuetudine "spontanea": «Nasce – precisa Gianfranco Cenghiaro, della parrocchia di Cervarese Santa Croce e fra gli organizzatori storici dell’iniziativa – per ristabilire un'antica tradizione. È stato ripreso dopo anni che non si faceva, ma nel tempo è diventato una consuetudine che si “auto-organizza”. Sono infatti ormai 16 anni che ci ritroviamo, solitamente il primo sabato di ottobre, quest’anno anticipato al 29 settembre. Ma il pellegrinaggio non ha bisogno di sponsorizzazioni o organizzazioni particolari, le comunità del vicariato si muovono molto spontaneamente, senza bisogno di promuoverlo o sollecitare la partecipazione, ed è un momento molto bello e sentito. Siamo più di 300 persone lungo il percorso che ci porterà fino a Monte Berico, dove il santuario poi si riempie di persone giunte anche in macchina».
Il ritrovo è quindi nella notte in piazza Mercato a Montegalda, da dove, dopo la benedizione ai pellegrini, si parte. Il tragitto segue per lo più l’argine del Bacchiglione per evitare la strada, la vigilanza è assicurata dalla protezione civile di Montegalda. Sono previste diverse soste: alle chiese di Colzè, di Longare e di Longara e infine all’inizio della salita al santuario. Alle 7.30 l’arrivo per celebrare la messa alle 8 e tornare poi a casa.
«Lungo il percorso – spiega Cenghiario – ci sono diversi momenti di preghiera guidati. C’è la possibilità di vivere il pellegrinaggio in gruppo, con la recita del rosario oppure anche da soli, con momenti di riflessione personali. I giovani, da sempre, portano la croce fin dall’inizio del pellegrinaggio. Ci sono poi i parroci, ma anche i preti studenti di teologia pastorale o liturgia che vengono ospitati in canonica a Montegalda. Le preghiere così vengono recitate nella loro lingua d’origine: thailandese, spagnolo, portoghese. Un messaggio di integrazione: la preghiera unisce, anche se in lingua diversa».
I pellegrini poi fanno ritorno a casa con i pullman predisposti dalle parrocchie oppure con chi partecipa solo alla messa e giunge al santuario in auto. «Il pellegrinaggio a piedi – concludono gli organizzatori – è la donazione di un sacrificio intimo d'amore nel cammino dell'anima a Dio. Nella fatica fatta di preghiera, nel rumore confuso dei passi, nella contemplazione della poesia del creato, alla luce del sole o sotto un tetto di stelle, c'è un posto per tutti. Tutti sono benvenuti: è un modo per dare avvio alle attività del nuovo anno pastorale, ma è soprattutto un modo per unire le parrocchie condividendo preghiera, riflessioni, silenzio e fatica».